Alcuni sostenevano che la posta elettronica sarebbe morta a seguito dell’avvento di chat e social network, ma l’email è invece ancora viva, anzi vivissima, soprattutto a livello aziendale, dove rappresenta lo strumento numero uno per la trasmissione delle informazioni e dei documenti. Un fattore questo noto anche tra i cyber criminali che cercano di sfruttare l’email per diffondere le minacce. E spesso lo fanno molto bene: il 90% delle infezioni derivano proprio dalla posta elettronica che risulta quindi essere il canale privilegiato. Solo in Italia, ad esempio, a gennaio 2017 il livello dello spam era circa il 70% di tutte le mail ricevute nel nostro Paese, a fine marzo invece si è superato addirittura il 90%. Si nota inoltre che nel 2016 il 40% delle mail di spam contenevano un ransomware, percentuale vertiginosamente cresciuta rispetto allo 0,6% dell’anno precedente. A tutto ciò si deve aggiungere una maggiore industrializzazione del mondo cybercrime dove vi sono “aziende” specializzate nella produzione e diffusione di minacce.
Fattori questi che non possono passare inosservati perché le aziende ad ogni violazione subita rischiano danni economici e reputazionali spesso molto ingenti. Nel 2017, solo negli USA, l’FBI stima a 1 miliardo di dollari il giro d’affari a favore dei cyber criminali derivante dalle minacce zero day da loro diffuse attraverso le mail.
A combattere giorno per giorno contro queste minacce è Libraesva, azienda lecchese dalla forte vocazione internazionale che è focalizzata esclusivamente sulla sicurezza della posta elettronica. Il prodotto di punta dell’azienda è il gateway ESVA (email security virtual appliance) che con la versione 4.0.0 è stata arricchita dalla funzionalità Sandbox (UrlSandbox Protection), in grado di analizzare, con un tempo inferiore ad un secondo, la pericolosità dei link prima ancora di giungere al sito di destinazione.
Migliaia sono già i clienti seguiti da Libraesva: se inizialmente il focus era rivolto allo small and medium business, oggi sono numerose le realtà Enterprise e della pubblica amministrazione che adottano le soluzioni dell’azienda italiana. Clienti che non riguardano solo il panorama nostrano, ma provengono da tutto il mondo grazie anche a partner in nazioni come Turchia, Inghilterra ed Emirati Arabi per citarne alcuni. L’80% del business avviene ancora in Italia e il restante 20% all’estero, merito di 400 partner, di cui 150 sono rivenditori certificati.
“Ansa, Città del Vaticano, il Governi italiano, Prada, Armani, l’Università di Istanbul, il ministero delle finanze della Macedonia, Cattolica Assicurazioni e Phoenix Mecano Group (Germania, Usa e Cina) sono solo alcuni dei nostri clienti. Inoltre è elevatissimo il tasso di coloro che sottoscrivono nuovamente l’abbonamento allo scadere dell’anno: si tratta del 95% dei clienti” – ha spiegato Paolo Frizzi, ceo di Libraesva.
Tra le ragioni di questo successo vi è senza dubbio l’efficacia della soluzione: è stata definita la migliore soluzione anti spam dal 2014 al 2016, grazie ad uno spam catch rate del 99,98% e quasi zero falsi positivi. A questo si deve aggiungere anche la sua elevata semplicità: si tratta di una soluzione di livello Enterprise senza però la complessità tipica dei prodotti di tale fascia. Molto rapida anche la sua implementazione: la soluzione, disponibile come appliance virtuale o in cloud, è operativa in circa due ore di tempo.
“Dovendo competere con grandi colossi del settore, che però non si focalizzano esclusivamente sulla sicurezza della posta elettronica, siamo andati in punta di piedi da potenziali grandi clienti che hanno però potuto verificare l’efficacia della nostra soluzione e hanno deciso di sceglierla. Questo perché siamo in grado di dimostrare che la nostra soluzione è effettivamente efficace” ha concluso il ceo di Libraesva.