FIPE – Confcommercio ribadisce la responsabilità delle piattaforme di recensioni online di adottare le misure necessarie per contrastare la pubblicazione di commenti falsi

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Da ora in avanti, le piattaforme che riceveranno una segnalazione riguardo ad una recensione sospetta saranno rigorosamente tenute a comunicare tempestivamente all’impresa le misure che intendono adottare. E’ il risultato dell’intervento di FIPE – Confcommercio che ha espresso apprezzamento per la risposta del Commissario europeo per la giustizia Didier Reynders all’interrogazione parlamentare avanzata dall’Eurodeputato Paolo Borchia. Quest’ultimo ha ribadito la responsabilità delle piattaforme di recensioni online di adottare le misure necessarie per contrastare la pubblicazione di commenti falsi.

La Federazione ha in più occasioni evidenziato che le recensioni ingannevoli rappresentano un elemento di crescente criticità non solo in danno dei consumatori, ma ha anche conseguenze negative dirette sulle imprese in termini reputazionali ed economici. Infatti le recensioni in generale hanno un impatto che può arrivare anche fino al 30% sul fatturato, alterando le corrette dinamiche di concorrenza. Questo perché, secondo una rilevazione condotta da FIPE, il 65% dei consumatori legge le recensioni prima di scegliere un locale: di questi, il 66% le ritiene decisive per la scelta del locale dove recarsi. Se poi si considera che l’82,8% dei ristoratori ritiene le recensioni molto-abbastanza importanti, si comprende facilmente perché questi sono esposti ai ricatti di chi vuole vendere recensioni false (siti di recensioni).

“Alla luce della risposta della Commissione”, commenta Roberto Calugi, Direttore Generale di FIPE-Confcommercio, “è fondamentale che le piattaforme indichino se e in che modo garantiscono che le recensioni provengono da consumatori che abbiano effettivamente usufruito del servizio, e che le imprese possano accedere agilmente alla gestione dei reclami, secondo quanto stabilito dai Regolamenti UE 2019/1150 e 2022/2065. Risulta decisivo”, conclude Calugi, “che le modalità per presentare la segnalazione vengano indicate con chiarezza e siano facilmente accessibili alle imprese: criteri che, secondo una prima analisi condotta da FIPE, non si riscontrano nei siti delle principali piattaforme”.