I risultati presentati in un evento pubblico al Politecnico di Bari: Nel primo anno 15mln in ricerca  e 8,8 in bandi. Già assunti 220 profili

NEST

Presentiamo i risultati della Fondazione NEST, ottenuti grazie al lavoro quotidiano dei 9 spoke e degli affiliati che la compongono. Ventiquattro soggetti pubblici e privati, di cui 12 Università e 4 centri di ricerca che ogni giorno lavorano per una vera rivoluzione energetica, dal solare all’idrogeno verde. I dati emergono dall’evento pubblico annuale di Fondazione NEST, tenuto mercoledì 27 marzo al Politecnico di Bari.

In poco più di un anno la Fondazione NEST – Network 4 Energy Sustainable Transition, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e finanziato dal PNRR – ha impegnato in attività di ricerca per la transizione energetica 15 milioni di euro e stanziato 8,820 milioni di euro con otto bandi a cascata a favore di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Nello stesso tempo ha reclutato un totale di 220 figure tra dottorandi, ricercatori, assegnisti di ricerca e tecnologi, di cui il 33% donne.

Progetto NEST: impegnati 15,1 mln per ricerche

Il Progetto NEST prevede per lo svolgimento da parte di Hub, Spoke ed affiliati di attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale, sviluppo sperimentale, formazione e aiuti ai poli dell’innovazione, spese per un totale di 118,3 milioni di euro di cui il 41% deve essere destinato alle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). A fronte di tali spese, sono previsti 114,7 milioni di euro di agevolazioni. Ad oggi sono state comunicate da parte dei partner di NEST spese in ricerca per la transizione energetica pari a 15,1 milioni di euro, ovvero il 12,75% del totale delle spese in linea con l’obiettivo condiviso con il MUR per marzo 2024.

Una quota rilevante di queste spese è stata trasmessa dalle Università pubbliche, quasi 13 milioni di euro, su un totale a loro destinato di 85,8 milioni di euro.

Dall’immagazzinamento all’agrivoltaico

Fondazione NEST ha già stanziato, tramite bandi a cascata, 8,820 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca industriale. Tra i bandi ancora aperti c’è l’ultimo, appena pubblicato e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che scade il 30 aprile, che stanzia 1,6 milioni di euro per individuare e sviluppare, tra le altre cose, processi di scale-up di materiali per l’evoluzione di test su larga scala.

Ancora aperto, fino al 19 aprile prossimo alle 12:00, anche il bando in materia di storage di energia (accumulo) coordinato dal Politecnico di Torino che finanzia progetti di ricerca di imprese private per lo studio, il progetto, la realizzazione e il collaudo di una cella di batteria intelligente con il controllo e il monitoraggio remoto; per l’ingegnerizzazione del processo di storage chimico attraverso metalli reattivi; per l’accumulo termico innovativo per reti termiche a bassa temperatura; per la realizzazione prototipica di un convertitore di tipo PPP per la ricarica di un veicolo elettrico.

L’idrogeno verde per gli aeroporti

Un altro tra i principali bandi a cascata promossi da Fondazione NEST, coordinato dall’Università di Genova, riguarda l’idrogeno verde e ha finanziato con 1.540.000 di euro progetti di ricerca di Università, Enti Pubblici di Ricerca e altri Organismi di Ricerca che vanno dallo sviluppo di sensori per la rilevazione di impurità nell’idrogeno a sistemi di propulsione ibrida a idrogeno per operazioni logistiche aeroportuali, dall’innovazione per la produzione di idrogeno verde da biomasse alla ricerca sperimentale sulla combustione di combustibili innovativi a zero emissioni di carbonio.

Dal digestato alla biomassa

Fondazione NEST, con il coordinamento dell’Università di Pisa, finanzia inoltre con 1.485.000 euro progetti pubblici e privati che riguardano le biomasse e il biofuel, dalla produzione di biointermedi mediante pretrattamento di rifiuti alla realizzazione di un impianto pilota per la purificazione della CO2 biogenica e conversione in prodotti, dalla conversione chimica del digestato per la produzione di biomassa alla realizzazione di un bruciatore basato su tecnologia mild.