L’attacco Petya (o notPetya) continua a far parlare di sé soprattutto in Ucraina, ovvero il Paese maggiormente colpito da questo Ramsonware. Proprio per la guerra in corso tra Russia e Ucraina, inizialmente i sospetti sugli autori si erano concentrati proprio sugli hacker al soldo del governo russo.
Un’ipotesi che non ha trovato conferma e che, addirittura, sembra essere stata smentita dalle indagini della polizia ucraina.
Secondo gli investigatori, infatti, l’attacco potrebbe essere partito da M.E.Doc, ovvero una società ucraina dai cui server già in passato era stato condotto un altro massiccio attacco. Le indagini, in questi casi, sono ovviamente complesse poiché i server in questione potrebbero essere stati vittime a loro volta.
Nel dubbio la polizia ucraina non è andata molto per il sottile e in un video diffuso su Youtube, si vedono le immagini dell’irruzione degli uomini delle forze speciali che entrano negli uffici dell’azienda in tenuta da combattimento e armati con armi automatiche. Un’azione condotta con una notevole determinazione. Al punto che, in alcune immagini, si vedono persino i dipendenti rinchiusi all’interno di un ufficio, mentre i militari stanno procedendo alla perquisizione. Proprio i metodi dell’intervento hanno suscitato qualche polemica, ma un portavoce della polizia ha spiegato che è stato necessario intervenire molto rapidamente perché da questi stessi server stava per partire un nuovo pericoloso attacco. In attesa dell’esito delle indagini, tese a scoprire se M.E.Doc sia artefice dell’attacco o vittima inconsapevole, la propaganda ucraina sta ovviamente accusando i russi dell’attacco. Infatti, benché i server colpevoli siano di un’azienda ucraina, secondo un portavoce del governo, l’azienda stessa è al soldo dei nemici russi, contro i quali è in corso una guerra che ha già portato ad oltre 10mila morti.
Nel video vengono inoltre mostrati gli interni degli uffici e, in particolare, colpiscono le immagini dei server, posizionati e collegati in modo molto “artigianale”, oltre ad essere raffreddati con un semplice ventilatore.