Il Decreto Liquidità blocca l’erogazione del bopnus da 600 euro ai professionisti. I primi ad essere colpiti sono i medici

Brutte sorprese dal decreto Liquidità/Imprese (DL 23 dell’8 aprile 2020). Una più attenta lettura dell’articolo 34, porta infatti ad escludere  numerose categorie professionali dal bonus di 600 euro. Si legge infatti: “Ai fini del riconoscimento dell’indennità” di cui all’articolo 44 del DL Cura Italia, “i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai Dlgs 509/1994 e 103/1996 devono intendersi non titolari di trattamento pensionistico e iscritti in via esclusiva”.

Questo significa, in pratica, che l’indennità di 600 euro spetta ai professionisti non titolari di trattamento pensionistico e iscritti in via esclusiva alle Casse private.

Erogazioni ritardate
Una novità che, quindi, esclude numerosi professionisti dal Bonus da 600 euro, il cui importo è stato ritenuto umiliante da molti soggetti. Inoltre, sulla scorta di questo articolo di legge, tutte le Casse di previdenza professionali potrebbero ritardare l’erogazione dell’indennità. Si prospetta infatti il rischio concreto che ADEPP – Associazione degli Enti previdenziale privati e privatizzati decida di sospendere i pagamenti da parte delle 20 Casse aderenti.

 

Inarcassa tace

Su questo rischio, al momento non si è ancora espressa ufficialmente Inarcassa (a cui fanno capo ingegneri e architetti) che, sul proprio sito, continua a raccogliere le domande di erogazione del Bonus da 600 euro.

Niente bonus ai medici

Al contrario, ADEPP è apparsa molto dura, sottolineando come i primi ad essere colpiti sia i medici. Questa categoria, definita di “eroi” a parole, sarebbe infatti infatti esclusa. La nota pubblicata sul sito di ADEPP è ben poco diplomatica. “ Nonostante l’impegno contro il Covid-19, il decreto legge Liquidità blocca il pagamento dell’indennizzo di 600 euro a tutti i medici e agli odontoiatri. La norma ha infatti cambiato le condizioni per l’accesso al beneficio statale, riservandolo ai soli professionisti iscritti esclusivamente a un ente di previdenza.

Dal punto di vista pratico l’Enpam deve bloccare 25.262 bonifici che stavano per essere inviati già da domani ai medici e agli odontoiatri che ne avevano diritto.

“Grazie a questa norma dobbiamo dire ai nostri iscritti che tutti i pagamenti sono congelati e che nella migliore delle ipotesi li riceveranno dopo aver integrato la domanda con un’ulteriore autocertificazione”. Ha spiegato il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti. “Agli specializzandi e ai dipendenti, magari part time, che in questo momento stanno rischiando la vita, è andata anche peggio perché per loro l’indennizzo di 600 euro è cancellato del tutto. Davvero un bel modo per ringraziare i medici e augurare loro buona Pasqua.”

Cambiate la carte in tavola

La norma che ha cambiato le carte in tavola è l’articolo 34 del decreto legge 23/2020. Gli specializzandi sono ora esclusi dall’indennizzo dei 600 euro poiché, oltre all’Enpam, sono costretti a pagare la gestione separata Inps sulle loro borse di studio. Analoga esclusione vale per i dipendenti soggetti a contribuzione Inps o ex Inpdap. Il decreto legge ha inoltre ribadito che l’indennizzo non può essere chiesto dai pensionati.

I medici e gli odontoiatri sono stati penalizzati anche sul fronte del decreto legge “Cura Italia” che è in via di conversione. “Siamo amareggiati anche per la bocciatura dell’emendamento che avrebbe detassato gli aiuti che l’Enpam concedere utilizzando propri fondi”. Ha aggiunto Oliveti. “Per i nostri liberi professionisti abbiamo deliberato mille euro al mese per tre mesi. Per come stanno attualmente le cose, e sempre che ci concederanno di erogarli, i medici e i dentisti dovranno pagare le imposte su questi mille euro, anche se derivano da un patrimonio già tassato. Una sorta di anatocismo di Stato. Di certo un’ingiustizia, che speriamo venga corretta.”