Boom del 48% per l’utilizzo di mobile payment e mobile commerce in Italia nel 2015: quali sono gli ambiti e le app più utilizzate?

Convegno a Milano

La continua presenza di nuove offerte mobile sempre più convenienti rende quasi impossibile scegliere di non avere e non utilizzare uno smartphone. Infatti, è praticamente sicuro che se ti colleghi a un comparatore online e confronti le migliori tariffe mobile per smartphone non potrai evitare di considerarne una e dire: “Questa fa proprio per me”. Proprio per questo, i cellulari smart stanno diventando una parte sempre più importante della nostra vita, quasi indispensabile. Pian piano hanno soppiantato i lettori mp3, le macchine fotografiche e i navigatori GPS. Adesso è arrivato il momento di rendere inutile il nostro portafoglio con il mobile payment.

Sì, perché se è vero che i numeri di oggi sono ancora modesti, la velocità dei cambiamenti in atto lascia ben sperare. Infatti, uno studio dell’Osservatorio mobile payment & commerce della School of management del Politecnico di Milano offre  interessanti spunti di riflessione, a partire da un dato: nel 2015 l’acquisto di beni e servizi via smartphone ha raggiunto un valore di 2,8 miliardi di euro, il 13% del transato complessivo nel mondo dei nuovi pagamenti digitali (compreso l’ecommerce).

Il boom del mobile payment

Come dicevamo, i numeri sono ancora modesti. Non a caso le carte di credito, nel 2015, sono state utilizzate per movimenti da 164 miliardi di euro complessivi. Ma i pagmenti elettronici tradizionali sono cresciuti solo del 5,6%, mentre l’utilizzo del mobile payment è cresciuto ben del 48%. Ecco quindi che banche e intermediari si attivano per mettere a punto nuovi servizi e app per dispositivi mobili.

Sempre dallo studio del Politecnico di Milano si evince che quasi tutte le banche hanno sviluppato applicazioni: tutti gli operatori del campione intervistato hanno almeno un applicazione per smartphone, di solito che offre i servizi di base come saldo e movimenti del conto corrente e bonifici, e quasi l’80% ha anche realizzato un’app per tablet. Ma anche le applicazioni specializzate stanno aumentando: il 36% delle banche ha un’app che trasforma lo smartphone in un POS che possa accettare pagamenti da carte e il 27% ha un servizio di mobile wallet.

Ma il futuro del mobile payment è il pagamento p2p, il peer to peer, per trasferire piccole somme di denaro tra privati, in tempo reale e con disponibilità immediata. Sono applicazioni ideali per dividere il conto del ristorante dopo una cena tra amici, raccogliere le quote per un regalo di gruppo o inviare una somma ai figli che studiano fuori sede. Invece di mandare un sms, mandi una somma di denaro.

I pagamenti peer to peer

Proprio perché è un ambito così promettente, lo studio del Politecnico di Milano si è concentrato anche su di loro e mostra come nel 2015 il valore delle transazioni a livello aggregato ha raggiunto i 10 milioni di euro. La prima applicazione creata a questo scopo si chiama Jiffy, creata dalla società di  tecnologia per il settore bancario e finanziario italiana SIA, che permette di inviare denaro ai tuoi contatti del telefono. Ad oggi, i gruppi bancari che aderiscono a Jiffy sono 23 (oltre l’80% dei conti correnti esistenti) per un totale di 300mila utenti registrati. Il valore medio della singola transazione è di 44 euro, ma circa la metà dei trasferimenti è sotto i 25 euro.

Visto il successo di Jiffy sono nate anche Satispay, seguita da Hype (Banca Sella), 2pay, Zac (la soluzione di Icbpi-Cartasì) e Chat&Cash (Banco Popolare). Un altro protagonista, Tinaba, è in arrivo.