Il Bando offre sostegno per l’acquisto di servizi per l’innovazione non solo tecnologica, ma anche strategica e organizzativa

Temporary Management: tre milioni dalla Regione Veneto

Il Temporary Manager è, anche in ambito ICT, una delle figure più interessanti del nuovo mercato del lavoro. Per saperne di più, ci siamo rivolti a Giovanni Bonini, ingegnere Temporary Manager e autore del libro Da GanttProject alle Soft Skills. Giovanni Bonini ha operato, fra l’altro, come Temporary Manager (Transition/Project Manager) presso il centro per le operazioni spaziali dell’agenzia spaziale europea a Darmstadt (Germania).

Bonini, che cos’è un Temporary Manager e in che modo differisce dal classico consulente?

Il Temporary Manager è un Manager a contratto, ingaggiato con degli obiettivi chiari, da raggiungere in un tempo ben definito. Per questo, in genere, si parla di progetto o missione. Se consideriamo una RACI Matrix, il Temporary Manager differisce dal classico consulente dal punto di vista dell’Accountability e Responsibility: il Temporary Manager sta sul pezzo, non consiglia, ma dirige.

Perché un’azienda dovrebbe ingaggiare un Temporary Manager?

Per portarsi a casa, anche se per un limitato periodo di tempo, delle conoscenze ed esperienze di rilievo a un costo accessibile e accettabile. Operando in molteplici contesti, il Temporary Manager ha una visione a 360° e delle competenze che ben difficilmente possono essere sviluppate da chi ha operato sempre nella medesima azienda o nello stesso settore. Venendo dall’esterno, il Temporary Manager ha un punto di vista privilegiato, non essendo assuefatto alle logiche aziendali, da cui fatica a staccarsi chi ha operato sempre nella stessa impresa. Ovviamente, le competenze, frutto dello studio e dell’esperienza, si pagano, sicché, grazie al Temporary Management, è possibile pagarle soltanto quando servono, per esempio nel caso di una ristrutturazione aziendale o dell’implementazione di un Enterprise Project Portfolio Management System. Proprio la flessibilità è uno dei punti chiave. Le attività di Temporary Management vanno modulate in funzione delle reali esigenze aziendali, potendo operare in parte nello stabilimento e in parte da remoto (per ridurre i costi), con un numero variabile di giorni/settimana.

Bonini, per le attività di Temporary Management, quanto conta l’esperienza nel dominio specifico?

A differenza di quello che pensano molti imprenditori e selezionatori, molto poco. Del resto, stiamo parlando di attività manageriali: non serve (saper) scrivere Software, così come non c’è bisogno di stringere bulloni o guidare muletti. Contano molto, al contrario, le cosiddette competenze trasversali, di cui ho parlato anche nel seminario che ho tenuto presso l’Università degli Studi di Padova. Mi riferisco, in particolare, alla capacità di motivare le persone, di guidarle, trasformando ogni collaboratore in un vero e proprio Team Player. Dal mio punto di vista, quando si svolge bene una missione o si esegue correttamente un progetto, il successo dipende sempre dal gioco di squadra e, quindi, dal Team. Eventuali colpe, invece, sono spesso imputabili al Management, sebbene i dirigenti fatichino ad ammetterlo.

Temporary Management: una soluzione per le grandi aziende o anche per le nostre PMI?

Direi per entrambe. Dipende dagli interventi richiesti. Spesso, le PMI hanno meno risorse, ci possono essere dei cambiamenti generazionali in atto, come pure il passaggio da una mentalità padronale a un approccio manageriale. Proprio in virtù dell’esigenza di fare un salto di qualità a basso costo, soprattutto le PMI dovrebbero prendere in seria considerazione l’ingaggio di un Temporary Manager esperto.

Qual è il costo di un intervento del genere?

Le esigenze non sono tutte uguali, come pure le dimensioni delle aziende. Se si accetta l’incarico, dando una grossa mano alla crescita di una PMI, occorre trovare una soluzione che sia corretta anche economicamente parlando: un conto è seguire la realizzazione di una portaerei a propulsione nucleare, ben altra cosa è la realizzazione del pollaio per la signora Maria. L’Effort non è lo stesso e la richiesta economica deve essere sempre proporzionata all’entità dell’incarico.

Bonini, ci può fare qualche esempio un po’ più specifico?

Volentieri. Basta pensare alle PMI del Nord Est, spesso chiamate a operare su commessa, con una pluralità di progetti in portafoglio, inclusi quelli di ricerca e sviluppo a uso interno. Ci sono grosse problematiche dovute alla presenza di risorse scarse condivise, che, proprio per questo, diventano critiche, cioè dei colli di bottiglia. Potrebbe trattarsi di un tornio nell’officina meccanica, oppure di un progettista Senior. In ogni caso, si tratta di vincoli che vanno rilassati. Anche per via di problemi di comunicazione, come la mancanza di requisiti chiari e ben definiti, i progetti rimangono infognati nell’Ufficio Tecnico, dopo di che si chiede alla Produzione di fare dei veri e propri miracoli. Direi che questo è il cliente tipo e molti imprenditori riconosceranno la propria azienda nel quadro a tinte fosche appena dipinto. Spesso, per mettere le cose a posto, non servono grossi stravolgimenti: possono bastare piccoli miglioramenti, anche incrementali. Non dimentichiamoci che il bravo Temporary Manager, proprio in quanto Temporary, deve portare le aziende clienti a operare in piena autonomia nel più breve tempo possibile, senza alcuna dipendenza dal Temporary Manager. Ciò nonostante, a volte, una Follow-Up Phase può essere richiesta, per essere certi del consolidamento dei risultati raggiunti. Va da sé che il costo di un intervento può essere anche di poche migliaia di euro, dipendendo dalla complessità della riorganizzazione richiesta. Il mio è un approccio molto pratico e diretto, atto a ottimizzare la catena del valore al minimo costo.

Per dare una mano alle imprese, c’è il Bando della Regione Veneto, che prevede un cospicuo “sostegno per l’acquisto di servizi per l’innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale delle imprese”, inclusa “l’innovazione organizzativa mediante gestione temporanea d’impresa (Temporary Management – TM)” (si tratta del punto C.4 del già citato Bando). Sono previsti tre sportelli, per ciascuno dei quali c’è uno stanziamento di un milione di euro, per un importo totale di tre milioni di euro.