Filippo Giannelli di ServiceNow indica tre consigli utili per attrarre specialisti IT della Gen-Z e soddisfare le loro esigenze.

Gen-Z

Ultimamente si parla molto dell’attuale mancanza di talenti, particolarmente diffusa nelle industrie digitali. Gli ultimi dati Eurostat sul tema rivelano, ad esempio, che il 55% delle aziende ha avuto difficoltà a reclutare specialisti IT nel corso del 2019. Una soluzione spesso adottata per rispondere alla richiesta di talenti è quella di rivolgersi alla Gen-Z, ovvero i ragazzi nati tra il 1997 e il 2012 e che iniziano il loro percorso lavorativo.

Non tutte le generazioni sono uguali, però. Le aziende che cercano di sfruttare al meglio i talenti della Gen-Z devono capire cosa li differenzia dagli altri dipendenti e come ottenere il meglio da loro. Recentemente, ServiceNow, ha parlato di questa generazione attraverso una ricerca che ha coinvolto 3.024 ragazzi in Italia, Francia e Spagna e ha identificato le caratteristiche che distinguono questa fascia di età dal resto della forza lavoro. Le differenze maggiori sembrano essere un chiaro desiderio di equilibrio tra la vita personale e quella lavorativa, un’esigenza di flessibilità organizzativa e la richiesta di strumenti digitali intuitivi e facili da utilizzare.

Le aziende possono soddisfare le esigenze e conquistare i talenti della Gen-Z seguendo tre punti:

  1. L’equilibrio tra vita personale e lavorativa

Il primo elemento chiave che distingue la Gen-Z dalle altre è un crescente desiderio di equilibrio tra la vita personale e quella lavorativa. La ricerca di ServiNow ha rilevato che sei persone su dieci di età compresa tra i 18 e i 25 anni in Italia, Francia e Spagna sarebbero disposte a guadagnare meno per poter godere di più del proprio tempo libero.

Questa fusione tra vita lavorativa e professionale si estende anche ai valori. L’immagine e il posizionamento aziendale giocano un ruolo chiave in termini di valutazione da parte della Generazione Z, con il 94%, 92% e 89% degli intervistati rispettivamente in Spagna, Italia e Francia che affermano che l’immagine comunicata dall’azienda su Internet e sui social media è importante.

Come le aziende si possono adattare?

Innanzitutto, le imprese devono concentrarsi sulla creazione di un vero equilibrio per i lavoratori e questo richiede politiche concrete, come ad esempio bloccare le e-mail in determinati momenti della giornata, aumentare le indennità per le ferie o compensare gli straordinari in maniera adeguata. Le aziende dovrebbero anche lavorare sul proprio impegno nei confronti delle attività ESG, molto apprezzate dalla Gen-Z, per creare un luogo di lavoro più felice, più sano, più rispettoso dell’ambiente e sostenibile. Inoltre, è d’obbligo investire in iniziative sulla diversità per attrarre e far rimanere il maggior numero di persone possibile.

  1. L’esigenza di una flessibilità organizzativa

Un altro elemento chiave individuato dalla ricerca è la necessità di una flessibilità organizzativa. Il 77% della Gen-Z in Italia è favorevole a un modello di lavoro ibrido che alterna presenza in ufficio e da remoto, la percentuale è del 73% in Spagna e del 76% in Francia.

È importante notare che questo non è solo un elemento distintivo per le nuove start-up. Le multinazionali, ma anche le PMI, sono ancora l’opzione di lavoro più interessante per il 59% della Gen-Z in Italia, il 60% in Francia e il 75% in Spagna. Questo significa che qualunque sia l’attività, l’ufficio com’era prima della pandemia difficilmente tornerà di moda.

In questo caso, i responsabili aziendali non devono cercare di costringere i lavoratori a rientrare in sede. L’ideale è impostare una discussione aperta e onesta su ciò che i dipendenti vogliono veramente e cercare di soddisfarlo. Si potrebbe svolgere un sondaggio, organizzare un meeting o raccogliere feedback per capire come procedere. Il lavoro in modalità ibrida dovrebbe comunque essere offerto come impostazione predefinita, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Nel momento in cui si pianificano i processi in modalità da remoto sin da subito, questi saranno veramente resilienti e funzioneranno con la stessa efficacia sia in ufficio che a casa.

Il lavoro ibrido consente poi di oltrepassare i limiti geografici e di ampliare il pool di potenziali assunzioni a un’area molto più ampia, consentendo di cercare il miglior talento che si può trovare, piuttosto che il più vicino.

  1. L’importanza di strumenti digitali intuitivi e facili da utilizzare

Infine, come ci si potrebbe aspettare dalla prima generazione veramente nativa digitale, la ricerca ha mostrato che la Gen-Z vede gli strumenti informatici come una parte essenziale del lavoro. Il 92% del campione italiano ritiene importante che la propria azienda integri le ultime tecnologie digitali come i software collaborativi o l’Intelligenza Artificiale (81% in Francia e 91% in Spagna).

La maggioranza del campione indica anche che gli strumenti devono essere facili e accessibili. Il 92% dei ragazzi italiani afferma che gli strumenti di business digitali devono essere di facile accesso e intuitivi come quelli che utilizzano nella loro vita privata (88% in Francia e 95% in Spagna).

Per le aziende, questo significa che è fondamentale seguire un processo continuo di trasformazione e ottimizzazione digitale. In un mondo in cui l’accesso alla tecnologia più recente è fondamentale, la trasformazione non può essere una tantum. Non riuscire a garantire i vantaggi della trasformazione digitale comporterà una rapida perdita di competitività.

Fortunatamente, offrire strumenti semplici e intuitivi non è mai stato così facile. Le aziende che desiderano creare questi strumenti per la propria forza lavoro possono utilizzare tecnologie come applicazioni low-code/no-code per sfruttare i vantaggi di una collaborazione ottimizzata e mantenere le proprie attività in uno stato di continua trasformazione.

L’ultimatum della Gen-Z

È importante rendersi conto che i desiderata della Gen-Z non sono negoziabili. In generale, la forza lavoro sta invecchiando rapidamente e la carenza di talenti sta già erodendo il vantaggio competitivo di molte aziende.

Sfruttare il talento della Gen-Z è una risposta, ma a certe condizioni. La scelta è semplice, le aziende che sono disposte e sono in grado di cambiare i processi e i modi di lavorare per attrarre nuovi talenti, trarranno vantaggio dalla ricchezza di idee e dalle nuove prospettive che hanno i giovani. Le aziende che non possono, o non vogliono, rischiano di perdere i talenti duramente guadagnati e smettere di essere competitive.

di Filippo Giannelli, Responsabile ServiceNow per l’Italia