Michael Page, in partnership con Foresight Factory, ha realizzato un’indagine di approfondimento dedicata ai trend che modelleranno il lavoro di domani. L’evoluzione della tecnologia applicata al mondo del lavoro apre infatti scenari futuri in chiaroscuro: spesso si evidenzia il rischio di un potenziale furto di figure specializzate a favore dei robot, tralasciando i vantaggi personali e professionali di una tecnologia avanzata a disposizione della forza lavoro.
Le competenze liquide. Secondo l’approfondita analisi, capacità di giudizio, curiosità, sapere come muoversi in situazioni complesse e curiosità sono le competenze che le macchine non potranno replicare. Queste abilità trasversali si riveleranno il vantaggio chiave per le aziende e secondo i recruiter di Michael Page, sono tra le caratteristiche imprescindibili per il professionista del futuro. Competenze liquide che si adattano ai diversi contesti considerato che le persone arriveranno a sviluppare da 4 a 6 carriere diverse nell’arco della propria vita.
Il curriculum del 2030. Cambierà anche la ricerca di lavoro. Il curriculum sarà uno spazio interattivo gestito dall’ Intelligenza Artificiale che, come un Assistente Personale, gestirà i dati personali e i collegamenti. Le informazioni saranno conservate su base cloud e rese sicure attraverso la tecnologia blockchain ma accessibili all’AI che potrà direttamente scannerizzarle per valutare l’adeguatezza di un profilo per una descrizione di lavoro, e viceversa.
Bio-hacking: andare “oltre l’umano”. I microchip che consentono ai lavoratori di aprire porte, accedere a terminali e pagare per merci sono già realtà. Ma questo è solo il principio dei bio-potenziamenti che consentiranno ai dipendenti di eseguire compiti più facilmente, più rapidamente e con risultati migliori. Il prossimo futuro prevede impianti smart, protesi ad alta performance e componenti potenziatori della memoria: oltre a dispositivi “indossabili” saranno utili supporti per tenere il passo con la tecnologia.
Blockchain: una lunga catena di registrazione di dati duplicati attraverso milioni di macchine, che provvedono giorno e notte alla loro manutenzione. Il suo impatto a lungo termine sulla futura forza lavoro è destinato ad essere profondo. Con la proliferazione della blockchain, verificare le informazioni ed essere un intermediario di fiducia diventerà sempre più obsoleto. Le relazioni peer-to-peer non saranno più così rischiose come possono esserlo attualmente su internet. La capacità dei contratti smart di consentire una rivoluzione pay-as-you-go potenzierà ulteriormente la cosiddetta “gig economy”, dove i liberi professionisti stabiliscono le ore di lavoro a seconda della domanda dei consumatori. Con l’uso di strutture basate su token, le persone godranno di una possibilità senza precedenti di essere i boss di sé stessi.
L’impatto dei robot sui lavori. Benché i robot e l’AI siano destinati inevitabilmente ad assumere molte funzioni tra quelle più basate sui dati e sul riconoscimento di pattern, ci sarà un cambiamento nelle interazioni tra uomini e macchine che porterà al massimo livello di efficienza. L’automazione di compiti ripetitivi e basati su dati porterà alla creazione di nuove tipologie di lavoro, con maggiore attenzione al modo in cui persone e macchine possono lavorare insieme con la migliore efficienza possibile. I colleghi robot, o “cobot” si integreranno nella forza lavoro e le visioni “antiquate” della differenza tra macchine e persone dovranno evolversi ed essere sostituite da una forza lavoro basata su coabitazione e cooperazione.
Il messaggio principale della ricerca è chiaro: mentre intelligenza artificiale, automazione, robotica e tecnologie per il potenziamento umano possono offrire nuovi modi entusiasmanti per promuovere l’attività e sviluppare le capacità, la dote maggiore di ogni dipendente continueranno ad essere le competenze personali.