The European House – Ambrosetti presenta una prima fotografia dell’Italia dei pagamenti digitali e anticipa alcuni risultati del Rapporto della Community Cashless Society 2024

L’Italia dei pagamenti si trova in una fase di transizione verso la Cashless Society con una forte accelerazione nell’ultimo anno nonostante rimangano diverse sfide da affrontare: l’Italia dei pagamenti digitali infatti accelera anche se rimane ancora un forte attaccamento al contante. È quanto emerge dalla survey agli esercenti condotta dalla Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti.

La survey, condotta quest’anno per la prima volta da TEHA su un panel di 500 esercenti, evidenzia come sia l’aumento della domanda da parte della clientela a spingere l’accettazione del cashless.

  • Sono 8 su 10 gli esercenti che, oltre al contante, accettano pagamenti digitali, sebbene solo una piccola percentuale accetti modalità P2P (come Paypal e Satispay).
  • Di questi, il 58% ha introdotto i pagamenti digitali per venire incontro alla richiesta dei clienti.
  • Infatti, senza pagamenti digitali, gli esercenti stimano di perdere in media il 26% della clientela, con picchi superiori al 60% in settori come Alimentari, Abbigliamento, Bar/Tabacchi e Hotel/Strutture ricettive.
  • Oltre il 50% degli intervistati poi ha registrato un aumento delle vendite con l’introduzione del cashless.

Resistenze al cambiamento verso la cashless society

Nonostante la percezione di maggiore sicurezza dei pagamenti digitali rispetto al contante, solo il 13,7% degli intervistati tuttavia ha aumentato l’adozione del cashless. Anzi, il 20% degli esercenti considera ancora il contante il metodo di pagamento più sicuro, rivelando una certa resistenza al cambiamento. Interessante notare come la dipendenza dal contante e la percezione di sicurezza sia più pronunciata nelle regioni del Mezzogiorno. Questo suggerisce la presenza di forti divari Nord-Sud relativi all’accettazione e all’utilizzo del cashless.

Oltre ai pregiudizi culturali, un altro ostacolo è rappresentato dalla cultura digitale diffusa tra gli esercenti. Il 60% giudica basso o molto basso il grado di raccolta e valorizzazione dei dati dei propri clienti, mentre il 26% non utilizza affatto il web per la propria attività. Inoltre, quasi il 50% dei rispondenti non ritiene di avere bisogno di competenze digitali avanzate.

Tuttavia, questo scenario contrasta con l’ampio spazio che metodi di pagamento avanzati come il Buy Now Pay Later (BNPL) stanno guadagnando. Nel 2023, ben il 40% degli utenti ha effettuato almeno il 10% dei propri acquisti online rateizzando i pagamenti digitali con soluzioni BNPL. Dato ancora più interessante è che il 60% degli utenti senza questa opzione non avrebbe finalizzato l’acquisto.

«L’Italia sta abbracciando sempre più i pagamenti digitali, ma restiamo un Paese ancora cash-based. La ricerca sui comportamenti degli esercenti rivela un quadro complesso, dove le dinamiche di sviluppo del cashless si intrecciano con ostacoli culturali e preconcetti”, afferma Lorenzo Tavazzi (Senior Partner e Responsabile Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti). “Serve rimuovere le barriere che ostacolano la promozione dei pagamenti digitali. La spinta della clientela, che rappresenta il driver principale di trasformazione, potrebbe diventare ancora più importante con la diffusione, ad esempio, delle soluzioni Buy Now Pay Later».

I pagamenti cashless e la transizione ecologica

I pagamenti cashless contribuiscono anche alla transizione ecologica: l’Italia si trova al secondo posto in Europa, dopo la Germania, per le emissioni totali di CO2 generate dai pagamenti in contante, con oltre 160,8 mila tonnellate di CO2, circa 2,7 kg per abitante, causate dei pagamenti in contanti. Secondo le stime elaborate da The European House – Ambrosetti, il pagamento cashless ha un’impronta di carbonio inferiore del 21% rispetto al contante.