Nel complesso scenario economico europeo, e in particolare in quello italiano, un ruolo cruciale lo giocano, da sempre, le “banche del territorio”: istituti di credito con una forte presenza locale, spesso operanti in uno specifico contesto regionale o provinciale, che concentrano la loro attività a supporto dell’economia prevalente in una precisa area geografica.
Si tratta di un modello di business che impone un legame stretto con le comunità in cui la banca opera ed un ascolto attivo e continuo delle esigenze locali, che si traduce in una offerta di servizi e soluzioni altamente personalizzate e richiede una lettura continua e costante delle dinamiche economiche locali.
In Italia, il numero delle banche del territorio è significativo: si tratta complessivamente di oltre 300 realtà, anche se il dato dipende molto dai criteri di classificazione utilizzati. In ogni caso, rimane soprattutto intatto lo scopo: Banche Popolari, Credito Cooperativo, Banche di Sviluppo e Casse Rurali continuano a rappresentare una parte importante del sistema bancario italiano e una leva fondamentale a sostegno dello sviluppo economico e sociale dell’intero sistema Paese.
Quale è il rapporto delle banche del territorio con il digitale?
Un modello di business basato sulla vicinanza fisica e su relazioni dirette con i clienti richiede uno sforzo significativo di adattamento al trend di digitalizzazione che investe il settore bancario. È una sfida economica, sociale e culturale, oltre che tecnologica.
La “mia” banca
Un esempio tangibile di quanto sia forte il legame tra le persone e l’istituto di credito, è l’utilizzo ancora molto diffuso dell’espressione “la mia banca”.
Con l’avvento del digitale, la riduzione delle interazioni fisiche con le filiali, il concetto di “mia banca” è certamente cambiato, ma non è scomparso: rimane il segno di un legame che non dipende solo dall’interazione fisica, ma anche dalla fiducia nei servizi e nella stabilità che la banca offre, anche attraverso canali digitali.
Usare il possessivo “mia” è anche un modo di trasmettere il valore distintivo di un determinato istituto di credito: in un mercato ampio e variegato, si sta implicitamente motivando perché conviene scegliere una banca rispetto ad altre.
Nel caso delle banche del territorio, l’espressione “la mia banca” assume un significato ancora più forte, perché più forte è l’aspetto relazionale: il legame è più diretto, il rapporto più stabile e proiettato sul lungo termine.
La sfida della modernizzazione
Competere con realtà più grandi e strutturate, mantenere rilevanza in un mercato in veloce evoluzione richiede uno sforzo per superare la naturale resistenza culturale e organizzativa al cambiamento e guardare all’innovazione come ad una nuova opportunità.
In questa ottica, occorre uno sforzo di consapevolezza sulla strada della modernizzazione, che deve andare in più direzioni:
- Una modernizzazione dei processi: soprattutto interni, per semplificare il rapporto banca-cliente, snellire le procedure e allineare i tempi di risposta alla velocità a cui gli utenti sono oggi abituati nel consumo di tanti altri servizi. Semplificare, senza sacrificare l’elevato grado di personalizzazione dell’offerta e mantenendo una relazione “fisica” con i propri clienti, è una sfida che, se vinta, determina un vantaggio competitivo notevole.
- Una modernizzazione applicativa: dotarsi di infrastrutture e architetture software flessibili aumenta la capacità di soddisfare esigenze anche molto specifiche in tempi e costi ragionevoli aprendo la strada ad un progressivo ampliamento dell’offerta, sostenendo così la fidelizzazione ed il senso di appartenenza dei propri clienti.
Un approccio concreto: il Fintech as a Service
Il passaggio da un rapporto competitivo ad un rapporto collaborativo con il mondo Fintech può essere un forte acceleratore del percorso di modernizzazione, compatibile con la capacità di investimento nel digitale di banche territoriali.
Adottare soluzioni innovative senza dover sviluppare internamente tutte le tecnologie, mantenendo competitività e ampliando la gamma di servizi digitali per i clienti è un modo sano per continuare a competere con successo in un contesto globale e a garantire servizi di qualità in una dimensione locale.
È l’approccio che oggi viene definito “Fintech as a Service” e che risulta particolarmente efficace come soluzione B2B2C.
Una opportunità per fruire contemporaneamente di servizi bancari e di servizi a valore aggiunto, selezionabili da una piattaforma Fintech, facilmente integrabili, “ritagliando” il perimetro più adatto alle proprie esigenze, al proprio contesto, al mercato locale di riferimento. Di fatto, modernizzare processi, servizi e applicazioni con un impatto contenuto sul Core Banking, che richiederebbe investimenti onerosi e a lungo termine, non sempre sostenibili.
Il caso Tinaba
In adesso.it abbiamo lavorato negli ultimi anni alla realizzazione di architetture orientate all’offerta Fintech as a Service, sperimentando come già il “solo” passaggio da architettura monolitica a microservizi, unita alla migrazione in Cloud, abbiano accelerato il time-to-market e introdotto il giusto equilibrio tra flessibilità ed affidabilità necessario in un contesto difficile ed in continua evoluzione, anche normativa. Penso in particolare alla lunga collaborazione con Tinaba, che, con il nostro supporto, ha deciso di intraprendere una trasformazione dell’architettura software in ottica microservizi, per accelerare il time to market di tutti i servizi fintech offerti, incluso il processo di onboarding dei clienti finali.
In questo e in altri casi, la sfida della modernizzazione, per le banche del territorio, è un cambiamento profondo, anche culturale, ma necessario. E il Fintech as a Service è una strada che vale la pena esplorare.