Ultimamente si sente parlare spesso del fenomeno delle grandi dimissioni, probabilmente è una conseguenza post pandemica ma, non è una risposta così scontata. In questo periodo di grandi cambiamenti, non sono solo i lavoratori a dover colpire i datori di lavoro, ma anche le aziende devono fare di tutto per attrarre talenti o trattenere quelli già presenti ed evitare a tutti i costi il burnout. Il successo di un’azienda, infatti, non si misura solo dai bilanci, ma molto dipende anche dalle risorse umane, dalla soddisfazione e dal benessere delle persone. La motivazione del personale porta molti vantaggi, primo fra tutti il miglioramento delle performance. Le persone motivate danno sempre il meglio di sé, a beneficio del raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Come fare allora per avere persone sempre motivate? CoachHub, piattaforma mondiale per il coaching digitale, ha individuato sette importanti fattori motivazionali.
- Responsabilità e autonomia
Per essere motivato un dipendente deve essere responsabilizzato. Il manager deve definire obiettivi chiari e precisi, mentre sta al dipendente determinare il percorso più adatto per raggiungerli. Un buon manager, quindi, indica cosa, quando e perché, ma lascia che sia il lavoratore a decidere come. Maggiore è l’autonomia nel lavoro maggiori sono i livelli di motivazione, soddisfazione e creatività del personale.
- Riconoscimento del lavoro e del valore di ciascun dipendente
Il riconoscimento delle competenze di un dipendente, del lavoro svolto e del suo valore per l’azienda ha un reale effetto sulla motivazione del personale. É perciò importante riconoscere le qualità professionali e assegnare compiti corrispondenti alle attitudini di ciascuno. I dipendenti che non si sentono apprezzati spesso finiscono con il cercare altrove migliori opportunità. Vedere riconosciuto il proprio valore all’interno dell’azienda è motivante e porta con sé un aumento del benessere, del coinvolgimento, della fedeltà e della produttività.
- Ambiente di lavoro piacevole
Le persone trascorrono al lavoro buona parte del loro tempo e la qualità della vita sul posto di lavoro è per molti un aspetto fondamentale. Così, i buoni rapporti tra colleghi e la coesione dei team di lavoro si traduce in crescita professionale e, quindi, in motivazione. Allo stesso tempo, un ambiente piacevole e cose semplici come sorgenti di luce naturale, la presenza di piante e quadri alle pareti o la disponibilità di un angolo caffè aiutano ad alleviare lo stress e a far sentire le persone benvenute e, perciò, motivate a dare sempre il loro meglio.
- Work-life balance
Tema particolarmente caro alla generazione Y, l’equilibrio tra vita e lavoro può essere raggiunto attraverso una serie di azioni: ad esempio, incentivando lo smart working, promuovendo corsi di sviluppo personale o incoraggiando la pratica di hobby anche sul posto di lavoro. L’equilibrio tra vita privata e professionale favorisce soddisfazione, benessere e motivazione del personale, il che si traduce per l’azienda in migliori performance, perché una persona riposata e in buona salute farà del proprio meglio per produrre risultati soddisfacenti. Se, al contrario, il dipendente si sente sommerso dal lavoro rischia il burnout e, quindi, un peggiore rendimento sul lavoro.
- Sviluppo delle competenze professionali
L’adozione di un programma di sviluppo professionale è essenziale per motivare i talenti. Fondare la cultura aziendale su un processo di formazione e sviluppo continui aiuta a creare un clima positivo e costruttivo. Solo investendo sullo sviluppo delle competenze e offrendo prospettive di crescita, l’azienda aumenterà la motivazione dei propri collaboratori.
- Gestione partecipativa
Un manager chiuso nella sua torre d’avorio è inconcepibile. Al contrario, un manager disponibile è una grande fonte di motivazione; questi deve essere presente sul campo per supportare le persone nelle loro attività quotidiane, motivarle e riconoscere i punti di tensione. Un manager che sia anche un buon motivatore deve, perciò, saper ascoltare il proprio team, intercettarne i bisogni e individuarne le difficoltà. Solo così può essere il vero promotore della motivazione. Tuttavia, non tutti i manager hanno l’esperienza o la formazione adatta per assumersi il compito di stimolare la motivazione del personale. Ecco perché programmi di coaching personalizzati in questi casi può essere la chiave per sviluppare le competenze manageriali e interpersonali necessarie a diventare manager migliori.
- Remunerazione adeguata
Lo stipendio, per quanto non sia più la molla principale per la motivazione, è pur sempre importante. La remunerazione per dipendenti motivati e impegnati deve essere equa, in linea con le competenze, la posizione e l’anzianità di servizio. Con stipendi adeguati, i dipendenti provano un senso di soddisfazione e sono incentivati a performare al meglio.