Sostenere i brand green diventa una priorità grazie a Blockchain, che utilizza la tecnologia per verificare la tracciabilità della filiera produttiva e distributiva.

blockchain
blockchain

Sneakers in plastica riciclata, pelle vegana, cotone biologico, brand cruelty free: sono termini sempre più diffusi e le ricerche sul web impazzano. Ma come si fa a riconoscere la moda etica e sostenibile? Un numero sempre maggiore di brand stanno proponendo collezioni green e sensibilizzando i consumatori verso la scelta di capi, con un basso impatto ambientale. Tutto ciò trova un prezioso alleato nella tecnologia, che certifica la realizzazione di un prodotto. Un esempio, infatti, è rappresentato da blockchain, un database in grado di inserire documenti, protetti e garantiti da una serie di complessi algoritmi.

Blockchain verifica, dunque, la tracciabilità della filiera produttiva e distributiva, certificando se un capo è stato realizzato con materiali ecosostenibili, senza l’impiego di sostanze inquinanti o attraverso lo sfruttamento di persone o animali.

Alla luce di questa nuova responsabilità, il binomio fashion-blockchain può davvero rappresentare un’opportunità per il settore. A tal proposito, Walfredo della Gherardesca, fondatore di Genuine Way e sviluppatore di ITEMx®, una piattaforma digitale che consente di caricare documenti aziendali e certificati sulla blockchain pubblica, ha affermato: “Siamo in contatto con diversi brand, nel settore della moda, con l’obiettivo di creare una connessione tra i loro prodotti e un’interfaccia digitale, che permetta al consumatore di ottenere una serie di informazioni certificate su quello che sta comprando, grazie alla semplice scansione di un QR Code. Stiamo collaborando con aziende fashion che realizzano prodotti di altissima qualità: dal produttore di giacche vegane, realizzate con miscele vegetali, all’azienda di abbigliamento che sceglie solo particolari fibre sostenibili”.

Di conseguenza, anche la blockchain sta diventando “alla moda” e sarà uno strumento a sostegno del cambiamento della value chain. Numerosi brand si sono fermati a riflettere sui valori di autenticità, sostenibilità e rispetto verso i consumatori e il Pianeta.

Un esempio dalla piattaforma Genuine Way: dalla scansione del QR alla scoperta dell’universo green del brand svizzero Avani Appareal

 Delphine Haccius nel giugno 2018, ha lanciato il brand di moda femminile Avani Appareal, con la volontà di fare qualcosa di concreto per un futuro sostenibile. A tal proposito, la giovane ventinovenne ha dichiarato: “Mi sono basata su una semplice, ma fondamentale, considerazione: l’industria tessile è la seconda maggiore inquinante al mondo dopo quella petrolifera. Infatti, ad oggi circa il 70% dei capi di abbigliamento è realizzato con materiali sintetici, che provengono proprio dal petrolio. Per questi motivi ho fortemente voluto creare un brand che avesse il più basso impatto ambientale possibile”

In base a questa scelta etica, in Avani è stato “bandito” l’impiego del cotone, la cui coltivazione intensiva richiede un alto consumo di acqua (2.700 litri per realizzare una sola t-shirt).

Dunque, questi capi di abbigliamento sono sostenibili al 100%. Per un’azienda che ha fatto una precisa scelta nella sua produzione, la trasparenza dei valori verso il cliente finale diventa fondamentale.

Al momento, sono solamente 4 i prodotti della linea di abbigliamento Avani, certificati con la tecnologia ITEMx® di Genuine Way.  Tra questi, si annovera il Tencel®, una fibra naturale derivante dalla polpa del legno di eucalipto. Gli alberi di eucalipto sono costantemente ripiantati e le fibre vengono prodotte usando solventi non tossici, biodegradabili e riciclati in un circuito chiuso con un recupero del 99,7%.