Risultati positivi nell’ambito degli investimenti in startup. Lo conferma l’indagine qualitativa realizzata da Startup Wise Guys, uno degli acceleratori più attivi in Italia dedicati alle startup early stage.
L’indagine mostra che, per le Startup, il 2022 ha dato segnali molto positivi nella raccolta Seed e Pre-Seed. Lo studio, condotto tra più di 200 Startup appartenenti al network e realizzato con l’obiettivo di approfondire case history, tempistiche e modalità di successo per le neo imprese italiane in fase Seed e Pre-Seed, ha restituito di fatto una fotografia interessante per il mercato di settore. Pur essendo complesso e lungo, il Fundraising è ora più che mai un’attività capace di condurre ai risultati sperati in termini di capitali raccolti.
Investimenti in startup: cresce l’interesse degli investitori professionali
Secondo quanto riportato nell’indagine sugli investimenti in startup, 1 fondatore su 2 del campione analizzato ha affermato di aver raccolto, nell’anno 2022, capitali da investitori professionali. Sebbene vi sia la percezione generale che in questo momento storico i Venture Capitalist abbiano rallentato la loro attività a livello europeo, l’anno scorso ha di fatto segnato un record per gli investimenti di VC in Italia, questo anche perché il VC italiano medio è stato influenzato solo in minima parte dalle tensioni macroeconomiche del 2022.
Fase Pre-Seed
I dati salienti più interessanti della survey evidenziano che:
- Il 34% degli intervistati ha parlato con non più di 10 investitori prima di ottenere finanziamenti. Un dato molto positivo per un ecosistema poco servito come l’Italia, che testimonia la fiducia e il tasso di conversione ottimale.
- L’importo medio raccolto in un anno, nel campione analizzato, è stato di €350K, con una media di 6 investitori partecipanti al round.
- Il 30% degli intervistati ha impiegato tra 2 e i 3 mesi di tempo per raccogliere i capitali.
Allo stesso tempo è stato riconosciuto come la raccolta di fondi Pre-Seed degli investimenti in startup in Italia possa essere complessa a causa di due fattori preminenti. La disponibilità limitata di investitori (in generale, ma anche e soprattutto interessati a startup pre-seed e seed), in quanto rispetto ad altri Paesi l’Italia ha un capitale Pre-Seed ancora più marginale, e la mancanza di una cultura delle Startup. A fronte di un vivace ecosistema imprenditoriale, il mercato non è ancora così ben consolidato come all’estero, con gli investitori italiani che tendono ad essere più conservatori e “avversi” al rischio, il che può rendere più difficile per le startup ottenere finanziamenti, in particolare nelle fasi iniziali quando è presente un livello di rischio più elevato.
Fase Seed
I dati dello studio hanno rilevato che all’interno del campione analizzato:
- il 35% dei fondatori ha contattato più di 50 investitori per completare il proprio round, mentre il 45% ha parlato con non più di 20 investitori;
- l’importo medio raccolto nell’arco di un anno è stato di €1.4M, con una media di 5 investitori partecipanti al round;
- la durata di un round Seed appare abbastanza omogenea: quasi la totalità degli intervistati ha trascorso almeno 3 mesi per raccogliere capitali.
Investimenti in startup: Business Angel e Fondi di capitale di rischio
Startup Wise Guys ha, inoltre, analizzato la provenienza dei finanziamenti, differenziando i capitali raccolti tra i “Business Angel” e i fondi di capitale di rischio (VC), approfondendone pro e contro. La prima categoria, da cui è stato raccolto un importo medio di €385K, appare ai fondatori delle startup come meno formale e burocratica, più incline al supporto, con una grande captable – e più investitori da gestire – e con un network, però, meno esteso rispetto ai VC. Dai Venture Capitalist, invece, sono stati raccolti in media €1.9M, contestualizzati all’interno di un rapporto più “rigido” e dispendioso in termini di tempo, con clausole di investimento rigorose – con poche opzioni per i Round Seed – e una governance complessa, ma sempre all’insegna di una grande expertise e consigli molto utili per i founder, un network molto esteso e un focus sulla scalabilità del business.
I segreti per il successo e uno sguardo al futuro
La chiusura della ricerca lascia spunti interessanti per tutti coloro che intendono lanciarsi in un nuovo business nel 2023. Ai founder del network è stato, infatti, chiesto quali siano gli attributi chiave per potersi mettere in gioco e rimanere sul mercato: 84% perseveranza, 66% il proprio network, 45% pazienza, mentre meno del 30% dice business seniority (25%) o grinta (20%).
E il futuro? Nonostante gli scenari stiano evolvendo velocemente, soprattutto a causa di variabili sui mercati finanziari internazionali, sembra che il momentum per le startup pre-seed e seed si stia confermando e che il successo riscontrato da imprenditrici e imprenditori nel 2022 nel raccogliere i loro primi fondi possa essere confermato anche per il 2023.