La nuova ricerca di Forrester Consulting rivela priorità e timori delle imprese: per il 79% dei dirigenti aziendali l’adozione di analytics avanzate con funzionalità di AI è al primo posto. Nel 59% dei casi, l’AI ha cambiato radicalmente il modo in cui le aziende operano, ma in Italia i vantaggi tardano ad arrivare: solo il 44% delle imprese ritiene che l’AI abbia modificato la propria operatività

Quali sono le priorità di business per il prossimo anno ? Quasi 900 dirigenti di società operanti nei servizi finanziari e nelle telecomunicazioni di dieci Paesi delle regioni EMEA e APAC, sono stati intervistati. Experian, principale società di global information al mondo, ha rilasciato i risultati di questa ricerca commissionata a Forrester Consulting, con l’obiettivo di analizzare le opportunità e le sfide associate all’implementazione dell’AI. I dati raccolti hanno messo in luce il modo in cui l’intelligenza artificiale sta influenzando gli analytics, la valutazione del rischio e l’esperienza dei clienti.

Quali sono i principali rischi da affrontare secondo i dirigenti aziendali?

Lo studio esamina le maggiori priorità di rischio e identifica quanto l’intelligenza artificiale sia fondamentale per sviluppare la resilienza in tempi come quelli attuali, segnati da incertezze sia delle condizioni economiche che dei cambiamenti normativi.

La cybersecurity (55%) e la privacy dei dati (54%) sono le principali preoccupazioni indicate per l’anno prossimo, seguiti dal rischio di credito (42%) e da quello ESG (40%). Per mitigare questi rischi, le aziende devono intervenire ottimizzando la capacità predittive dei modelli in essere e sfruttando al meglio il valore dei dati provenienti da una vasta gamma di fonti. A tutto ciò, l’AI e il Machine Learning (ML), possono apportare il loro notevole contributo:

Secondo Malin Holmberg, CEO, EMEA & APAC, Experian “se da un lato l’AI sta portando innovazione e migliorando le prestazioni analitiche, dall’altro è fondamentale garantire che questa tecnologia venga utilizzata in modo responsabile ed etico. È rassicurante vedere che il 61% degli intervistati dispone di un programma di gestione dei rischi legati all’AI e che sta affrontando attivamente, grazie ad un’AI trasparente e spiegabile, i pregiudizi inconsci. Le aziende che abbracciano questa tecnologia si troveranno avvantaggiate nell’identificare nuove opportunità di crescita attraverso l’efficienza dei processi e una maggiore automazione”.

Per le imprese italiane, l’AI è una priorità ma spunta il timore di rischi geopolitici

I leader aziendali intervistati nel nostro Paese sono oltre 100, operanti nei settori dei servizi finanziari e delle telecomunicazioni. Rispetto al riscontro in EMEA e APAC, appare un leggero ritardo negli investimenti in AI dell’Italia. E sebbene il 69% dei dirigenti aziendali stia dando priorità all’adozione di analisi avanzate con funzionalità di AI, solo il 44% di loro ritiene che l’AI abbia cambiato radicalmente il modo in cui operano le rispettive aziende, contro la media globale del 59%.

“L’AI è più che mai al centro dell’innovazione e sta diventando una tecnologia davvero differenziante: il 56% dei dirigenti che abbiamo intervistato ritiene che fornisca loro un vantaggio competitivo decisivo. La corsa all’implementazione è ben avviata e l’adozione nella maggior parte dei casi d’uso è destinata a raddoppiare nel prossimo anno. Man mano che l’adozione dell’AI si consolida è più probabile che gli innovatori individuino nuovi casi d’uso. Il vantaggio principale dell’AI è la capacità di trovare modelli che gli analisti non sono in grado di trovare, soprattutto con i dati non strutturati. Più le aziende integrano i processi e la governance dell’AI nel loro kit di strumenti analitici, più valore può essere creato”, ha dichiarato Armando Capone, General Manager Italy di Experian.

Anche in Italia, cybersecurity (56%) e privacy dei dati (48%) rappresentano i principali vincoli di rischio per l’anno prossimo, insieme a quello ESG (41%), ma a differenza del riscontro generale in EMEA e APAC si inserisce anche il rischio geopolitico, percepito dal 44% delle aziende.

Affrontare le sfide dei dati e dell’analisi

Per essere efficace, l’AI deve poter fare affidamento su grandi volumi e su una robusta infrastruttura di dati. Nonostante le fonti di dati siano in continuo aumento, per il 42% degli intervistati a livello globale, la sfida più grande è la mancanza di dati per valutare il merito creditizio dei clienti. Di conseguenza, il 75% dei dirigenti aziendali sta dando priorità agli investimenti in nuove fonti di dati che consentono di comprendere meglio il rischio e l’accessibilità al credito.

In termini di analytics, invece, la ricerca ha rilevato che la sfida maggiore per quasi la metà degli intervistati risiede nell’abilità di mettere in collegamento diversi asset di dati in maniera continua in un Data Warehouse in grado di supportare i casi d’uso AI/ML in maniera adeguata. Di fronte a questa problematica, il 79% degli intervistati a livello globale sta investendo in tecnologie cloud volte a integrare perfettamente i dati e il 52% concorda sul fatto che affidarsi a servizi cloud ospitati all’esterno dell’infrastruttura aziendale consente di evitare i silos di dati e aggregare le fonti.

Queste percentuali calano però notevolmente in Italia, dove solo il 68% delle aziende ha dichiarato di star investendo in tecnologie cloud per l’integrazione dei dati, e solo 2 imprese su 5 opterebbero per servizi cloud gestiti per evitare i silos e aggregare i dati.

I vantaggi dell’implementazione dell’AI

Molte aziende stanno esplorando attivamente i casi d’uso dell’AI applicandoli ad un’ampia gamma di scenari concreti, come il miglioramento delle sottoscrizioni attraverso modelli basati sul ML, l’identificazione proattiva e precoce dei clienti vulnerabili, una migliore prevenzione delle frodi e un servizio clienti più rapido. Più della metà delle imprese in EMEA e APAC ritiene che l’aumento di produttività abbia compensato il costo iniziale, fornendo una chiara indicazione del ROI positivo derivante dall’adozione dell’AI. In Italia, tuttavia, poco più di un’azienda su 3 concorda sul ROI positivo. Il fatto però che il 62% abbia già messo in atto un programma completo di gestione del rischio dell’AI dimostra come le imprese italiane si stiaon muovendo nell’utilizzo della tecnologia e quanto stiano lavorando per assicurare un’integrazione più fluida e sicura possibile.