
Il mercato del Retail in Italia ha visto nel 2024 il consolidamento degli investimenti in progetti di innovazione digitale avviati nel 2023, registrando una crescita complessiva del 3,2%.Tuttavia, se da un lato il digitale continua a guadagnare terreno, dall’altro il negozio fisico resta centrale nella customer journey, spingendo le aziende a investire in strategie omnicanale sempre più integrate. Le soluzioni maggiormente implementate riguardano l’attivazione di chioschi digitali (31%) e di sistemi di monitoraggio dei flussi in store (31%) per ottimizzare la customer experience.
È proprio in questo contesto che si inserisce il ruolo cruciale del Digital Out Of Home come potente leva per il Drive-To-Store. Infatti, il DOOH si sta rivelando uno strumento fondamentale per connettere il mondo digitale con quello fisico, grazie alla sua capacità di combinare impatto visivo, targeting contestuale e flessibilità creativa. A differenza della cartellonistica tradizionale, il Digital Out Of Home permette una comunicazione memorabile, dinamica, adattabile al contesto e geolocalizzata, in grado di intercettare il consumatore e invogliarlo ad entrare all’interno di un negozio.
Come lavorano in sinergia il Digital Out Of Home e il mondo Retail?
“Oggi il Retail non è più solo un punto vendita, bensì diventa un vero e proprio mezzo di comunicazione ad alto valore, in particolare grazie all’integrazione con strumenti come il Digital Out Of Home. Gli spazi fisici dei negozi, arricchiti da contenuti dinamici e contestuali, diventano canali di comunicazione attivi, in grado di intercettare il consumatore nel momento e nel luogo giusto. Inoltre, danno la possibilità ai brand di sviluppare la propria narrazione su touchpoint differenti ma in dialogo tra loro.” – spiega Claudia Sgura, Sales Manager di Sweet! Media.
Il Digital Out Of Home può essere quindi integrato al Retail attraverso due modalità diverse, che possono essere attivate anche in sinergia tra loro per massimizzare l’efficacia della comunicazione:
- Retail come centro della comunicazione pubblicitaria: il punto vendita rappresenta il fulcro attorno al quale si costruisce la strategia DOOH. I contenuti pubblicitari vengono veicolati sugli schermi posizionati nelle immediate vicinanze del negozio come ad esempio: pensiline, totem digitali o schermi lungo le strade ad alta percorrenza. L’obiettivo è quindi quello di intercettare il target nel momento in cui è più propenso ad entrare nello store. Questo modello valorizza la prossimità e rafforza la capacità del DOOH di generare traffico fisico, rendendo il punto vendita la destinazione finale e il centro dell’esperienza.
- Retail come canale media: il negozio stesso diventa parte attiva del circuito DOOH, ospitando negli spazi interni oppure in vetrina i supporti digitali sui quali vengono trasmesse le comunicazioni pubblicitarie. Il punto vendita assume così un ruolo attivo e si trasforma in un touchpoint ad alto impatto, capace di influenzare il comportamento d’acquisto nel momento della decisione.
Tra i vantaggi dati dall’unione del Digital Out Of Home e il mondo Retail, troviamo quindi la possibilità di amplificare l’attenzione dei consumatori all’interno o nei pressi del negozio che si intende presidiare, personalizzare l’adv erogata grazie a specifici trigger – come ad esempio le condizioni metereologiche – ed intercettare un target già potenzialmente disposto ad acquistare. Inoltre, è possibile integrare il DOOH con altri canali come Mobile e Connected TV, così da amplificare la portata del messaggio e ritargettizzare chi è stato esposto alla comunicazione.
Le metriche del DOOH nell’ambito del Drive-To-Store
In relazione al mondo Retail, il Digital Out Of Home evolve verso una logica performance-driven, grazie all’utilizzo del Drive-To-Store in ottica di retargeting. Questo significa che le campagne non si limitano più a mostrare un messaggio ad un pubblico più ampio possibile, ma mirano concretamente a generare un’azione misurabile nel mondo fisico. In altre parole, il DOOH diventa un media che abilita, in sinergia con il Drive-To-Store, un Cost Per Action (CPA) reale. L’azione, quindi, non avviene più online (clic, visualizzazione, conversione digitale), ma nella vita reale, ossia con la visita al punto vendita.