Il Venture Building raggiunge il Sud Italia con Foolers Village, la prima “Fabbrica di Startup” che trasforma idee e progetti degli studenti universitari in realtà.

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Dalle università al mondo del business, le idee dei giovani studenti possono dare un grande contributo all’innovazione e all’economia del nostro Paese. FoolFarm, tra i principali Venture Builder europei, annuncia il lancio di Foolers Village, un’ambiziosa iniziativa che punta a creare vere e proprie “fabbriche di startup” all’interno delle università italiane, in particolare nel Sud Italia e in quelle al di fuori dei consueti circuiti di Milano, Roma e Torino. Un modello di business che si basa sullo sviluppo di un portafoglio di società innovative ad alto potenziale, accelerate dalla metodologia del Venture Building e dagli investimenti forniti da FoolFarm.

L’obiettivo è fondare un polo d’innovazione nazionale che mira a valorizzare il patrimonio scientifico e i talenti universitari in settori strategici come l’intelligenza artificiale, la cyber security e la blockchain.

Nato da una collaborazione con l’Università del Salento, il primo Foolers Village a Lecce è già funzionante. Si prevede l’inaugurazione di altri quattro Village entro la metà del 2024, con possibili candidati che includono gli atenei di Napoli, Sassari e Bolzano. L’obiettivo è avviare una rete di molti atenei interconnessi capace di dar vita alla più grande factory italiana impegnata nella trasformazione delle idee di studenti, ricercatori e PHD in imprese innovative, sul modello delle best practice statunitensi.

Con Foolers Village si investe nel Sud Italia

Con Foolers Village si intende costituire un ecosistema iniziale di 5 università italiane, in grado di valorizzare le competenze locali, coordinate attraverso una holding e un team centrale diretto da Andrea Romiti. La guida di Foolers Village è stata affidata ad Andrea Romiti, manager con una vasta esperienza nel settore delle startup e degli investimenti finanziari. La sfida è realizzare un network, prevalentemente nel Sud Italia, al fine di sviluppare la più grande scuola d’impresa e fabbrica di idee del Paese.

L’innovativo polo favorirà l’occupazione territoriale in settori strategici come l’AI, soprattutto nelle aree più esposte alla fuga di cervelli, contribuendo a generare opportunità di business. I Foolers Village sosterranno l’economia nazionale e l’ecosistema dell’innovazione facilitando il trasferimento tecnologico, promuovendo una cultura imprenditoriale e la nascita di nuove startup deep-tech. Grazie all’iniziativa verranno immesse sul mercato più di 40 nuove aziende entro il 2028, tutte originate da studenti e ricercatori, prevalentemente in ambito STEM, con un impatto significativo e incrementale.

Il progetto incoraggia anche la partecipazione di partner industriali e finanziari, per concretizzare un modello virtuoso e di valore per gli azionisti.

Le operazioni dei Foolers Village combinano formazione imprenditoriale, contest per la selezione di idee, hackathon, attività di ricerca sviluppata con realtà del sistema produttivo, eventi e iniziative dedicati alle comunità di angel investor. Il modello economico prevede la fornitura di servizi di incubazione e sviluppo di prototipi per le startup interne ed esterne, oltre ai programmi di open innovation.

Dichiarazioni

“I piani di Foolers Village sono ambiziosi: si rivolgono a partner industriali e finanziari per sviluppare un’iniziativa in grado di generare valore per gli azionisti e avere un impatto significativo, soprattutto nel Sud Italia e nelle zone al di fuori dei classici circuiti dell’innovazione”, dichiara Andrea Romiti. “Siamo convinti che la metodologia del Venture Building abbia grandi potenzialità per trasformare settori e attività chiave per il nostro Paese. Lo facciamo attraverso accordi con le università, luoghi di competenza scientifica e di talenti, valorizzando le specificità locali per massimizzare l’efficienza e le sinergie con gli attori privati e pubblici del territorio”.

“Lecce e il suo territorio, in coda tra le province italiane per redditi pro capite, in cima per nuova imprenditorialità, l’Università del Salento con il nuovo percorso di studi in ingegneria informatica che tratta tutte le deep tech, il contamination lab, il distretto produttivo dell’informatica pugliese, tra i più attivi in Italia, il distretto tecnologico dhitech con il suo network internazionale, sono gli ingredienti per un progetto che sa dare struttura alle moltissimi idee emergenti già presenti nei laboratori e tra le persone. Siamo già operativi con un primo nucleo di cinque persone, determinati a crescere”, commenta Luca Mainetti, Professore Associato Università del Salento.