Secondo European Patent Office ed EUIPO, il divario con Far East e California è ancora incolmabile. Italia all’ottavo posto per brevetti

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Lo European Patent Office, in collaborazione con EUIPO, ha recentemente realizzato uno studio sul contributo delle IPR-intensive industry all’economia comunitaria, dimostrando che il 45% del Pil Europeo è realizzato da imprese ad alto investimento di proprietà intellettuale, con il 29% della forza lavoro comunitaria (63 milioni in vari settori), per un valore approssimativo di 6.600 miliardi di euro. Nell’export il surplus generato è di oltre 180 miliardi di euro. Nel 2011 il Pil europeo prodotto da imprese con alti investimenti IP era il 39%.

E dai dati di Patenting Artificial Intelligence dello European Patent Office emerge che le domande di brevetto su Industria 4.0 presso l’EPO per Stato membro 1978-2016 sono oltre 14000, quasi il 30% del totale. La Germania è a circa 4000 invenzioni seguita da Francia e Regno Unito, con più di 2400 e 2000 domande di brevetto. Dietro i primi tre ci sono i due paesi scandinavi, Svezia e Finlandia, e Paesi Bassi, con circa 900 domande di brevetto seguiti da Svizzera e Italia (oltre 500) all’ottavo posto.

Ma in valori assoluti l’Europa è ancora molto indietro: secondo FutureBridge tra le Top20 imprese per numero di brevetti 1998-2017 legati all’intelligenza artificiale l’unica europea è Siemens in una classifica dominata da Cina (in particolare dalle università cinesi) – che ha tre volte il numero di brevetti dell’Europa – USA, Giappone e Corea.

Di questo si è parlato al convegno Digital Manufacturing and Computer Implemented Inventions (CII) organizzato da Mattia Dalla Costa, Partner CBA e Presidente LES Italia e Silvia Giudici, Professore Associato Università degli Studi di Milano che ha riunito alcuni tra i principali esperti di intelligenza artificiale e industria 4.0 come il Prof. Dr. Dieter Wegener, Head of External Cooperation, Siemens AG Corporate Technology e “padre” di Industria 4.0 per parlare del futuro dell’industria meccanica e del contributo alla crescita e l’occupazione delle imprese che investono in innovazione tecnologica, di processo, di sistema, di prodotti e servizi e della necessita dell’Europa di colmare il divario in particolare con Cina (dal 2014 al primo posto) e Stati Uniti.

Mattia Dalla Costa, Partner CBA e appena riconfermato Presidente LES Italia per il prossimo triennio, ha commentato: “Come risulta dal Rapporto EPO, secondo cui in Italia la proprietà intellettuale pesi il 47% del Pil, superiore alla media Europea del 45%, con il 31,5% degli addetti totali, circa 7 milioni di occupati, per un totale di 774 miliardi di euro, è assolutamente fondamentale continuare a sostenere R&D, innovazione e trasferimento tecnologico uniche leve che possono consentire la crescita industriale comunitaria. Bisogna coinvolgere maggiormente i rappresentanti dell’industria e delle istituzioni nell’ottica di una sempre più forte collaborazione a livello europeo tra professionisti, università e centri di ricerca nell’ambito del trasferimento tecnologico e delle sfide che Industria 4.0 impongono. L’Europa è però ancora fortemente indietro ed è fondamentale lavorare tutti insieme per cercare di colmare il gap che soprattutto nell’AI ci separa dai paesi del Far East e dai colossi USA della Silicon Valley. L’intelligenza artificiale è destinata a condizionare non solo tutti i settori industriali, ma anche la logistica, il consumer good, il retail, le utilities e la sanità. E l’Italia è purtroppo ancora troppo indietro in termine di ricerca e brevetti depositati in questo settore.”

Al convegno sono intervenuti anche Susanna Lüdemann, European Patent Office (EPO), Bioinformatics and Healthcare Team, Shiva Loccisano, Politecnico di Torino, Head of Technology Transfer and Industrial Liaison Department, Loredana Guglielmetti, Direzione Generale Lotta alla Contraffazione, UIBM, Div. VII – Brevetti nazionali, europei e domande internazionali di brevetto.