In linea con l’accelerata digitalizzazione del settore finanziario, anche i prestiti diventano digitali. Si parla infatti di piattaforme di Digital Lending, soluzioni innovative che permettono di erogare credito o prestiti online: un mercato globale che nel 2022 aveva un valore stimato di 30,8 miliardi di dollari e che si prevede raggiungerà i 58,6 miliardi di dollari entro il 2030. “Queste piattaforme consentono di migliorare notevolmente l’esperienza dell’utente, semplificare i processi e ridurre i costi operativi, contribuendo a ridefinire il panorama dell’industria finanziaria moderna”, ha commentato Bruno Natoli, CEO & Co-Founder di Mia-FinTech.
L’integrazione di avanzate tecnologie informatiche nei servizi finanziari ha rivoluzionato numerosi aspetti delle transazioni, consentendo una maggiore efficienza, accessibilità e personalizzazione degli stessi. McKinsey afferma infatti che i ricavi nel settore fintech dovrebbero crescere quasi tre volte più rapidamente rispetto a quelli nel settore bancario tradizionale, nel periodo compreso tra il 2022 e il 2028, prevedendo per le fintech una crescita annuale dei ricavi del 15% nei prossimi 5 anni, contro il 6% delle banche tradizionali. Non a caso, come dimostra una recentissima ricerca condotta dal World Economic Forum, il fintech ha registrato a livello globale un notevole incremento della clientela in tutti i suoi settori verticali, con un tasso di crescita medio superiore al 50% tra il 2020 e il 2022.
La rapida espansione dei servizi finanziari
Un aumento significativo che testimonia la crescente adozione delle soluzioni fintech da parte dei consumatori e delle imprese. In particolare, in Italia si è notata una rapida espansione dei servizi finanziari dedicati alle PMI, come l’Insurtech o i Digital Payment, che hanno ancora un enorme potenziale di crescita nel mercato italiano. Tra questi, negli ultimi anni sta conoscendo una crescita notevole il Digital Lending, ovvero l’erogazione di prestiti attraverso piattaforme digitali e avanzati algoritmi, che semplifica e accelera il processo di richiesta, valutazione e concessione dei finanziamenti. Basti pensare infatti che solo nel 2022, più di 28.000 piccole e medie imprese italiane hanno potuto accedere ai finanziamenti attraverso il fintech, con oltre 4,5 miliardi di euro erogati tramite piattaforme digitali, come riporta ItaliaFintech.
Una tendenza che ben riflette più in generale l’espansione del mercato globale delle Digital Lending Platform, il cui valore, stimato in 30,8 miliardi di dollari nel 2022, si prevede raggiungerà i 58,6 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) dell’8,4% e un incremento di circa il 90% in 8 anni, come evidenzia una recentissima ricerca di Research and Markets.
Il Digital Lending ridefinisce il panorama finanziario
“Il Digital Lending sta ridefinendo il panorama finanziario attuale, rivoluzionando da un lato le modalità di accesso al credito e dall’altro le modalità di erogazione dei prestiti. Questo approccio consente infatti di eliminare molte delle complessità e dei ritardi legati ai processi tradizionali di prestito, migliorando notevolmente l’esperienza dell’utente e allo stesso tempo riducendo i costi operativi per le società che erogano i prestiti”, ha spiegato Bruno Natoli.
Il Digital Lending rientra più in generale nei servizi di digital banking, un pilastro della trasformazione digitale nel settore finanziario, che ha subito una grande accelerazione, soprattutto in seguito alla pandemia: i clienti, impossibilitati a recarsi in filiale, si sono trovati costretti a familiarizzare con le app mobili bancarie. Dopo la riapertura delle banche, molti hanno optato per continuare ad utilizzare le app di mobile banking, apprezzandone i grandi vantaggi. Entro quest’anno si prevede infatti che il numero di utilizzatori dell’online banking supererà i 3,6 miliardi. Come riporta Statista, la penetrazione del banking online, solo nell’Unione Europea, è aumentata costantemente dal 2010, raggiungendo il 66% nel 2022. Se parliamo poi più nello specifico di prestiti, come riporta Ernst & Young in un recente sondaggio, il 63% dei consumatori preferisce la richiesta di mutuo online rispetto al processo fisico e il 58% ha dichiarato che la possibilità di effettuare una richiesta di finanziamento digitale influisce sulla scelta dell’istituto finanziario.
Infatti, il confronto tra prestiti tradizionali e digitali rivela differenze significative nei diversi processi, dall’applicazione alla verifica: “Mentre i prestiti tradizionali coinvolgono procedure cartacee e incontri di persona, quelli digitali sono interamente gestiti online, consentendo ai richiedenti di risparmiare tempo e sforzi, legati ad esempio agli orari di apertura degli uffici. Se richiedo un prestito online, lo posso fare in qualsiasi posto e in qualunque momento – prosegue Natoli – Le piattaforme di prestito digitale offrono anche un’approvazione più rapida e accessibile, con processi automatizzati e decisioni immediate: questa trasformazione digitale non solo semplifica il processo di ottenimento di un prestito, migliorando l’esperienza complessiva del cliente, ma permette anche all’istituto finanziario di ridurre i costi riguardanti ad esempio l’assistenza clienti, consentendo di avere accesso a tutte le informazioni”.
Come è strutturato il processo di lending sulle piattaforme digitali?
“Quando si parla di prestiti digitali, parliamo di «Smart Lending», inteso come processo di concessione di finanziamenti digitale, basato su dati affidabili e più accurati, laddove ogni componente di flusso di prestito è autonomo, in modo che il flusso finale sia componibile e facilmente personalizzabile”- prosegue Natoli.
In sostanza possiamo individuare 4 macrofasi che caratterizzano il processo di Smart Lending:
- Quotazione e simulazione: digitalizzando il prodotto, è possibile mettere a disposizione sulla piattaforma delle soluzioni efficaci in termini di quotazione e simulazione di un prestito.
- Digital Onboarding: nel momento in cui un potenziale cliente è interessato a ricevere l’erogazione di un prestito, deve essere identificato e «onboardato», ossia integrato all’interno della piattaforma digitale. Questo processo abilita dunque l’identificazione e la certificazione dell’identità. Mia-FinTech, per esempio, ha sviluppato un componente dedicato, l’Identification Manager, una soluzione end-to-end che velocizza tutto il processo di acquisizione e validazione dei documenti, permettendo allo stesso tempo di creare processi d’identificazione customizzati e connetterli a diversi fornitori certificati di Identità Digitali.
- Credit Scoring: in questa fase si valuta l’affidabilità e il merito creditizio del potenziale cliente, che poi determina il tasso di finanziamento. Si tratta dunque di un processo basato su sistemi automatizzati che utilizzano metodi o modelli statistici che forniscono un punteggio o giudizio sintetico, permettendo quindi di valutare il rischio o l’affidabilità dei richiedenti in modo rapido ed efficace. Anche qui Mia-FinTech ha creato l’applicazione dello Scoring Manager, che consente di personalizzare il processo di valutazione del rischio creditizio, consentendo decisioni automatiche basate su dati accurati e aggiornati provenienti da diverse fonti. Questo aiuta le aziende a ridurre gli errori e l’inefficienza nei processi decisionali, migliorando l’efficacia complessiva del loro approccio al credito. Inoltre, offre strumenti di monitoraggio e personalizzazione che consentono alle aziende di adattare il processo alle proprie esigenze specifiche, garantendo una maggiore flessibilità e controllo.
- Sottoscrizione dei documenti: la richiesta di prestito viene trasmessa ai sistemi di core-banking, per cui subentra poi l’operatore fisico, il cui intervento rimane comunque imprescindibile.