Dal 12 settembre entrerà in vigore il Data Act e Cefriel e Osborne Clarke presentano un paper che spiega come affrontare obblighi, ruoli e scadenze del Regolamento

Data-Act

Il conto alla rovescia è iniziato: il 12 settembre 2025 il Data Act sarà applicabile e le imprese dovranno garantire agli utenti l’accesso e la portabilità dei dati generati dai prodotti connessi. Per aiutare le aziende a cogliere questa sfida – e trasformarla in un’opportunità – Cefriel, insieme allo studio legale Osborne Clarke, pubblica l’instant paper “Data Act: opportunità e obblighi per le aziende”, firmato da Nadia Scandelli, Stefano Iaconelli (Cefriel), Gianluigi Marino e Antonio Racano (Osborne Clarke).

Il documento analizza dal punto di vista legale ed operativo il nuovo Regolamento europeo che ridefinisce il rapporto tra aziende, tecnologie e valore dei dati: non uso esclusivo da parte del data holder, ma accesso equo, trasparente e strutturato per utenti e terze parti. Il Data Act apre così una nuova fase per il mercato dei prodotti connessi (smart), spingendo le imprese a ripensare architetture tecniche, modelli di servizio e governance contrattuale.

L’economia attuale vive sui dati”, afferma Alessandro De Biasio, AD di Cefriel, “e il Data Act, pur introducendo nuovi obblighi normativi, rappresenta una leva strategica per tutte quelle aziende che sapranno trasformare l’accesso ai dati in una risorsa di valore. A partire dai dati del prodotto connesso, si aprono molteplici possibilità di sviluppo e innovazione”.

Quali le imprese coinvolte nel Data Act?

Il Data Act ha un impatto su un’ampia gamma di soggetti che operano nell’ecosistema dei prodotti connessi e dei servizi digitali correlati ai prodotti connessi. La normativa introduce nuove responsabilità e obblighi specifici, a partire dai titolari dei dati che devono preoccuparsi di rendere i dati accessibili e condivisibili con terzi su richiesta. Inoltre, il Regolamento prevede che tutto sia trasparente e regolato contrattualmente, che i titolari dei dati vincolino anche la catena di fornitura e che l’utente finale abbia il diritto di richiedere l’accesso a tutti i dati che ricadono nel campo di applicazione del Regolamento.

Quali le scadenze chiave?

Due le date fondamentali del Data Act:

  • 12 settembre 2025: i dati generati dai prodotti connessi dovranno essere resi accessibili e condivisibili, in modo semplice e gratuito.
  • 12 settembre 2026: i prodotti connessi dovranno essere progettati per offrire accesso “diretto” ai dati, senza intermediazione del titolare.

Queste scadenze impongono alle aziende una revisione profonda dei processi, dei contratti e delle interfacce digitali, per garantire non solo la compliance, ma anche un posizionamento competitivo nel nuovo scenario data-driven.

Quali le opportunità per le aziende?

Gestire le applicazioni concrete del Data Act”, spiegano Gianluigi Marino e Antonio Racano, “è un’occasione per fare, all’interno di molte realtà imprenditoriali, una riflessione strategica sullo sfruttamento delle informazioni, siano esse dati personali o meno. Se affrontato nel modo corretto e con lungimiranza, può diventare davvero uno strumento di business”.

Il Paper illustra in modo chiaro e sintetico perché il Data Act rappresenti un “game changer” per le aziende, a partire dai dati funzionali generati durante l’uso delle macchine che possano essere utilizzati per supportare l’evoluzione del prodotto, secondo un approccio orientato al miglioramento continuo. La disponibilità dei dati consente inoltre di immaginare nuovi servizi a valore aggiunto, come nel caso della manutenzione predittiva, spingendo molte aziende manifatturiere ad abbracciare logiche di servitization, in cui il valore non si concentra più solo sul prodotto, ma sull’esperienza e sulla continuità operativa garantita al cliente. A questa trasformazione si lega l’opportunità cruciale di creare vantaggio competitivo, grazie allo sviluppo di nuovi algoritmi, soluzioni digitali, strumenti di benchmarking e offerte su misura. Anche rafforzare la relazione con il cliente è un effetto positivo altrettanto importante, in quanto offrire servizi digitali personalizzati basati sui dati contribuisce ad aumentare la fidelizzazione, arricchire l’esperienza d’uso e aprire nuove fonti di ricavo, consolidando la competitività sul mercato.

Come prepararsi al Data Act?

Il nuovo instant paper di Cefriel e Osborne Clarke fornisce una guida operativa per affrontare in modo strutturato gli adempimenti previsti dal Regolamento, attraverso la mappatura dei prodotti connessi, l’analisi dei dati generati, la valutazione dei gap normativi e tecnici e la definizione di contratti e architetture coerenti con la nuova disciplina.

Non si tratta solo di essere conformi”, conclude Alessandro De Biasio. “Il vero obiettivo è delineare una strategia aziendale che, partendo dalla governance dei dati e dalla sicurezza, permetta di trasformare l’adeguamento normativo in una leva per innovare, migliorare l’offerta e rafforzare il proprio posizionamento sul mercato”.