Ecco come si sono evolute le strategie a seguito della Pandemia

ESET_ Gaming - digital marketing nel gaming

Con l’avvento della pandemia da Covid 19 sono cambiate le abitudini degli italiani e, di conseguenza, deve cambiare anche il modo di vendere un prodotto.

Ormai il digitale è entrato in tutti gli aspetti della nostra vita. Che sia per comprare, per leggere, per passare il tempo o per studiare, la prima cosa che ci viene in mente è quella di accendere il cellulare o il pc, non di certo quella di uscire di casa.

Il nuovo paradigma di consumo, dunque, è quello della rete. Per forza di cose, quindi, deve cambiare anche il paradigma di comunicazione, di acquisto, di marketing. Se i punti vendita di oggi e domani si basano sulla realtà virtuale e aumentata, sull’intelligenza artificiale e sullo streaming, anche le strategie di advertising e di fidelizzazione devono guardare a questo movimento. Il mondo del gioco digitale ha provato ad anticipare i tempi mettendo in campo campagne di acquisizione clienti simili ai vecchi coupon, come si legge in questa pagina, basate su bonus e altre agevolazioni simili. Mosse che hanno segnato il progressivo calo del segmento fisico, azzerato dalle chiusure e dai lockdown, che adesso però deve rialzare la testa. Come? Guardando al marketing phygital, termine che unisce le due componenti “psychal”, fisica appunto, e “digital”. Ha provato a capire come Davide D’Andrea Ricchi, esperto di marketing e autore del libro “Let’s Franchise e Let’s Digitalize”.

“Chiediamoci quando è l’ultima volta che siamo entrati in un negozio e abbiamo provato un’emozione o un’esperienza unica? – prova a chiedersi sulle colonne di Forbes Italia – Pochi riuscirebbero a rispondere a questa domanda, raccontando un aneddoto originale. I negozi fisici devono comprendere che il consumatore che hanno di fronte è cambiato e che sbagliano se gli raccontano la stessa storia di 20 anni fa”.

Quello che mette in risalto D’Andrea Ricchi è che questa continua corsa al digitale abbia prodotto una sorta di assuefazione negli utenti, che vorrebbero invece un tocco umano, fisico: “Il negozio è lo spazio privilegiato per far avvenire questo matrimonio tra fisico e digitale. Il gaming è invece la ricetta per attrarre le nuove generazioni. Non è un caso che grandi catene stiano puntando sulle principali piattaforme di gaming per sfruttare il potere di attrazione di realtà aumentata e virtuale, come McDonald’s per esempio”.

La componente fisica, insomma, non può scomparire. Ma si deve trovare il modo di integrarla con il digitale, che è ormai il presente e sarà sempre di più il futuro.