L’adozione dell’Intelligenza Artificiale continua a crescere e non accenna ad arrestarsi. Lo conferma la ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano sul mercato AI italiano, constatando come quest’ultimo, nel 2022, abbia raggiunto i 500 milioni di euro, con una crescita di ben il 32% in un solo anno, di cui il 73% commissionato da imprese italiane (365 milioni di euro) e il 27% rappresentato da export di progetti (135 milioni di euro).
Oggi il 61% delle grandi imprese italiane ha già avviato almeno un progetto di AI, 10 punti percentuali in più rispetto a cinque anni fa e, in particolare, i chatbot – già utilizzati dall’81% – sono ormai diffusi quasi come gli assistenti vocali (83%).
Alcune considerazione di Spitch.ai sul boom del mercato AI in Italia
Spitch.ai, azienda internazionale ai-driven specializzata in soluzioni di tecnologia vocale, offre il suo punto di vista privilegiato sulla questione del mercato AI italiano di Alessandra Peterlin, Head of Sales & Consultancy dell’azienda: “L’intelligenza artificiale sta penetrando a livello sempre più capillare all’interno dei player di riferimento nei vari settori del mercato italiano ed internazionale, in alcuni casi ridefinendo un business preesistente, in altri andando ad aprire orizzonti completamente nuovi.
Ciò che è certo, in questa nuova frontiera dell’innovazione, è la linea guida dettata dalla customer experience, che dal punto di vista gestionale deve essere sempre più automatizzata per rispondere a criteri di efficienza ed efficacia, ma dall’altro, quello umano, deve dimostrarsi sempre e comunque altamente personalizzata e mai superficiale. In quest’ottica le tecnologie vocali stanno rivestendo un ruolo fondamentale, permettendo ai consumatori di interfacciarsi con le aziende in maniera rapida e confortevole e al customer care di poter sprigionare il vero valore dell’apporto umano.
In particolare”, continua Alessandra Peterlin, parlando del mercato AI italiano, “le tecnologie di virtual assistant come ‘prima linea di contatto, e le soluzioni di speech analytics con il loro indispensabile valore aggiunto, permettono di comprendere al meglio le dinamiche conversazionali con la clientela. La biometrica vocale, invece, consente di semplificare la relazione con il cliente, di identificarlo in maniera univoca cosi da limitare fattori di rischio importanti che possono verificarsi quotidianamente in diversi contesti.
E naturalmente”, conclude, “il futuro va in una direzione precisa: una sempre maggior integrazione di questi strumenti, che devono agire di concerto“.