Le aziende sono chiamate ad operare in un mercato molto dinamico. Ecco come fare per non essere travolte

digitalizzazione delle imprese

L’attuale contesto congiunturale è davvero nefasto per l’economia e le imprese italiane. La concatenazione di diversi fattori ha infatti scatenato quella che può essere considerata come la “tempesta perfetta”, purtroppo in senso negativo: la Pandemia di Covid-19 prima, la crisi di materie prime per l’elettronica poi, ed ora la guerra in Ucraina con conseguenti problematiche energetiche, stanno portando le organizzazioni a dover ripensare al proprio modello di business.

Per uscire dalle difficoltà è necessario essere creativi e sfruttare dalle situazioni drammatiche tutte le opportunità possibili. In quest’ottica è ormai appurato come la digitalizzazione sia lo strumento per poter ottenere un vantaggio competitivo, ma serve una strategia dettagliata di medio e lungo termine così da poterne ottenere i reali benefici. Non è infatti sufficiente acquistare prodotti tecnologici all’avanguardia per parlare di digital transformation: le soluzioni implementate devono essere scelte dopo un’approfondita analisi ed integrate tra di esse così da poter garantire la flessibilità e velocità necessaria per poter competere” ha spiegato Federico Protto, CEO di Retelit.

In questo scenario, non è l’azienda più forte o che detiene la maggior quota di mercato a sopravvivere, ma quella più efficiente e che si adatta meglio all’evoluzione del mercato, sapendone cogliere le opportunità. Il rischio di molte organizzazioni è infatti quello di cadere nel dilemma dell’innovazione: sono un’azienda in salute, con ottimi risultati di business e magari sono leader del mercato.  Perché dovrei investire in digitalizzazione ed innovazione? L’idea di “godersela” per un po’ è la soluzione più sbagliata: i competitor non si fermano e il mercato viaggia alla velocità della luce. Emblematico è il caso di Kodak che nel 1975 aveva realizzato la prima macchina fotografica digitale, ma che, anziché puntare ed investire su di essa, ha deciso non modificare il proprio business per evitare di perdere le revenue provenienti dai rullini classici. Risultato? Oggi Kodak non esiste più. Allo stesso modo Blockbuster, agli inizi del 2000, aveva l’opportunità di acquistare una Netflix agli albori, ma non lo fece per concentrarsi sul proprio business bastato sul noleggio fisico di prodotti audiovisivi.

A vincere non è il pesce più grande che mangia quello piccolo, ma il pesce veloce che divora quello lento. L’imperativo è pertanto uno solo: innovare per essere più flessibili ed efficienti” ha aggiunto Federico Protto evidenziando inoltre alcuni trend che le imprese oggi dovrebbero valutare con molta attenzione.

Innanzitutto le aziende sono chiamate ad entrare nell’ottica che si è passati da un modello basato sul possesso dei beni alla loro fruizione. I consumatori, infatti, non sono  più interessati a comprare un prodotto, ma di usufruirne quando ne hanno bisogno. Le qualità e caratteristiche del bene sono ormai date per scontate, a fare la differenza sono i servizi annessi. Tutto questo porta inevitabilmente a dover ripensare radicalmente all’approccio al mercato delle imprese.

In secondo luogo la sostenibilità è diventata un imperativo per la salvaguardia del pianeta. Può stupire che se da un lato la digitalizzazione consenta di ridurre le emissioni di C02, dall’altra contribuisca a produrre inquinamento: tenere attiva la blockchain per i Bitcoin produce consumi come quelli generati dall’Austria, mentre se il Web fosse considerato un Paese, sarebbe il quarto inquinatore al mondo dopo Usa, Cina e India. C’è però una buona notizia: grazie agli algoritmi di analisi dei dati e alle nuove tecnologie è possibile garantire l’ottimizzazione energetica ed evitare sprechi. Inoltre, la riduzione dell’impatto ambientale sta fortunatamente diventando una delle priorità di numerose aziende.

Le imprese, infine, non possono più considerarsi come isole in mezzo all’oceano, ma poichè intrattengono rapporti con numerosi stakeholder, devono cercare di efficentare anche l’ecosistema nel quale orbitano. La filiera deve pertanto essere rivista.

Grazie a strategie di lungo periodo, ad un’attenta digitalizzazione, allo sviluppo della filiera e delle competenze, le aziende italiane sono in grado di ottenere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Solo in questo modo possono vedere e cavalcare le onde senza esserne colpiti e distrutti” ha concluso Federico Protto.