L’intelligenza dei dati viene definite come la capacità di sfruttare metadati aziendali, tecnici, relazionali e operativi per garantire trasparenza e mettere a disposizione processi, tecnologie e dati certi.

intelligenza dei dati
intelligenza dei dati

Un tempo, qualcuno ha descritto la scienza dei dati come “il lavoro più affascinante del XXI secolo”. Ad oggi, tuttavia, è difficile capirne il motivo. Secondo un recente studio di IDC sull’intelligenza dei dati, i professionisti del settore dedicano, in media, il 67% del tempo alla ricerca e alla preparazione dei dati. In una normale giornata lavorativa, significa destinare, quasi cinque ore, alla sola amministrazione.

Lo stesso studio ha rilevato che, solamente, il 12% del tempo viene dedicato alla produzione di informazioni utili e approfondite, nonostante questo aspetto sia fondamentale per supportare le attività delle aziende. Contestualizzando questo risultato, ciò rappresenta poco più di un’ora al giorno.

Purtroppo, man mano che le informazioni aumentano, il tempo sarà sempre più assorbito dai compiti amministrativi. Più dati sono disponibili e più facilmente vengono racchiusi in compartimenti stagni. Questo tipo di conservazione porta ad avere gruppi di nozioni incomplete, a discapito della loro qualità ed efficacia. Di conseguenza, il risultato sarà un caos di informazioni. Questo problema è stato amplificato dal COVID-19: la pandemia ha aumentato il numero di dati, interni ed esterni e le aziende hanno creato nuovi compartimenti, nel tentativo di capirne l’impatto sul proprio business e rispondere al meglio alle esigenze dei clienti, dei dipendenti e della società in generale.

Stiamo tenendo sotto controllo la pandemia? Rischiamo di avere carenze di risorse sanitarie? Stiamo raggiungendo il picco delle infezioni? I dati di geolocalizzazione possono aiutarci a fermare il COVID-19? Come possiamo gestire la situazione limitando gli effetti sulla privacy? Ormai, tutti abbiamo capito quanto l’informazione sia importante per aiutarci a rispondere a queste domande e, in ultima analisi, a uscire dalla crisi.

 

Perché i dati sono diventati così importanti: da un approccio frammentario a una visione olistica

Nella nostra vita quotidiana, i dati sono importanti perché favoriscono il benessere sociale, la crescita economica e possono, persino, essere convertiti in energia pulita. Tuttavia, se sfuggono al controllo vengono accumulati, in quantità eccessiva e si possono verificare seri problemi o danni enormi.

Infatti, una visione parziale o distorta di queste informazioni può avere un impatto negativo sui risultati finanziari o, in alcuni casi, portare a forme di discriminazione. Solo con una visione completa, i professionisti possono fornire nozioni precise e fruibili e prendere decisioni corrette per portare avanti l’attività, in questo clima di rischi e incertezze.

Per questo motivo, i dati sono la linfa della trasformazione digitale e una risorsa essenziale nei momenti di crisi.

Data Intelligence: un’occasione sprecata

La grave carenza di esperti, a livello mondiale, è un ulteriore fattore che assorbe tempo prezioso. Secondo le statistiche della Commissione Europea, il numero di esperti dei dati è destinato ad aumentare da 5,7 milioni nel 2018 a 10,9 milioni nel 2025. Senza un team strutturato e con un numero ridotto di persone, le attività di gestione sono destinate al fallimento e gli esperti avranno sempre meno tempo per l’analisi.

Se, tuttavia, gran parte del tempo viene dedicata all’amministrazione, l’analisi e strategia vengono largamente trascurate. Questo rischia di tradursi in una grave crisi di produttività, con conseguenze negative su ricavi, innovazione, esperienza del cliente, a cui si accompagna un incremento dei costi e dei rischi. La maggior parte delle aziende non può permettersi questa situazione.

È, dunque, necessario raddoppiare gli sforzi per dare senso e significato a “Data Intelligence”, che IDC definisce come la capacità di “sfruttare metadati aziendali, tecnici, relazionali e operativi per garantire trasparenza in fatto di profili, classificazione, qualità, posizione, sequenza e contesto per mettere a disposizione processi, tecnologie e dati affidabili”. Puntando su questa intelligenza, i professionisti non dovranno più sacrificare ore di lavoro e potranno concentrare i loro sforzi sulla produzione di informazioni strategiche.

Dal caos all’ordine, senza amministratori dei dati

Le aziende devono investire in pratiche e strumenti collaborativi, che velocizzino la trasformazione dei dati, con documenti di facile accesso e ricerca, qualità controllata e valore aggiunto.

Pertanto, le imprese devono concentrarsi sulle soluzioni che offrono queste prestazioni e lavorano a beneficio di chi gestisce le informazioni. Le applicazioni, che offrono una valutazione immediata della correttezza e della precisione dei dati, riducono drasticamente il lavoro di ricerca e preparazione che i professionisti si sono ormai abituati a fare.

Nella situazione attuale, le informazioni si stanno rivelando uno dei beni più preziosi per aiutare le aziende a superare la pandemia, mitigandone gli effetti peggiori. Tuttavia, molte imprese non riescono a sfruttare pienamente questa risorsa e non si devono accontentare di dati imperfetti.