Chainalysis, la piattaforma dati blockchain, ha presentato i risultati del capitolo del Geography of Cryptocurrency Report dedicato all’America Latina

Guidata da Brasile e Argentina, il Sud America ha la settima economia crittografica più grande di tutte le regioni studiate, davanti solo all’Africa sub-sahariana, non molto distante dalla regione MENA, dall’Asia orientale e dall’Europa orientale. Le criptovalute determina dunque una parte importante della vita quotidiana in molti Paesi latino-americani, in particolare in quelli come Argentina e Venezuela, che si trovano ad affrontare la svalutazione della moneta locale.

L’Argentina sta infatti affrontando difficoltà economiche da decenni, con cicli di svalutazione monetaria che periodicamente danneggiano la capacità di risparmio dei cittadini e rendono difficile l’attività finanziaria quotidiana. Le criptovalute sono state adottate in particolare in Argentina, a causa dell’instabilità economica e dell’iperinflazione. Molte persone le utilizzano come forma di risparmio, specialmente le stablecoin, per proteggersi dalla svalutazione della moneta locale. In tal modo, le criptovalute hanno anche permesso di semplificare il commercio quotidiano attraverso l’uso di carte di debito collegate ai conti crittografici.

Come l’Argentina, il Venezuela sta vivendo un momento economico molto complicato. Tuttavia, il Venezuela differisce dall’Argentina in un aspetto fondamentale: il Paese è governato da un governo autoritario. Sotto il regime di Nicolás Maduro, i venezuelani affrontano significative violazioni dei diritti umani e repressione politica. Le criptovalute, in particolare le stablecoin, sono state un rifugio per i risparmi a causa dell’iperinflazione e della svalutazione del bolivar, facilitando le rimesse nel Paese. Utilizzate per fornire aiuti diretti durante la crisi del COVID-19, sono riuscite a contrastare le sfide imposte dal governo autoritario.