Di quali costi si devono fare carico i dipendenti che sono tornati a lavorare in ufficio? Il 65% cercherebbe un altro lavoro se venisse loro richiesto di spendere più per lavorare in ufficio

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In Italia stiamo toccando margini d’inflazione tra i più bassi in Europa, ma nonostante ciò le spese necessarie per il lavoro sono in aumento. È quanto afferma più della metà dei dipendenti intervistati nel nuovo sondaggio di Capterra che indaga i costi legati al lavoro e le esigenze di chi è tornato a lavorare in ufficio. Generi alimentari, utenze e carburante sono tra i beni e servizi per i quali gli intervistati hanno registrato un maggiore aumento dei costi e oltre il 70% ha dichiarato che il proprio salario non si è adeguato per stare al passo con la quantità di denaro spesa per svolgere il proprio lavoro.

  • Come è emerso dai dati nella prima parte dello studio, il 71% dei dipendenti, che lavora in ufficio o in maniera ibrida, percorre un minimo di 5 km per raggiungere il lavoro e il 57% lo fa con auto o moto, il 23% con i mezzi pubblici e l’11% a piedi.
  • Questi dati sono ancora più rilevanti se si considera che secondo il sondaggio le maggiori spese per lavorare in ufficio sono legate per il 54% proprio al carburante, seguito dal 20% per i trasporti pubblici e il 13% per i pasti.
  • Ma non solo. A gravare sui costi per lavorare in ufficio ci sono anche spese che potrebbero essere considerate accessorie, ma che comunque contribuiscono all’aumento del costo del lavoro. Per lavorare in maniera presenziale, gli intervistati indicano tra le maggiori spese accessorie l’abbigliamento professionale (per il 23%), l’assistenza dei bambini (per il 12%) e la custodia di animali domestici (per il 5%).

Come reagirebbero i dipendenti se dovessero spendere di più per lavorare in ufficio?

Alla luce del crescente aumento dei costi, già evidenziato in uno studio di Capterra del 2023, e del costante dibattito tra chi favoreggia il lavoro a distanza e chi invece quello in presenza, abbiamo chiesto agli intervistati cosa farebbero se il datore di lavoro chiedesse di spendere una quantità di denaro irragionevole per recarsi al lavoro e ci hanno risposto così:

  • il 65% cercherebbe un altro lavoro,
  • il 63% chiederebbe un aumento
  • e il 12% rassegnerebbe le proprie dimissioni.
  • È interessante notare che il 28% non prenderebbe una decisione in questa direzione ma si limiterebbe a ridurre la propria produttività, scelta che potrebbe essere altrettanto impattante per i datori di lavoro.
  • Emergono anche altre due risposte, più basse in percentuale, ma comunque significative: il 7% degli intervistati se ne lamenterebbe in modo pubblico sui social media e un altro 7% scriverebbe una recensione negativa online sul proprio datore di lavoro; azioni che hanno il potere di rovinare la reputazione online di un’azienda.

Infine, rispetto ai costi che dovrebbero essere interamente coperti dall’azienda il 75% degli intervistati situa al primo posto il parcheggio, il 61% invece i pasti, il 53% i pedaggi e il 50% il trasporto pubblico.

Se le aziende richiamano i dipendenti a lavorare in forma presenziale, è importante che prendano in considerazione le loro necessità. In questo modo sarà possibile creare un ambiente di lavoro produttivo ed efficiente, evitando di perdere talenti e risorse.” Giorgia Pisano, Content Analyst per Capterra Italia