Kubernetes e le tecnologie cloud native hanno registrato un’enorme crescita negli ultimi anni. L’ultimo Report annuale del CNCF, infatti, ha descritto il 2022 come il momento in cui “il cloud native è diventato la nuova normalità“.
VMware ha pubblicato il quinto State of Kubernetes 2023 Report, per capire meglio come le aziende utilizzano il sistema open-source di orchestrazione e gestione di container. Il report esamina l’impatto di K8s sulle aziende e i progressi compiuti rispetto alle sfide esistenti. I risultati principali includono:
- Cala l’uso di Kubernetes DYI (fai-da-te) – Gli sviluppatori che preferiscono Kubernetes DYI sono passati dal 28% nel 2020 al 16% nel 2023. Questo calo significativo evidenzia che gli intervistati non hanno esigenze uniche a livello di infrastruttura. Inoltre, l’84% delle aziende non vede il valore di possedere Kubernetes in prima persona e preferisce lasciare che siano altri, come i fornitori, a occuparsi di assemblare e mantenerlo aggiornato.
- La sicurezza rimane al primo posto – La sicurezza rimane una preoccupazione dominante per i team che implementano e gestiscono Kubernetes. Quasi tutti (97%) gli intervistati citano i problemi di sicurezza legati all’utilizzo di Kubernetes, tra cui le configurazioni/esposizioni errate (55%), l’applicazione di policy coerenti tra cluster e team (42%), i CVE non patchati nella distribuzione Kubernetes (42%) e la protezione delle immagini dei container in una pipeline CI/CD (40%). Quasi tutti gli intervistati dichiarano che vale la pena investire in servizi o supporto a pagamento, con la sicurezza in cima alla lista.
- Persistono sfide legate all’implementazione e alla gestione di Kubernetes – L’inadeguatezza dell’esperienza e delle competenze interne continua a essere una delle principali sfide incontrate dalle aziende durante l’implementazione e la gestione di Kubernetes.
Salvatore Incandela, Senior Manager Tanzu Solutions Engineering di VMware, ha commentato: “Le tecnologie cloud native sono sempre più pervasive e trasformative. Trovo particolarmente interessante l’emergente adozione nei contesti edge, e ne trovo riscontro in particolare nel contesto italiano, sia nell’ambito della Pubblica Amministrazione che nel privato. Queste tecnologie abilitano scenari innovativi e semplificano la distribuzione delle applicazioni nei punti periferici delle architetture dei clienti pur mantenendo una gestione e controllo centralizzati. Questo elemento si aggiunge alla tendenza delle aziende di utilizzare uno o più provider Kubernetes che rende prioritaria la necessità di implementare degli strumenti di gestione che consentano di avere un unico pannello di controllo che prescinde dal cloud provider, che ottimizzi i costi operativi e sia in grado di migliorare la postura della sicurezza degli ambienti cloud native”.