Solo il 6% delle aziende utilizza, accede e condivide i propri dati in modo tale da ottenere tutti i vantaggi di business offerti da una solida data strategy. Lo rivela una nuova ricerca firmata da Snowflake, la Data Cloud company, e condotta a livello globale su 1.000 responsabili aziendali e tecnologici, con l’obiettivo di evidenziare i principali ostacoli che la maggior parte delle organizzazioni incontra nel partecipare pienamente alla Data Economy.
Secondo la definizione di Snowflake, la Data Economy consente alle aziende di affrontare i problemi più complessi e di migliorare i servizi che offrono rispetto alla concorrenza, oltre a creare nuovi flussi di reddito fornendo prodotti e servizi di dati su misura a clienti, partner e a qualsiasi altra organizzazione che faccia parte della Data Economy.
Secondo la ricerca, la Data Economy è guidata da aziende leader che si occupano di sviluppare strategie che democratizzano l’accesso ai dati, integrano le nuove tecnologie e dimostrano i reali vantaggi aziendali derivanti dalla capitalizzazione nell’economia dei dati. Nonostante molte aziende abbiano l’ambizione di sfruttare i dati per ottenere vantaggi di business necessari al loro successo, queste organizzazioni hanno bisogno di una guida per identificare le modalità migliori per farlo. Secondo lo studio, infatti, solo il 38% di loro è in grado di estrarre valore dai propri dati e di utilizzarli per prendere decisioni.
Nell’ambito dello studio, Snowflake ha identificato quattro attributi chiave che un’organizzazione deve possedere per diventare un leader nella Data Economy:
- Accesso senza ostacoli ai dati, indipendentemente da dove essi risiedano;
- Utilizzo dei dati a supporto delle decisioni aziendali, tutte o in grande parte;
- Utilizzo dei dati per promuovere obiettivi strategici, come l’aumento dei ricavi e l’identificazione di nuove opportunità commerciali;
- Capacità di condividere i dati in modo sicuro con partner esterni.
Le organizzazioni che possiedono questi quattro attributi sono considerate leader dell’economia dei dati e, di conseguenza, ottengono risultati nettamente superiori rispetto a quelle che non utilizzano, accedono o condividono i dati secondo queste modalità. Ad esempio, il 77% dei leader della Data Economy ha registrato una crescita annuale del fatturato negli ultimi tre anni, mentre solo il 36% dei cosiddetti “ritardatari” – le aziende con i risultati più bassi – può dire lo stesso. Inoltre, in questo stesso periodo, il 60% dei leader ha visto crescere la propria quota di mercato, rispetto al 31% dei ritardatari.
Le aziende che non utilizzano i dati al massimo delle loro potenzialità rimangono indietro rispetto alla concorrenza, che invece li impiega attivamente come supporto strategico al business e per prendere decisioni critiche. Ad esempio, il 42% delle organizzazioni intervistate ha dichiarato di utilizzare i dati per identificare i rischi e prevenire le frodi all’interno della propria azienda, dimostrando una tendenza crescente delle aziende a utilizzare i dati in modo preventivo, per proteggere sé stesse e i propri clienti. Inoltre, il 41% delle organizzazioni utilizza i dati in modo altrettanto strategico per lanciare nuovi flussi di entrate o modelli di pricing e il 40% per rivelare nuove opportunità di mercato.
“Le organizzazioni di successo otterranno il vantaggio di business derivante dall’accesso ai dati, ai servizi, alle soluzioni e alla collaborazione che si possono trovare solo nella Data Economy”, spiega Jennifer Belissent, Principal Data Strategist di Snowflake. “Le organizzazioni più lungimiranti stanno utilizzando tutto ciò che la Data Economy offre per risolvere i problemi aziendali più complessi, migliorare l’esperienza dei clienti e combattere le frodi. Le aziende che non hanno ancora il controllo su tutti i dati in loro possesso si troveranno indietro rispetto alla concorrenza e a maggior rischio potenziale di minacce alla sicurezza”.
La sfida della Data Economy
Per entrare a pieno titolo nella Data Economy, le aziende devono prima di tutto sfruttare al meglio i propri dati. Tuttavia, molte faticano a gestirli e a estrarne efficacemente il valore. La capacità di accedere a tutte le forme di dati è parte integrante di una strategia sui dati, ma la metà delle organizzazioni non ha un accesso completamente libero ad essi. Molte organizzazioni, inoltre, non riescono ad abbattere i silos interni, ostacolando così la condivisione dei dati e la collaborazione tra le unità aziendali: solo il 55% afferma che la condivisione all’interno della propria organizzazione può avvenire liberamente.
Relativamente agli ostacoli che impediscono di raggiungere lo status di “Data Economy Leader”, il 49% degli intervistati ritiene che alla propria azienda manchi una strategia da parte della dirigenza per riposizionare le attività come “data-forward”. Molte aziende ritengono inoltre che le tecnologie utilizzate non siano adatte alla Data Economy. Una piattaforma dati efficace deve essere scalabile ed elastica e gestire una quantità quasi illimitata di dati, ma meno di un terzo degli intervistati afferma che le proprie soluzioni di gestione dei dati sono facilmente scalabili. E soprattutto, meno di un quarto afferma che la propria soluzione consente di condividere, accedere e integrare i dati in tempo quasi reale.
“Le barriere che impediscono alle aziende di partecipare pienamente all’economia dei dati possono essere suddivise in tre aree chiave: tecnologia, persone e processi”, aggiunge Jennifer Belissent. “La maggior parte di queste organizzazioni utilizza ancora tecnologie legacy on-premise che non sono scalabili o adatte alle moderne esigenze di dati. Inoltre, i loro leader non hanno le competenze necessarie per creare ed eseguire le loro strategie sui dati e non sono in grado di implementare processi che consentano loro di condividere e collaborare sui dati. Al contrario, le aziende leader stanno sfruttando le piattaforme dati nel cloud. Hanno una leadership forte e informata che promuove un approccio all’innovazione dei dati che riguarda l’intera impresa, e hanno stabilito processi che rendono i loro dati reciprocamente disponibili”.
Alla guida della Data Economy
Anche se rappresentano solo il 6% delle aziende intervistate, i leader della Data Economy operano in tutti i settori, dall’healthcare e life science alla tecnologia, fino al retail e ai prodotti di largo consumo. Una volta inseriti nella Data Economy, fanno parte di un ecosistema reciprocamente vantaggioso, fornendo e ricevendo vantaggi significativi dalla condivisione dei dati e dei relativi insight con altri partecipanti attraverso le tecnologie di gestione dei dati. Molti clienti Snowflake sono leader della Data Economy e utilizzano i dati per identificare nuove opportunità di mercato, ottimizzare i processi e fornire un servizio clienti più personalizzato. Alcuni esempi sono:
- Pizza Hut ha utilizzato i dati meteorologici e di geolocalizzazione per correlare i modelli climatici e le abitudini di acquisto dei consumatori. Il suo team di analisi ha usato questi dati per ottimizzare le campagne di marketing mirate, facendo arrivare messaggi personalizzati ai consumatori più ricettivi.
- Sainsbury’s ha lanciato un servizio che consente ai clienti di confrontare istantaneamente i suoi prodotti con quelli della concorrenza.
Un’analisi più approfondita dei leader della Data Economy ha rivelato diverse altre aree in cui questi superano notevolmente le aziende concorrenti, con i punti di forza che si manifestano in tre aree principali: persone, processi e tecnologia.
- Persone: Una forte leadership è essenziale per avere successo nell’economia dei dati. Per quasi due terzi (63%) dei leader, diventare un’azienda all’avanguardia nel settore dei dati è un chiaro mandato a livello di Board.
- I leader sono più efficaci ad allineare gli obiettivi dei dati tra i vari team: il 62% ha un centro di eccellenza per i dati o gli analytics che coordina le policy sui dati e il 54% consente agli utenti di accedere a tutti i dati disponibili attraverso un unico sistema o applicazione.
- I leader descrivono le tecnologie di archiviazione e gestione dei dati utilizzate come “facilmente scalabili ed elastiche” in percentuale doppia rispetto ai ritardatari (50% contro 24%). In parallelo, i leader attingono a un volume maggiore di dati, in forme diverse, abbattendo i silos e collaborando con partner interni ed esterni.