In questo articolo, il media buyer Ale Lorenzi, condivide alcuni suggerimenti per una comunicazione sui social network efficace.

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Ale Lorenzi, Media Buyer

Il mondo è iperconnesso. Gli utenti e i potenziali clienti ricorrono spesso ai social network per avere informazioni sul brand, per capire come esso si differenzi dagli altri. Per questo, “autenticità” è la parola chiave in una strategia social.

Secondo un report di 99firms, oltreoceano si stima che negli USA il 71% delle aziende sia presente sul social network e, anche in Italia, questa tendenza è in aumento. Instagram, ad esempio, con i suoi 25,6 milioni di utenti attivi solo nel Paese, è diventato uno strumento fondamentale per la crescita e lo storytelling delle aziende italiane.

Comunicazione sui social network: tre errori da evitare

Ma in un’era iperconnessa, in cui i social network sono diventati parte integrante degli strumenti di lavoro e di comunicazione per le imprese contemporanee, le sfide quotidiane per non incorrere negli errori più comuni sono tante.

Ale Lorenzi, media buyer e consulente, spiega infatti che “le aziende e i business vivono sempre la pressione di essere presenti e attivi anche online e, il primo errore che commettono, è proprio quello di non creare e puntare sulla propria autenticità. Essendo spinte dall’ansia di voler essere sempre connesse e online, molte imprese italiane finiscono per copiare intuizioni, strategie e modi di fare di altri brand e questo diventa inefficace per la comunicazione dell’azienda. L’autenticità, invece, avvicina gli utenti alla storia del business e ai propri valori. Il secondo errore più frequente è, invece, il non saper raccontare la propria storia. Le storie vendono, e la presenza dello storytelling all’interno delle campagne pubblicitarie e del marketing non fa altro che confermare questo trend. È importante saper raccontare come è nata la propria idea; chi fa parte del nostro business e come si è sviluppato il nostro team andando a trasmettere agli utenti l’essenza del brand. Il terzo errore, infine, è quello di non capire e analizzare il buyer persona della nostra azienda, ovvero il non fare l’identikit del nostro cliente. Si finisce per fare una comunicazione sui social network inefficace e una campagna pubblicitaria completamente sbagliata e non parliamo alla persona giusta”.

Il “problema” dell’algoritmo

E, se si pensa all’iperconnessione, non si può non prendere in considerazione l’impatto che, ad oggi, l’algoritmo ha sulla visibilità dei business online. Vivere sempre connessi con costanza e ciclicità nella pubblicazione: quanto l’algoritmo dei social network può danneggiare le imprese?

Gli algoritmi dei social network presentano questa novità – la costanza”, continua Ale Lorenzi, “come Tik Tok in cui dobbiamo essere sempre attivi e, anzi, più pubblichiamo e meglio è per la nostra visibilità. Su altri social invece, come Instagram, Facebook e Youtube in cui l’algoritmo ci permette di poter pubblicare meno, riusciamo comunque ad avere una cassa di risonanza per la nostra presenza online con una minor presenza. Possiamo dire che la costanza sia l’elemento chiave di ogni social sebbene ciascuno di essi abbia sviluppato delle metriche differenti. Per le imprese che vogliono crescere ed arrivare al giusto pubblico, è fondamentale essere presenti e costanti online facendo un piano editoriale accurato, capendo quali siano i trend del mercato, quali siano i valori ricercati dal pubblico e quali siano le tipologie di proposte cercate o ignorate dagli utenti. È fondamentale che le aziende facciano una ricerca di mercato estremamente approfondita sia a livello di adv che di marketing per riuscire a fornire all’utente ciò che sta chiedendo, ovviamente con uno stile comunicativo ben preciso”.  

E infine, la multicanalità

E se la presenza e costanza sono due degli elementi fondamentali per lo sviluppo di un business sui social network, secondo alcune ricerche americane, è proprio la qualità della comunicazione in termini di forma e sostanza a dover rispecchiare esattamente l’anima di un business.

Ora più che mai, è sempre più importante la qualità non solo di contenuto ma anche di forma. Su Youtube, è necessario avere una qualità tecnica del video per potersi aspettare un risultato ottimale: da come giriamo un video, alla qualità e impostazione delle luci e dell’inquadratura o del suono. Siamo in un’epoca in cui, per i creatori, gli influencer e anche le imprese servirà puntare più sulla qualità che sulla quantità”, prosegue Ale Lorenzi. “Potrebbe sembrare quasi un controsenso, dato ciò che ci impone l’algoritmo, ma dobbiamo riuscire a creare un giusto match per abbinare la qualità in termini di forma e contenuto ad una costanza nella pubblicazione. Le imprese saranno sempre più obbligate ad essere presenti online d’ora in poi e chi non ha capito come attuare una strategia ad hoc per essere presente e multicanale, offrendo contenuti di qualità e differenziandosi nel settore, purtroppo non riuscirà a sviluppare un business al massimo delle proprie potenzialità”.