Secondo un recente sondaggio realizzato da Vanson Bourne e commissionato da Intel Security, più della metà degli intervistati (54%) ha dichiarato di essere disposto a condividere i propri dati personali presenti nelle proprie Smart Home in cambio di denaro, e il 70% ritiene che buoni sconto e offerte speciali possano essere una congrua ricompensa in cambio di dati sull’utilizzo dei dispositivi intelligenti all’interno delle case intelligenti. L’indagine ha rilevato inoltre che il 77% degli intervistati ritiene che nel 2025 le case intelligenti saranno molto diffuse, come oggi gli smartphone, mentre il 66% si dice molto preoccupato che i dati presenti nelle smart home possano essere violati dai criminali informatici.
Gli intervistati si sono dimostrati universalmente preoccupati per le potenziali minacce alla sicurezza provenienti dalle smart home, con il 92% preoccupato che i propri dati personali possano essere manipolati da criminali informatici. Parallelamente, in un recente documento su temi analoghi, quasi la stessa percentuale di intervistati (89%) ha dichiarato che se vivessero in una smart-home, preferirebbero adottare un’unica soluzione di sicurezza integrata per proteggere tutti i dispositivi intelligenti della casa. Gli intervistati si sono dimostrati meno entusiasti degli attuali metodi di sicurezza come le password, con 4 su 10 che prevedono che le password saranno un problema per le case intelligenti, e i tre quarti (75%) che rivelano di essere un po’ in ansia per il numero di password che dovrà ricordare e gestire nelle smart home. Tuttavia, la biometria è stata apprezzata come alternativa per l’accesso ai dispositivi delle case intelligenti. Quando è stato chiesto di scegliere tra i vari tipi di sicurezza biometrica, il 54% ha preferito le impronte digitali, il 46% il riconoscimento vocale e il 42% le scansioni oculari.
“La sicurezza sembra essere una delle preoccupazioni principali in grado di frenare la diffusione delle smart home” ha aggiunto Giorgio Bramati, consumer partner manager di Intel Security. “Ogni dispositivo in grado di connettersi a internet che entra nelle nostre case intelligenti è in grado di esporci a nuovi rischi. Un hacker che entra in una casa tramite un termostato o un frigorifero intelligente può causare danni proprio come un criminale informatico che entra in un PC. Vogliamo dare un messaggio forte a chi si sta impegnando nelle smart home e nell’Internet delle Cose: la sicurezza deve essere alla base: come delle solide fondamenta per case e cose intelligenti”.