Condividiamo gli interventi susseguiti durante il convegno dedicato all’importanza della formazione in cybersecurity patrocinato da Roma Capitale.

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Si è tenuto venerdi 21 luglio, in Campidoglio, presso la sala della Protomoteca, il Convegno “Cybersecurity: la formazione come leva della crescita del Paese“, iniziativa patrocinata da Roma Capitale e promossa dalla Cyber Security Italy Foundation, la prima fondazione no profit in Italia sul mondo cibernetico, presieduta da Marco Gabriele Proietti. Al convegno dedicato all’importanza della formazione in cybersecurity nel processo di digitalizzazione del Paese, ha preso la parola Il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito, On. Paola Frassinetti, su delega del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dichiarando: “Sviluppare una cultura della sicurezza informatica partendo dai più giovani rappresenta la chiave di volta per sventare le future e sempre più frequenti minacce digitali. Formare ragazzi e ragazze, ma anche docenti, in una materia così decisiva deve essere prioritario in ciascun percorso scolastico per combattere la disinformazione già dalle scuole primarie”.

Gli interventi del primo panel: formazione in cybersecurity, talenti e collaborazione tra pubblico e privato

Tre tavole rotonde, tredici relatori. Governo, istituzioni, aziende e esperti a confronto sui temi della formazione in cybersecurity, della necessità per il nostro Paese di attrarre talenti e delle sinergie da implementare tra pubblico e privato.

Insieme al Sottosegretario Paola Frassinetti nel primo panel, moderato dal direttore del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione, l’ing Angelo Tofalo, sono intervenuti Nicola Carè (IV Commissione Difesa e componente Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO), Alessandro Colucci (I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio ed Interni e Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati) e Salvatore Deidda (Presidente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni).

Alessandro Colucci è anche promotore e presidente dell’Intergruppo Per la Sicurezza Informatica e Tecnologica: “Entro l’anno ci saranno tutte le condizioni per depositare la prima proposta di legge sulla Cyber sicurezza formulata dai componenti dell’intergruppo. Una legge condivisa con senatori e deputati che sia in grado di rendere il Paese preparato ad affrontare i rischi informatici, i cyberattacchi e che faccia maturare una coscienza sulle minacce del dominio digitale”.

Nicola Carè ha invece sottolineato: “L’impegno a presentare disegni di legge volti a disciplinare i settori ancora inesplorati quali il territorio spaziale e la cybersecurity: la formazione specifica in cybersecurity sarà sicuramente essenziale. Un Paese che non metta la cybersecurity al centro delle proprie politiche di trasformazione digitale è quindi un Paese che mette a serio rischio la propria prosperità economica e la propria indipendenza”.

Salvatore Deidda ha invece confermato: “L’impegno dell’attuale Parlamento, sulla scorta della consapevolezza sui temi della difesa del dominio digitale maturata nella scorsa legislatura, a creare una solida filiera di formazione che valorizzi ulteriormente competenze e tecnologie”.

Gli interventi della seconda tavola rotonda

Nel secondo panel del convegno dedicato alla formazione in cybersecurity, moderato dalla giornalista Rai Barbara Carfagna, si sono confrontati esponenti tecnici delle istituzioni: Paolo Atzeni (Direttore per lo sviluppo di capacità e competenze – Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), Nicla Ivana Diomede (Direttore del Dipartimento di Cybersecurity e Sicurezza urbana di Roma Capitale), Ivano Gabrielli (Direttore del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni), Ettore Sala (Capo Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione – Ministero della Giustizia).

L’esigenza di formazione in cybersecurity va in tante direzioni”, spiega il prof. Paolo Atzeni, “e serve un approccio a lungo termine partendo dai giovani attraverso la scuola e l’università. È necessario promuovere la Cybersicurezza e l’informatica fin dalla scuola così che nella vita della comunità non ci sia separazione fra aspetti umanistici e tecnologici, ma una formazione integrata, un insieme di know how che contribuisce alla crescita della persona, del cittadino”.

Secondo Ivano Gabrielli: “È necessario concentrare con attenzione le risorse in termini di formazione per gli esperti di cyber sicurezza del domani. Il futuro del nostro Paese in questo settore dipenderà da ciò. Investire, dunque, subito su persone, processi e tecnologie. Occorre promuovere percorsi di formazione coinvolgendo anche singolo utente. Del resto siamo tutti cittadini digitali”.

Stiamo rifinendo la prima strategia di Cybersicurezza di Roma Capitale, con la distribuzione, la mappatura di ruoli e responsabilità e la rivisitazione dei processi in modo che siano conosciuti da tutti gli attori dell’ente: dai decisori politici, ai dipendenti, a tutte le strutture organizzative. Ci stiamo preparando al meglio per affrontare il Giubileo”, ha infine dichiarato Nicla Ivana Diomede.

La terza e ultima tavola rotonda

Al centro della tavola rotonda conclusiva il mondo delle imprese con protagonisti Stefano Bordi (Direttore della Cyber & Security Academy di Leonardo), Alessandro Fontana (Amministratore Delegato di Trend Micro Italia), Emiliano Massa (Area Vice President Southern Europe di Proofpoint), Marco Molinaro (Accenture Security Lead per Italia, Centro Est Europa e Grecia), Eugenio Santagata (Chief Public Affairs & Security Officer di TIM e Ceo Telsy).

Eugenio Santagata ha sottolineato l’importanza della formazione in cybersecurity affermando: “Il mercato della Cybersecurity ha bisogno di professionisti altamente qualificati per raggiungere l’obiettivo di innalzamento della sicurezza e resilienza delle organizzazioni private, delle pubbliche amministrazioni, dei privati cittadini, e del sistema Paese nel suo complesso. In tal senso l’importanza della formazione in questo settore strategico è fondamentale e costituisce un fattore abilitante. È essenziale promuovere corsi obbligatori di educazione al digitale già dalle scuole medie, realizzati grazie alla collaborazione pubblico-privata”.

La formazione in cybersecurity è un processo dinamico che non si deve fermare mai”, ha spiegato invece Marco Molinaro. “Negli ultimi due anni abbiamo assunto quasi duemila persone nell’ambito della cybersecurity, di cui il 45% donne. Siamo partner e collaboratori di numerose università in tale ambito, abbiamo delle nostre Accademie che formano trasversalmente su specifiche esigenze dei nostri mercati di riferimento”.

La digitalizzazione non esiste senza cyber security. Investiamo in competenze e risorse umane e rinnoviamo le tecnologie. Solo così saremo in grado di proteggere le nostre infrastrutture critiche. Puntiamo su una digitalizzazione sicura. La sicurezza sia un requisito imprescindibile nel processo di digitalizzazione, sia parte integrante di ogni bando di gara. Altrimenti il sistema rischia di non essere attrezzato”, ha concluso Stefano Bordi. L’incontro dedicato alla formazione in cybersecurity è stato anche l’occasione per fare un punto sulle iniziative avviate dalla Fondazione.