
Generazione Z: come definirla? Un gruppo di persone alla ricerca di gratificazioni istantanee che dà priorità ai premi rispetto alla dedizione al lavoro, preferendo la disoccupazione a un lavoro poco soddisfacente? O una forza dinamica che porta innovazione, supporta la diversità e con una prospettiva del tutto nuova?
Nato tra la metà degli anni 90 e il 2010, questo gruppo è caratterizzato da una competenza digitale innata, valori progressivi, convenzioni sfidanti e un approccio unico al lavoro.
Una recente indagine di Zety ha esplorato la realtà di questa Generazione sul posto di lavoro cercando di separare i fatti dalla finzione e di abbattere alcuni degli stereotipi più comuni. Intervistando 1.100 lavoratori della Generazione Z, l’indagine ha studiato e approfondito:
- Lo status dei lavoratori della Generazione Z sul mercato
- Le aspettative lavorative
- Le ragioni dietro la decisione di lasciare il lavoro
- Il valore del denaro nel mondo della Generazione Z
- I fatti e i miti
Ecco i risultati principali:
- L’83% dei lavoratori della Generazione Z si considera“job hoppers”.
- Il 97% dice che il lavoro è parte della propria identità.
- Il 41% di loro lascerebbe il proprio lavoro se dovesse fare gli straordinari.
- Il 75% dei lavoratori lascerebbe il proprio lavoro senza averne un altro.
- Il 74% dei lavoratori considererebbe una carriera da libero professionista nel caso in cui non trovasse un lavoro adeguato.
- Il 93% degli intervistati ha affermato di aver lavorato durante le ferie.