Con il Ddl Concorrenza, il Governo vuole attrarre nuovi investimenti per le startup innovative italiane. Ma quali sono i passi falsi da evitare quando si riceve un investimento? NextSTEP ha individuato gli otto errori più comuni in questa fase

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Il Senato della Repubblica ha recentemente approvato il Ddl Concorrenza, ora all’esame del Parlamento, che mira a implementare la crescita economica e tecnologica italiana attraverso la creazione di un ecosistema strutturato e ricettivo per le startup e le PMI. In particolare, la manovra ridefinisce i requisiti per le startup innovative, che oggi devono rientrare nella categoria di micro, piccole o medie imprese (Raccomandazione 2003/361/CE). Inoltre, è stato decisivo l’aumento del capitale sociale minimo a 20.000 euro, e l’introduzione di incentivi e agevolazioni fiscali per gli investitori in startup innovative e PMI. Oggi, lo scenario per le giovani startup è confortante e lo dimostra il secondo report di Growth Capital, che registra un totale di investimento italiano di venture capital pari a oltre 524 milioni di euro nel terzo trimestre 2024, contro i 226 milioni del secondo trimestre.

Attrarre un investimento, però, comporta saperlo gestire e allocare al meglio, e non è sempre facile, soprattutto per una giovane startup che, guidata da passione e motivazione, rischia di compromettere la crescita e la stabilità della propria azienda. Quali sono, quindi, gli errori comuni da non commettere in tale fase d’investimento?

“Ricevere un investimento è una grande opportunità, ma richiede una gestione responsabile e lungimirante. Concentrarsi sulla sostenibilità e sulla crescita ponderata aiuta a evitare di bruciare velocemente il capitale, assicurando così che la startup rimanga competitiva nel lungo termine” – commenta Claudio Colombo, Managing Director di NextSTEP – “Adottare un approccio rigoroso, basato su processi e strategie ben strutturate, permette di mantenere il controllo su ogni aspetto dell’operatività e aiuta la startup a crescere senza compromettere la qualità del prodotto o la sostenibilità finanziaria”. 

Otto errori che i giovani imprenditori devono evitare

NextSTEP, fondo venture capital di NextEnergy Group dedicato al finanziamento di startup innovative nell’ambito della sostenibilità ambientale, illustra otto errori che i giovani imprenditori devono evitare quando ricevono un finanziamento:

  1. Spendere senza un piano preciso: ogni spesa deve avere un obiettivo chiaro; spendere senza strategia porta a decisioni impulsive. È consigliabile stabilire un budget dettagliato per aree come ricerca e sviluppo, marketing e spese operative, e prevedere un fondo di riserva per affrontare imprevisti e mantenere flessibilità finanziaria.
  2. Ignorare il cash flow e la gestione della liquidità: trascurare il flusso di cassa può rapidamente causare carenze di liquidità e mettere a rischio il progetto. Definire obiettivi di spesa e allineare i target finanziari e strategici al piano di crescita a lungo termine aiuta a ottimizzare i fondi disponibili.
  3. Ritardare il lancio sul mercato: attendere il prodotto perfetto prima di lanciarlo può far perdere interesse e slancio iniziale. È importante mantenere il focus su prodotto e vendita fin da subito per validare l’idea e attrarre clienti.
  4. Non adattare il modello di business: è importante non rimanere ancorati al modello iniziale, ma essere pronti ad adattarlo in base al feedback del mercato e ai dati di performance, innovando costantemente per rispondere alle esigenze reali.
  5. Trascurare le performance finanziarie: monitorare costantemente la capacità di generare profitto e gestire i fondi è essenziale. Un sistema di controllo aiuta a verificare l’utilizzo dei fondi, eliminare sprechi, e tracciare periodicamente ROI e KPI.
  6. Non adattare il team alle nuove esigenze: con l’aumento del capitale aumentano anche responsabilità e necessità di competenze. È essenziale rinforzare il team con figure chiave, assegnando ruoli chiari e obiettivi ben definiti per affrontare le sfide della crescita.
  7. Non investire in tecnologia e infrastrutture: oggi una startup deve evitare strumenti obsoleti e puntare a tecnologie aggiornate. Investire in strumenti e sistemi operativi avanzati favorisce efficienza e scalabilità, e automatizzare i processi permette di ridurre costi e ottimizzare le risorse.
  8. Perdere di vista la mission e i valori aziendali: con l’ingresso di nuovi capitali, è fondamentale mantenere salda la mission per costruire un brand forte e coerente. La fedeltà alla propria visione è cruciale per allineare tutte le attività agli obiettivi di lungo termine.

Conclusione

Il Ddl Concorrenza introduce alcuni elementi positivi, tra cui incentivi fiscali sugli investimenti in startup innovative. Tuttavia, sottolinea Claudio Colombo Resta irrisolta una delle principali problematiche del settore: la complessità regolatoria che rende estremamente difficile il lancio di un fondo VC regolamentato in Italia. In particolare, ottenere l’autorizzazione per un fondo VC implica un lungo e rigoroso processo di approvazione da parte della Banca d’Italia. Questo iter può protrarsi per mesi, se non addirittura anni, richiedendo un elevato grado di compliance e adeguamenti alle normative, con costi significativi sia in termini di risorse che di tempo”.

Tale complessità normativa rallenta inevitabilmente il processo di avvio, riducendo la competitività dei fondi italiani nel mercato del venture capital e limitando l’accesso a capitali per le startup locali: “Di conseguenza, il settore in Italia risulta meno dinamico e con margini di manovra ridotti rispetto a ecosistemi con normative più snelle e favorevoli. Mentre i fondi VC internazionali investono sempre più spesso in startup italiane, arricchendo l’ecosistema, la complessità regolatoria spinge molti venture capitalist italiani a creare i propri fondi all’estero, privando l’Italia di strumenti domestici efficaci per sostenere e scalare le proprie startup innovative” – conclude Claudio Colombo.