Melissa Puls di Ivanti spiega come attraverso alcuni strumenti e soluzioni si possa evitare la Great Resignation e attrarre e trattenere talenti.

Great Resignation

Il termine “Great Resignation”, utilizzato a livello globale per indicare un significativo aumento di lavoratori che hanno lasciato spontaneamente il proprio impiego, è stato coniato ufficialmente nell’aprile del 2021 con la progressione della pandemia. Si tratta di un fenomeno che è partito dagli Stati Uniti e che oggi sta interessando tutti i paesi europei, Italia inclusa, e riguarda diverse decine di migliaia di dipendenti che operano principalmente nelle aree dell’informatica e del digitale, della produzione, del marketing e delle vendite.

La domanda che bisogna porsi è la “Great Resignation” poteva essere evitata? Molto probabilmente, si. I dipendenti hanno sempre desiderato una maggiore flessibilità, agevolata dal progresso tecnologico. Se questa esigenza fosse stata compresa subito dalle aziende il numero delle dimissioni non sarebbe stato così significativo. I datori di lavoro si trovano quindi di fronte a due possibili strade: ignorare il cambiamento o adattarsi alle nuove esigenze adottando nuove modalità di lavoro. Questo passaggio è fondamentale per attrarre e trattenere i migliori talenti del settore IT. Ad esempio c’è chi preferisce lavorare in ufficio, prediligendo il contatto diretto con i propri colleghi mentre altri sono più operativi in un contesto di lavoro ibrido. Secondo una recente ricerca condotta da Ivanti, quasi un quarto (24%) degli intervistati ha dichiarato che lascerebbe la propria azienda se il proprio datore di lavoro richiedesse loro di tornare a lavorare a tempo pieno in ufficio.

Nonostante alcune incertezze iniziali, i dirigenti si stanno convincendo di come il tempestivo passaggio a modalità di lavoro da remoto, stia lasciando definitivamente lo spazio ad un contesto lavorativo distribuito, privo di confini. Per questo motivo, la flessibilità sta assumendo un ruolo centrale nella scelta di una determinata azienda piuttosto che un’altra. Malgrado i numerosi vantaggi che contraddistinguono l’Everywhere Workplace le organizzazioni devono anche considerare alcuni potenziali pericoli. Mentre l’ufficio rappresentava un luogo fisico definito e protetto, in cui gli utenti utilizzavano gli stessi dispositivi, l’Everywhere Workplace è caratterizzato oggi da un perimetro estremamente frammentato che richiede un approccio diverso alla user experience dei propri lavoratori e alla loro sicurezza. Per questo motivo è importante che l’azienda garantisca tecnologie di cybersecurity efficaci che non compromettano la produttività. Il mantenimento di questo equilibrio è fondamentale. L’Everywhere Workplace richiede soluzioni di cybersecurity che facilitino la scoperta, la gestione, la protezione e l’assistenza degli endpoint ovunque essi si trovino.

In sintesi, i leader possono trarre alcuni fondamentali insegnamenti da questa situazione per scongiurare il fenomeno della Great Resignation:

  • Adottare l’Everywhere Workplace con la consapevolezza che garantire la flessibilità, la sicurezza e la produttività dei dipendenti, influenzerà la scelta del dipendente di rimanere o meno in una determinata azienda e di esprime il massimo del suo potenziale.
  • Riconoscere l’esigenza di flessibilità dei dipendenti e motivarli a raggiungere una propria crescita professionale, abilitando l’accesso da remoto sicuro.

di Melissa Puls, Senior VP and Chief Marketing Officer (CMO) di Ivanti