Nello scorso articolo abbiamo cominciato a trattare uno degli strumenti utilizzati nelle PR Tradizionali, il Comunicato Stampa.
Continuiamo quindi ad analizzare altri strumenti, che anche se non fanno parte delle Digital PR in senso stretto, servono comunque come base per poter realizzare una Comunicazione di successo.

Parte importante e tesoro del Pr è la Mailing List.

Una mailing list può essere realizzata in svariati modi… ottenerla da qualcuno che l’ha già realizzata, abbonarsi ad un servizio specializzato (noi siamo per esempio abbonati a Mediaddress, ma ci sono diverse altre realtà che offrono servizi simili), oppure fare ricerche online e creare una lista di contatti integrandola man mano che se ne aggiungono altri…

Le nostre mailing list, per esempio, sono frutto di 20 anni di background, e quindi sono molto capillari in quanto conosciamo davvero tantissimi giornalisti.

La mailing list, contenente le informazioni dei giornalisti e delle testate per cui scrivono, nonché i contatti telefonici ed email, saranno utilizzate per l’invio dei comunicati stampa.

Regole fondamentali: le email vanno sempre mandate nelle redazioni all‘attenzione dei caporedattori, o agli newser, e mai ai collaboratori o giornalisti, a meno che non vi sia una struttura gerarchica della redazione o vi stiate interfacciando con dei freelance. È il caporedattore che decide se la news sia interessante o meno per la testata giornalistica, e lo newser è colui che la pubblicherà.

Non mettere mai in chiaro gli indirizzi email dei destinatari (se state mandando un’email di gruppo), e che l’oggetto dell’email non dev’essere un “reply” di una precedente email.

Devo dire che mi è sempre piaciuto gestire le prove prodotto.

La regola importante per gestire le prove prodotto è quella di conoscere a fondo il prodotto che si manda a testare. Se pensate di mandare un prodotto ai giornalisti senza conoscerlo a fondo, alla prima domanda tecnica o informativa il giornalista vi scopre subito, e vi reputerà poco professionale. Per evitare di incorrere quindi in questa problematica, è opportuno provare in prima persona il prodotto che si manda a testare, cercandone gli aspetti positivi, quelli che più ci hanno entusiasmato, e soprattutto evidenziare tutti gli spunti che possono essere usati ai fini della comunicazione.

Mandate preventivamente al giornalista tutte le informazioni necessarie affinché possa testare il vostro prodotto al meglio, e che siano focalizzate sugli aspetti positivi del prodotto stesso. Sia a livello tecnico che generale. Il giornalista deve essere comodo nella sua prova, e avere già degli input importanti che lo indirizzino dove vogliamo noi, secondo la nostra Strategia di Comunicazione.

Se per esempio produciamo un videogioco per bambini e pensiamo di proporlo a un giornalista abituato a giocare giochi di più alto profilo, faremo in modo di evidenziargli subito e preventivamente il tipo di target a cui è rivolto, facendogli capire che per quello specifico target quel prodotto è fatto apposta e su misura per questo e quel motivo.

Le interviste sono uno strumento essenziale per creare brand awareness, per fidelizzare i media di riferimento, per trasmettere concetti o dare annunci, per gestire un eventuale Crisis Management.

Prima di esporre un manager ad un’intervista pubblica, è necessario effettuare un corso di media training. Il perché è presto detto. Diciamo prima di tutto che il giornalista per il suo lavoro deve trovare notizie “esclusive”, e quindi cerca di far parlare chi ha di fronte per farsi dire, con mille trucchetti, argomenti anche riservati.

Nel corso di media training, il PR insegnerà al manager come rispondere, cosa rispondere e come riconoscere i trucchi usati dai giornalisti per farsi dire argomenti anche riservati.

Il manager non deve cadere nel tranello del comportamento da “amicone” del giornalista, in qualsiasi settore. E non deve mai cedere alla tentazione di dire “mi raccomando, che resti tra noi…”

Le interviste possono essere realizzate sia via Skype se i due interlocutori sono distanti, durante fiere od eventi stampa, dopo congressi o presso le redazioni dei giornalisti o presso la sede del manager. L’importante è che siano sempre seguite dal PR, in modo da intervenire tempestivamente in caso di difficoltà da parte del manager, o di supporto, o per fermare il giornalista troppo curioso.

I concorsi sono un ottimo strumento per interagire con i media raggiungendo facilmente i giocatori (pubblico di riferimento).

Fare interagire i lettori di una rivista o di un sito internet serve a interessarli al proprio prodotto, soprattutto se in palio ci sono dei premi esclusivi che li faranno sentire importanti. Ricordiamoci che il passaparola è la miglior garanzia di successo di un prodotto, oltre che gli articoli pubblicati.

Ci sono decine di modi per creare concorsi, ma in Italia le leggi son abbastanza restrittive in proposito, soprattutto sei i premi superano il tetto dei 3 euro.

Un editore può compilare un modulo che garantisce con una fidejussione l’ammontare dei premi, e che se il concorso va a buon termine dopo 6 mesi sarà sbloccata. Altrimenti c’è la possibilità di bypassare la norma con il trucco dell’opera dell’ingegno. In pratica, si fa fare qualcosa al lettore (un disegno, una recensione, uno screenshots…) e lo si ringrazia mandandogli un “premio” o “riconoscimento”.

La distribuzioni di chiavi, invece, non necessitano di regole particolari (a meno che queste non sblocchino contenuti che hanno un valore economico superiore ai 2 euro). Anzi, più se ne distribuiscono meglio è, così che più giocatori possono testare un nuovo gioco ancora in fase closed o open beta, prima della pubblicazione finale.

– Continua –