L’epidemia e il divieto di uscire di casa stanno radicalmente cambiando le regole del mercato e le modalità di lavoro. Chi sarà in grado di adeguarsi in tempi rapidi, digitalizzando la propria azienda nel bel mezzo della crisi, potrà ridurre i disagi causati dall’emergenza. Per questo la Casaleggio Associati lancia un appello a tutte quelle persone che fanno impresa.
“Ci troviamo di fronte ad un’emergenza globale che sta modificando radicalmente le nostre abitudini – spiega Davide Casaleggio, Presidente della Casaleggio Associati. Oggi più che mai le aziende devono avere il coraggio di cambiare e di riposizionarsi sul mercato. Non occorrono necessariamente grandi investimenti, ma un cambio culturale importante e una revisione dei modelli di business tradizionali”.
Con alcuni essenziali accorgimenti è possibile contrastare gli effetti della crisi elaborando soluzioni rapide per migliorare la digitalizzazione delle aziende e dare risposte immediate ai cambiamenti di mercati.
“A partire dalla gestione dello smart working è possibile individuare piattaforme e modalità di lavoro per mantenere attiva l’attività dell’azienda – continua Casaleggio. Occorre poi ripensare le modalità di vendita soprattutto per i rivenditori e produttori che fino ad oggi si sono focalizzati sulla distribuzione nei negozi fisici. Oggi è possibile aprire nuovi canali di vendita diretta on line in tempi rapidi appoggiandosi ai vari marketplace e strumenti come Amazon, Ebay, Facebook marketplace, Google MyBusiness o Etsy. Ma soprattutto è necessario modificare la modalità in cui i clienti vengono a conoscenza del prodotto e servizio, con una strategia di posizionamento sui social media e tramite la promozione online, e mettere in piedi gli strumenti per mantenere i contatti con i clienti stessi”.
Vi sono già numerosi esempi virtuosi provenienti dalla Cina che prima di noi ha dovuto affrontare un’emergenza senza precedenti.
Master Kong, per esempio, uno dei principali produttori di noodle e bevande, ha rimodellato le dinamiche di distribuzione delle sue forniture. Ha aumentato la produzione e il livello di scorte a magazzino, ha integrato il sistema di ordinazione dei grandi canali di vendita al dettaglio con un sistema di e-commerce per piccoli negozi. Ha utilizzato un sistema di tracciamento dei piani di riapertura dei punti vendita adattando la sua catena di approvvigionamento in relazione all’emergenza. Di conseguenza, la sua catena di distribuzione è stata in grado di recuperare mercato di oltre il 50% solo poche settimane dopo l’emergenza coronavirus, ed è stata in grado di sopperire alle richieste di oltre il 60% dei clienti anche durante questo periodo, fino al triplo in più di alcuni concorrenti.
Huazhu, invece, è una realtà che gestisce 6.000 hotel in 400 città in tutta la Cina. In tempo di emergenza ha istituito una task force di crisi che si è riunita quotidianamente per rivedere le procedure sanitarie e aggiornare una guideline comune di gestione della policy per l’intera catena. Inoltre, ha sfruttato la sua piattaforma informativa interna per assicurarsi che dipendenti e franchisee ricevessero le informazioni corrette ed in modo tempestivo appena prese. In alternativa Cosmo Lady, la più grande azienda di biancheria intima e lingerie in Cina, ha trasformato i dipendenti in venditori su WeChat, il social media nazionale, per promuovere i prodotti nelle varie community. È stata stilata una classifica delle vendite tra tutti i dipendenti (inclusi Presidente e CE) per motivare il resto del personale a partecipare all’iniziativa.
Lin Qingxuan, catena di cosmetica, è stata costretta a chiudere il 40% dei suoi negozi durante la crisi, comprese tutte le sue sedi a Wuhan. La società ha ridistribuito i suoi oltre 100 consulenti di bellezza spostandoli dai punti fisici alla Rete e trasformandoli in ambassador ed influencer per comunicare e coinvolgere virtualmente i clienti. Le vendite nella città di Wuhan hanno raggiunto una crescita del 200% rispetto l’anno precedente.
Si tratta di piccoli ma fondamentali interventi che possono davvero cambiare le sorti delle imprese in un momento così delicato per l’economia mondiale.