Come rendere gli spider di Google asserviti e remunerativi, favorendo l’individuazione di una serie di pagine a scapito di altre

Già in agosto 2019 nel mercato occidentale Google come motore di ricerca ha detenuto il 92,4 % del mercato. Al secondo posto si è collocato Bing. Scherzosamente si è affermato che sia proprio di tutti gli utenti che pensino di usare Google ed invece si affidano a Bing. Al terzo posto si sono collocati tutti gli altri motori di ricerca. Se quindi ci si vuole dedicare allo studio dei meccanismi SEO per impossessarsi del mercato il ventaglio della realizzazione di tutte le potenzialità è su Google. Perché con questo motore di ricerca i linguaggi SEO funzionano così bene? Perché ogni azienda può essere visibile nel “magic moment”, il momento in cui si incrocia la domanda con l’offerta di quei prodotti. I clienti possono quindi essere visibili nel “momento magico”, quando la domanda si manifesta e si esprime nella ricerca dell’utente. Un corretto utilizzo delle tecniche SEO rappresenta l’unico strumento al mondo che inverta il processo di marketing in virtù del quale l’azienda trovi un pubblico. Chi ritenga interessante l’attività economica contatterà l’imprenditore di tale attività. Con “Google” l’utente che ha bisogno di “quel prodotto” lo trova. Lo scopo di Google è quello di dare la migliore esperienza di ricerca all’utente.

Solo alcune alcune pagine sono raggiungibili

Non tutti gli imprenditori sanno che di tutte le pagine del proprio sito solo alcune sono davvero raggiungibili. Dieci vanno “perse”, magari perché in aree riservate. Google invia automaticamente degli spider, velocissimi ma “stupidi”: essi trovano semplicemente pagine raggiungibili, le scansionano, le fotocopiano e le inseriscono negli archivi di Google. Lo spider non archivia la pagina vera e propria ma una copia. Non indicizza tutte le pagine. Alcune “copie” sono ritenute utili, altre invece “non interessanti”. Vi è quindi una “dispersione” in virtù della quale non tutte le pagine di un sito vangano indicizzate. E ciò è può essere poco remunerativo.

Solo se l’utente “fa click” e va su quel sito vedrà tutte le pagine di quel sito. Pertanto: non basta essere “presenti” (indicizzati), bisogna essere “trovati” (posizionati). Ancora: non basta essere posizionati affinché la propria attività abbia una completa visibilità. Bisogna essere anche “scelti”. È necessaria quindi una visibilità organica che generi traffico sul sito.

Come? Se si vuole tanto traffico sul proprio sito la bocca dell’imbuto deve essere ampia. Più tale bocca sarà grande più traffico arriverà. Tradotto in termini concreti: devono essere tanti i contenuti e su tante pagine. Non è fruttuoso avere tanti contenuti su di una pagina sola. Magari quella pagina non si posiziona e tutto va “perso”, o meglio “in dispersione”, proprio a causa dei “ragionamenti semplici” effettuati dagli spider di Google, che valutano soltanto cosa sia “interessante” per il maggior numeri di utenti.

Pagina e blog sono utili?

Come fa Google a stabilire che una pagina sia più pertinente di un’altra? Ha uno speciale punto di vista sul livello di ottimizzazione delle pagine. Più banalmente ragiona così (in maniera estremamente semplice, quasi “stupida”): la frase cercata dall’utente è presente nel titolo della pagina? Le nostre parole chiave devono quindi essere nel titolo della pagina.

Come sa bene chi è più pratico dei linguaggi SEO è la descrizione meta a contenere il dato nascosto e la descrizione in sintesi. Non solo: anche il tag deve racchiudere la parola chiave, che deve essere presente anche nel testo. Poi vi sono i componenti accessori: video, audio, pdf devono includere la parola chiave soprattutto nel file. L’URL deve indicare la parola chiave all’interno dell’indirizzo della pagina.

Deve essere quindi chiaro il contenuto della pagina senza doverla aprire. Questa è la funzione del SEO. Una site map? Una manna del cielo per gli spider. Ogni quanto fanno la scansione? Se la pagina si aggiorna frequentemente Google ha dati vecchi nell’archivio con alti livelli di spiderizzazione. Più è popolare la pagina più ha a suo servizio centinaia di spider. La propria attività cercata e cliccata da milioni di clienti e centinaia di spider di Google asserviti alla propria remunerazione.  Sembra un’accattivante fantasmagoria. Per diversi imprenditori costituisce invece una interessante, vantaggiosa realtà, concretizzata o concretizzabile.

Maria Chiara Di Carlo