Capterra ha presentato i risultati italiani della sua indagine “HR Software Trends 2025”, mettendo in luce come l’intelligenza artificiale stia trasformando la gestione delle risorse umane nel nostro Paese. Il report, basato sulle risposte di 300 responsabili HR italiani e confrontato con dati globali raccolti da oltre 3.200 professionisti in 11 paesi, evidenzia sia sfide […]

risorse-umane-HR

Capterra ha presentato i risultati italiani della sua indagine “HR Software Trends 2025”, mettendo in luce come l’intelligenza artificiale stia trasformando la gestione delle risorse umane nel nostro Paese. Il report, basato sulle risposte di 300 responsabili HR italiani e confrontato con dati globali raccolti da oltre 3.200 professionisti in 11 paesi, evidenzia sia sfide comuni che priorità specifiche per le organizzazioni italiane nell’ambito dell’acquisizione di talenti, sviluppo delle competenze, coinvolgimento dei dipendenti e adozione responsabile delle tecnologie di IA.

L’IA semplifica il recruiting in Italia

Il recruiting di professionisti qualificati si conferma la sfida principale per il 2025 per il 39% dei leader HR italiani, una percentuale superiore alla media globale del 34%. Quasi la metà delle aziende italiane (49%) prevede che l’organico verrà ampliato nei prossimi 12 mesi e il 48% si aspetta un aumento dei costi di selezione – entrambi dati superiori rispetto al panorama internazionale. Per rispondere a queste esigenze, le aziende italiane stanno adottando sempre più soluzioni HR basate sull’IA che automatizzano lo screening dei candidati, migliorano la pianificazione del personale e ottimizzano l’esperienza di selezione.

Come sottolinea Brian Westfall, analista HR tech: “L’IA può automatizzare le attività di preselezione, consentendo ai recruiter di dedicare più tempo alla costruzione di relazioni significative con i candidati”. Tuttavia, evidenzia che la tecnologia deve supportare, e non sostituire, l’interazione umana.

Formazione e upskilling: una priorità critica con preoccupazioni sopra la media

La formazione e l’aggiornamento delle competenze sono particolarmente urgenti in Italia. Il 43% dei responsabili HR italiani indica la formazione dei dipendenti come la principale sfida operativa per i prossimi 12 mesi, contro una media globale del 38%. Ben il 64% degli intervistati italiani prevede un aumento dei costi per formazione e upskilling, rispetto al 55% a livello globale. La carenza di competenze in ambito IA rappresenta una barriera significativa: il 48% dei leader HR italiani la segnala come una sfida, contro il 43% a livello mondiale.

Per colmare queste lacune, le organizzazioni italiane si rivolgono a soluzioni che sono considerate critiche o essenziali da una quota significativa di leader HR a livello globale: LMS (42% degli intervistati) e piattaforme di HR/talent analytics (40%). Tuttavia, solo il 39% degli intervistati italiani considera le risorse formative un criterio chiave nella scelta di nuovi software, in linea con la media globale, nonostante la consapevolezza del divario di competenze.

Coinvolgimento e retention dei dipendenti: meno urgente, ma sempre rilevante

Il 32% dei leader HR italiani identifica il coinvolgimento dei dipendenti come una delle principali sfide HR (contro il 38% a livello globale), mentre il 22% cita la retention (contro il 36% globale). Nonostante ciò, le aziende italiane e internazionali stanno già riscontrando effetti positivi dall’adozione di strumenti HR potenziati dall’IA. A livello globale, il 43% dei team HR che utilizzano l’IA riporta una maggiore soddisfazione dei dipendenti e il 39% un miglioramento della retention – dati confermati anche dagli utenti italiani di queste tecnologie.

Rischi dell’IA e sicurezza dei dati: preoccupazioni leggermente inferiori in Italia

La sicurezza e la gestione dei rischi restano priorità, ma i responsabili HR italiani si mostrano leggermente meno preoccupati rispetto ai colleghi internazionali. Il 60% degli intervistati italiani considera la sicurezza un fattore critico nella scelta dei software HR, rispetto al 67% globale. Solo il 26% dei leader HR italiani afferma che le preoccupazioni sulla sicurezza hanno guidato gli acquisti di software HR nell’ultimo anno, contro il 43% globale. Al contrario, le aziende italiane sono più motivate dalla necessità di migliorare le integrazioni di sistema.

Rimanere competitivi in uno scenario in continua evoluzione

L’indagine “HR Software Trends Survey 2025” evidenzia come le organizzazioni italiane si trovino a navigare in un contesto in rapida evoluzione, segnato dall’impatto crescente dell’intelligenza artificiale e dalla trasformazione digitale. Sebbene i leader HR italiani condividano molte priorità con i colleghi internazionali – come acquisizione di talenti, upskilling e coinvolgimento dei dipendenti – mostrano anche preoccupazioni maggiori su costi di recruiting e carenze di competenze digitali.

Per restare competitive, le aziende italiane devono non solo investire in tecnologie HR avanzate, ma anche puntare sullo sviluppo delle competenze in ambito IA e promuovere una cultura di apprendimento continuo. Solo così potranno rispondere alle esigenze attuali e future della forza lavoro, migliorare la retention e sfruttare appieno il potenziale delle soluzioni HR. In definitiva, le organizzazioni che metteranno le persone al centro delle strategie digitali saranno meglio posizionate per attrarre, coinvolgere e trattenere i talenti migliori in un contesto sempre più complesso e dinamico.