Secondo un’indagine di Matrix42 oltre la metà degli europei è propensa ad adottare un modello di lavoro a distanza. L’Italia è tra i Paesi più scettici.

lavoro a distanza

Matrix42, lo specialista del digital workspace management, in collaborazione con l’istituto di ricerca YouGov, presenta un’indagine sulla propensione delle persone ad adottare modelli di lavoro a distanza che ha coinvolto circa 4.000 dirigenti, professionisti IT e dipendenti in Nord America e in Europa centrale. La ricerca ha evidenziato che nonostante il futuro del lavoro risieda nei modelli ibridi ci sono ancora alcuni ostacoli da superare.

Il lavoro a distanza, diffuso ormai su larga scala come conseguenza della pandemia, continua a giocare un ruolo importante nel business quotidiano. Secondo quanto emerso da uno studio condotto dalla società di ricerca YouGov per Matrix42, la metà degli intervistati si è dichiarato favorevole ad un modello di lavoro ibrido. Sempre dall’indagine è emerso che adottare come unico modello di business il lavoro a distanza, sembra impossibile al momento poiché le condizioni ottimali per renderlo possibile non sono ancora state create in tutti i settori di business.

Guardando alla classifica dei Paesi più propensi ad adottare un modello di lavoro a distanza è la Spagna che registra la percentuale più alta con il 59% degli intervistati che ha risposto positivamente, seguita da Regno Unito (57%), Stati Uniti (53%) e Francia (53%). Italia e Germania si collocano in fondo alla classifica rispettivamente con il 43% e il 33%.

Lo scetticismo di alcuni Paesi verso il lavoro a distanza è dovuto principalmente alla mancanza di prerequisiti tecnologici per impostare e implementare nuovi modelli di lavoro in modo sostenibile. Sono soprattutto gli intervistati dell’Europa centrale a ritenere che ci siano ancora troppe lacune in questo senso. Anche il limitato scambio personale tra colleghi viene percepito come un ostacolo al diffondersi del telelavoro, specialmente negli Stati Uniti (62%). L’Italia, con il 40%, è il Paese europeo meno preoccupato da questa eventualità ma teme invece (70%) che il lavoro da remoto possa determinare una sovrapposizione tra lavoro e vita privata allineandosi al trend globale (67%). Anche i professionisti IT hanno delle remore a riguardo: oltre la metà degli intervistati (62%), ad esempio, si aspetta un carico di lavoro maggiore per la propria unità.

In generale i modelli ibridi sembrano i più apprezzati. Secondo lo studio di Matrix42, infatti, anche le aziende possono beneficiare di questa modalità:

  • Il 47% dei professionisti IT a livello globale e il 37% di quelli italiani affermano che il modello da remoto consente un miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata.

  • In particolare, gli intervistati in Italia (62%), Germania (77%) e nel Regno Unito (78%) sono felici di non fare più i pendolari per recarsi a lavoro.

  • Complessivamente, il 18% del campione è disposto ad accettare un posto di lavoro più distante se questo però prevede anche la modalità in home office. La percentuale sale al 21% per l’Italia.

  • Il 55% di tutti gli intervistati e anche degli italiani afferma di poter bilanciare meglio famiglia e lavoro se può avere un lavoro a distanza disponendo dell’attrezzatura adeguata.

“Il lavoro ibrido non modificherà il lavoro dei soli dipendenti, ma anche quello dei reparti IT. I processi di supporto sono diventati più complessi, ma la manutenzione remota e le funzioni chatbot li hanno anche velocizzati, poiché non è più necessario recarsi fisicamente in azienda per richiedere la risoluzione di criticità. Gli specialisti IT ricoprono dunque un ruolo sempre più importante in questi nuovi modelli di lavoro a distanza. Promuovere la modernizzazione dei dipartimenti IT e del workspace sono condizioni imprescindibili per il successo dei modelli di lavoro ibridi”, ha dichiarato Oliver Bendig, CEO di Matrix42. “Gartner, inoltre, sottolinea che in questo contesto il supporto IT per ambienti ibridi e remoti deve avere un alto grado di specializzazione”.

Lo studio conferma che il cambiamento è già in atto. Il 32% dei professionisti IT in Italia ha affermato di lavorare attivamente su soluzioni per l’home office, tra cui l’introduzione di processi digitali e nuovi regolamenti di compliance. Un risvolto positivo segnalato da molti intervistati è il miglioramento delle proprie competenze IT attraverso l’introduzione del lavoro a distanza . Questo è stato confermato anche da quasi la metà dei professionisti IT. In termini di soddisfazione dei dipendenti, questa tendenza è anche motivo di fiducia: il 69% degli specialisti IT a livello globale ha dichiarato che le soluzioni IT per supportare i nuovi modelli di lavoro sono state ben accolte dai dipendenti. La stessa percentuale vale anche per gli specialisti IT italiani.