Dato che la scelta del piano tariffario può incidere in modo rilevante sulla spesa annua, cerchiamo di avere le idee più chiare facendo luce sui vari tipi di tariffe.

energia elettrica - tariffe luce

La spesa annua relativa all’energia elettrica di una famiglia “standard”, ovvero di 3 o 4 persone, considerando una potenza impegnata di 3 kW e un consumo di circa 2.700 kWh annui, varia dai 900 ai 1.400 euro. Si scende sotto i 900 nel caso di utenze con un solo componente, mentre si va di solito oltre i 1.400 euro quando i componenti sono più di 4. Ovviamente molto dipende dalle specifiche esigenze e abitudini della famiglia, ma in linea di massima le cifre sono queste.

Stiamo quindi parlando di una voce di spesa importante e sembra del tutto logico mettere a confronto le numerose e variegate offerte luce mercato libero; sono numerose perché la liberalizzazione del mercato ha portato a una progressiva crescita del numero degli operatori e sono variegate perché gli utenti hanno la possibilità di scegliere tra piani tariffari diversi.

Dato che la scelta del piano tariffario può incidere in modo rilevante sulla spesa annua, cerchiamo di avere le idee più chiare facendo luce (espressione azzeccata dato l’argomento…) sui vari tipi di tariffe.

Offerte luce: tariffe a prezzo fisso o a prezzo variabile

I fornitori di energia elettrica propongono piani tariffari a prezzo fisso e a prezzo variabile. La differenza è sostanziale e presenta un’analogia con il meccanismo dei mutui a tasso fisso e di quelli a tasso variabile.

Se si opta per il prezzo fisso, non si avranno sue variazioni per tutto il tempo stabilito in fase contrattuale; di solito si tratta di offerte che hanno la durata di un anno, dopodiché il prezzo può mutare e il cliente può valutare se il caso o no di prendere in considerazione altre proposte.

Se invece si opta per il prezzo variabile, questo è indicizzato e, di conseguenza, subirà variazioni a seconda dell’andamento del mercato dell’energia elettrica. È molto improbabile, per non dire impossibile, che il prezzo non subisca oscillazioni che possono essere in alto o in basso. Ovviamente ciò inciderà sull’importo della bolletta che sarà più pesante nel primo caso e meno oneroso nel secondo.

Premesso che nessuno ha la sfera di cristallo, il consiglio che si può dare è quello di scegliere il prezzo fisso se si prevede, in base anche alle notizie dei vari media, che nel corso dei prossimi mesi i prezzi presumibilmente saliranno.

Se invece si pensa a probabili ribassi, il prezzo variabile può essere una buona scelta.

Tariffe monorarie, biorarie e multiorarie

Sul sito di ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), è specificato nel dettaglio il meccanismo delle cosiddette fasce orarie, ovvero F1, F2 ed F3 (rispettivamente orario di punta, orario intermedio, orario notturno/festivo). La fascia F1 è la più costosa, mentre la F3 è la più economica.

In base a queste fasce gli operatori propongono tariffe monorarie, biorarie e multiorarie.

Qualora i consumi di energia elettrica siano equamente distribuiti lungo tutto l’arco della giornata, può essere consigliabile scegliere una tariffa monoraria (costo invariato per tutta la giornata).

Se invece i consumi maggiori sono relativi alla fascia oraria intermedia e a quella notturna/festiva, allora si può optare per una tariffa bioraria (basata sulla fascia F1 e sulla F23, accorpamento di F2 e F3).

Se la maggior parte dei consumi è procrastinabile alla fascia F3, si può considerare la scelta di una tariffa multioraria (che distingue le tre fasce).