Per avere successo le società non devono sottovalutare il fattore sostenibilità e, tantomeno, la Green IT considerato l’aumento dei consumi energetici dei data center.

Green IT

Se la digitalizzazione dei processi consente di risparmiare risorse nelle singole aziende, la trasformazione digitale porta a un loro uso esponenziale a livello mondiale. I crescenti flussi di lavoro virtuali generano quantità sempre maggiori di dati che vengono archiviati nei data center, i quali, a seconda della dimensione e costituzione, producono più o meno emissioni di CO2. Gli studi dimostrano che le attività dei data center rappresentano già il due per cento del consumo energetico mondiale. Uno scenario ancora più preoccupante si verifica quando i dati vengono archiviati ma non analizzati né utilizzati per il business dell’azienda. La scelta del luogo di archiviazione, del formato dei dati e della giusta piattaforma sono quindi passi cruciali sia per il successo aziendale che per la salvaguardia dell’ambiente. Ciò conferisce al Green IT un’importanza davvero degna di nota.

Iniziative, indicazioni e certificazioni

Misure come gli Stati Generali della Green Economy promossi dal Consiglio Nazionale o la direttiva europea sulla progettazione ecocompatibile puntano a mantenere il consumo di elettricità da parte dell’IT relativamente costante nel tempo. In Italia si stima ci siano circa 3.000 data center il cui consumo totale si aggira intorno a 1 Gigawatt (circa il 2% del consumo nazionale totale).

Ma la tecnologia blockchain e l’intelligenza artificiale stanno facendo aumentare i consumi dei data center. Secondo The Shift, il consumo energetico delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) aumenta del 9% ogni anno. È possibile limitare questa crescita all’1,5% annuo passando a pratiche digitali attente e rispettose dell’ambiente. La transizione digitale, così come è attualmente attuata, partecipa al riscaldamento globale più di quanto contribuisca a prevenirlo. La necessità di agire è quindi urgente.

Che ruolo gioca la green IT nelle aziende?

Secondo uno studio di Capgemini, l’IT cosiddetta “verde” svolge attualmente un ruolo marginale nella maggior parte delle aziende: solo un’azienda su cinque con una strategia di sostenibilità tiene conto del contributo dell’IT al clima. Secondo il 53% degli intervistati, ciò è dovuto, tra l’altro, alla mancanza di competenze. Aggiungiamo che solo il 43% dei dirigenti è a conoscenza della quantità di emissioni di CO2 causate dall’IT, solo il 18% dispone di una strategia completa con scadenze e obiettivi concretamente definiti e solo il 6% sta già implementando l’IT sostenibile. E la situazione non cambierà nei prossimi anni dato che solo il 22% delle aziende prevede di ridurre la propria impronta di CO2 di oltre un quarto attraverso questo strumento.

Tuttavia, le aziende hanno riconosciuto l’importanza di decisioni aziendali sostenibili basate sui dati. Secondo uno studio di Cloudera, più di un quarto dei decisori aziendali (26%) sta dando priorità agli investimenti verso una governance ambientale, sociale e aziendale (ESG) piuttosto che lo sviluppo di nuovi prodotti/servizi (24%) o l’accelerazione della crescita finanziaria (21%).

Non si tratta però di una scelta del tutto altruistica, perché oltre alla necessità ecologica, non si possono ignorare i vantaggi economici della Green IT, sia in termini di risultati aziendali che di reputazione sociale, immagine del marchio e fedeltà dei clienti. Le aziende che affrontano questi temi ottengono un reale vantaggio competitivo nei confronti di clienti e talenti. Se le imprese desiderano veramente integrare la sostenibilità devono iniziare a utilizzare i dati per fornire risultati più sostenibili più velocemente. Se non si agisce tempestivamente, il 27% dei decisori aziendali ritiene che i dipendenti possano lasciare l’azienda – aspetto particolarmente critico in tempi di carenza di lavoratori qualificati.

di Fabio Pascali, Regional Vice President per l’Italia di Cloudera