
In questo articolo, il team Equity e il team ESG di Algebris Investments analizzano le implicazioni dell’esplosione dell’Intelligenza Artificiale (IA), con particolare attenzione alle sfide energetiche e infrastrutturali che le organizzazioni devono affrontare. A seguire, vengono esplorate le opportunità di investimento lungo tutta la catena del valore legata all’AI.
Buona lettura!
L’intelligenza artificiale tra rivoluzione e sostenibilità: sfide e opportunità di investimento
L’IA apre scenari di crescita senza precedenti, ma il suo impatto energetico impone sfide infrastrutturali, ambientali e strategiche. L’aumento accelerato della domanda di potenza di calcolo, trainata soprattutto dai carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale, sta rendendo i data center una delle maggiori fonti di consumo a livello globale. Secondo le proiezioni, entro il 2035 i data center avranno bisogno di oltre 360 gigawatt di nuova capacità di generazione elettrica. Un settore in fermento dove efficienza, innovazione e consolidamento guideranno la selezione dei vincitori.
L’esplosione dell’IA sta trasformando l’economia globale e ridefinendo interi comparti industriali. I modelli generativi, come GPT, sono entrati rapidamente nell’uso quotidiano di milioni di utenti, ma l’infrastruttura fisica necessaria a sostenere l’IA è vorace di energia.
Secondo recenti ricerche, una sola query AI può consumare fino a dieci volte l’energia di una ricerca tradizionale sui motori di ricerca. Già oggi i data center assorbono circa il 2% della domanda globale di elettricità, e si stima che questa percentuale possa raddoppiare entro il 2030. Di questo consumo, circa il 20% è riferibile ai carichi computazionali richiesti dall’intelligenza artificiale.
Il lato oscuro della crescita: sfide energetiche e infrastrutturali
Il primo nodo critico è la carenza di infrastrutture elettriche: trasformatori, linee di trasmissione e reti di distribuzione non sono pronte a reggere i nuovi carichi richiesti. Per dare un’idea, produrre un solo gigawatt (GW) di energia richiede circa 2 milioni di pannelli solari, ed entro il 2035 serviranno almeno 350 GW per soddisfare la domanda dei soli data center.
A ciò si aggiunge il problema della localizzazione fisica: i data center sono strutture ingombranti che richiedono spazio, connessione e accesso diretto a reti elettriche robuste. Alcune città europee – come Dublino e Amsterdam – hanno già posto limiti all’installazione di nuovi centri nei pressi delle aree urbane, per non sovraccaricare le reti locali. Cresce pertanto la necessità di installare i data center in zone più remote, con costi aggiuntivi per l’interconnessione.
Infine, il raffreddamento delle GPU (Graphic Processing Unit) è un altro tema strategico. Le nuove generazioni di chip consumano grandi quantità di energia e generano calore che, se non gestito, può compromettere le prestazioni e la durata dei sistemi. Il tradizionale raffreddamento ad aria non basta più. La transizione verso il liquid cooling, una tecnologia molto più efficiente ma anche complessa, è già in atto, aprendo interessanti opportunità per le aziende del settore.
Opportunità di investimento lungo tutta la catena del valore
Il boom dell’IA apre prospettive d’investimento lungo tutta la filiera: dai produttori di energia rinnovabile agli sviluppatori di semiconduttori, dalle società che costruiscono reti di trasmissione a quelle specializzate in tecnologie di raffreddamento. Le cosiddette “Magnifiche Sette” sono già coinvolte in progetti per 84 GW di potenza installata. In Asia, sei colossi tech prevedono investimenti per oltre 50 miliardi di dollari nel solo comparto infrastrutturale.
Parallelamente, si moltiplicano i progetti per migliorare l’efficienza energetica dei data center: l’adozione di digital twin per simulare i consumi e anticipare i picchi, il miglioramento delle reti e il recupero del calore – come nel caso del data center Meta a Odense, in Danimarca, in cui anziché sprecare il calore che deriva dal consumo di energia delle GPU all’interno del data center, lo si incanala per riscaldare metà della città – sono oggi leve strategiche per contenere costi e impatti ambientali.
Questa corsa globale agli investimenti richiederà tuttavia massicce spese in ricerca e sviluppo, non solo per aumentare le performance, ma anche per garantire la sostenibilità dei modelli di business. Le aziende che sapranno trasformare questi investimenti in ritorni tangibili saranno quelle che attireranno capitali nel medio-lungo periodo.
Consolidamento in arrivo
Il settore è destinato anche a un forte consolidamento. Le barriere d’ingresso sono elevate e l’innovazione richiede visione strategica e capacità finanziaria. Le realtà più piccole oggi stanno già cercando alleanze o uscite industriali, e non è esclusa una nuova ondata di M&A che coinvolga anche gli operatori più grandi, per sfruttare le opportunità che si presenteranno nei prossimi 5-10 anni.
Conclusioni
In questo scenario, il capitale si muoverà verso le soluzioni in grado di superare i vincoli materiali. Il valore si concentrerà laddove sarà possibile abilitare una crescita sostenibile: dalla generazione di energia a basse emissioni alle tecnologie che migliorano efficienza e scalabilità. Saranno le infrastrutture – reti, impianti, sistemi di raffreddamento, componentistica hardware – a fare la differenza nella corsa all’hyperscale.
Investire in soluzioni che rendono possibile questa espansione significa non solo intercettare ritorni potenzialmente interessanti, ma anche garantirsi un ruolo stabile in un mondo sempre più dipendente dalla potenza di calcolo. L’integrazione tra crescita digitale e asset reali non è una possibilità futura: è la condizione necessaria per affrontare il prossimo capitolo della trasformazione tecnologica.
A cura del team Equity e del team ESG di Algebris Investments