Fabio Pascali di Cloudera ci insegna come ridurre la tassa sull’integrazione e superare le complessità e i problemi di conformità

Per le organizzazioni moderne, i dati possono rappresentare un vero e proprio vantaggio competitivo e rendere i processi decisionali più informati, ma per ottenere questi risultati è necessario che siano gestiti in modo efficace. La combinazione tra crescita esponenziale del volume, da un lato, e un panorama normativo sempre più complesso dall’altro (Schrems III, il Digital Services Act DSA dell’UE e le nuove leggi sull’IA) rappresenta però un ostacolo significativo ad una gestione dei dati davvero agile ed efficiente. Al fine di risolvere i problemi di scalabilità e di conformità, le aziende si sono rivolte a provider di soluzioni specifiche per la gestione dei dati, salvo poi scoprire che questi strumenti generano costi e complessità aggiuntive.

Che cos’è una tassa sull’integrazione dei dati?

In un’azienda, i dati possono essere generati da molteplici fonti come sensori IoT, siti web, dispositivi mobili, reti di partner e infrastrutture cloud, e possono risiedere in più ambienti cloud e on-premise. In Italia, oltre due terzi (67%) delle organizzazioni hanno iniziato ad adottare una strategia ibrida e, se utilizzano il cloud pubblico, il 68% ha abbracciato il modello multi-cloud. Questa complessità rende ancora più difficile ricavare informazioni dai dati e gestirli nell’intero ciclo di vita, dalla creazione e archiviazione all’analisi e oltre. Al fine di sbloccare l’intera gamma di funzionalità dei dati – dallo streaming all’ingegneria, fino all’integrazione con intelligenza artificiale e machine learning – molte imprese si sono affidate a offerte specifiche. Ciò che però stanno scoprendo è che, sebbene tali soluzioni possano essere utili per casi d’uso e processi di dati puntuali, creando l’illusione di un time to value più rapido, in realtà queste racchiudono ulteriori costi nascosti, legati in particolare agli sforzi necessari per integrarle.

Quasi tutti (99%) i responsabili decisionali IT (ITDM) in Italia ritengono che l’integrazione di più soluzioni puntuali per la gestione del ciclo di vita dei dati rappresenti una sfida che quasi un terzo (28%) ritiene particolarmente significativa. I CIO non devono considerare solo il costo tecnico dell’integrazione, ma anche la formazione specialistica necessaria per utilizzare ciascuna soluzione, ognuna delle quali richiede competenze diverse. Questo può ridurre il ROI nel medio e lungo termine, risultando – per le aziende – di fatto in una “tassa sull’integrazione dei dati”. Infatti, oltre due terzi degli ITDM ritiene che l’integrazione di queste soluzioni per l’analisi e la gestione dei dati abbia fatto aumentare il costo degli stessi. Di conseguenza, le organizzazioni si trovano a spendere oltre un terzo (36%) del loro budget IT per la gestione del ciclo di vita dei dati.

E non è solo il costo delle soluzioni specifiche a preoccupare: quasi due ITDM su tre ritengono che l’integrazione di tali soluzioni abbia reso più difficile garantire la conformità. Le organizzazioni devono avere visibilità e controllo sull’intero ambiente dei dati aziendali, anche nel cloud, per tenerli al sicuro da eventuali compromissioni e garantire che siano gestiti in conformità alle normative vigenti.

È tempo di unificare

Per affrontare queste sfide, le aziende dovrebbero cercare di unificare i propri dati attraverso una piattaforma olistica, consolidando le singole soluzioni con dati integrati da fonti disparate. Unificare i dati in questo modo consente di ridurre i costi, nascosti e non, associati alla gestione di soluzioni specifiche.  Al cambiamento tecnologico si affianca quello culturale. Le imprese dovrebbero istituire una strategia centralizzata per i dati, che tenga conto delle esigenze di tutti i team dell’azienda, invece di lasciar disporre di essi in modo disomogeneo. È inoltre consigliabile stabilire una forte governance basata su standard condivisi relativi a formati e strutture, contribuendo a ridurre i tempi e gli sforzi necessari per mappare e trasformare i dati e migliorandone al contempo la coerenza e la qualità. Con questo approccio proattivo alla governance della pianificazione, le organizzazioni possono conoscere e comprendere tutti i loro dati e renderli disponibili in modo sicuro e conforme a chi ne ha bisogno. Inoltre, tale approccio consente di stabilire un perimetro di sicurezza e di governance intrinseco alla gestione dei dati per ridurre al minimo i rischi di conformità e di violazione e supportare un’architettura moderna che soddisfi le esigenze di tutti gli utenti aziendali.

Un trampolino di lancio verso il successo

settore assicurativoI dati sono al centro di qualsiasi organizzazione moderna. Persino il successo di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa, con l’entusiasmante potenziale di innovazione che ne deriva, dipende in ultima analisi dalla qualità dei dati su cui vengono addestrate. Con un approccio basato su una piattaforma unificata, i responsabili dei dati possono ridurre questa tassa sull’integrazione e superare le complessità e i problemi di conformità, liberando tempo e risorse per realizzare progetti più critici basati sui dati e concretizzarli più velocemente, aprendo così le porte all’innovazione continua e al raggiungimento di un processo decisionale data-driven.

Di Fabio Pascali, Regional Vice President Italy, Greece & Cyprus Cloudera