A fine 2023, il 48% delle PMI italiane ha dichiarato di voler incrementare le assunzioni. Le competenze digitali saranno richieste a 2,1–2,3 milioni di occupati entro il 2026

Un’indagine condotta da Qonto sull’anno trascorso e sulle prospettive a venire delle piccole e medie imprese europee rivela una solida fiducia nei confronti del futuro tra tutte le PMI esaminate. La survey fa risaltare un notevole grado di ottimismo riguardo alla crescita dei ricavi. L’85% delle aziende intervistate in Italia si è dichiarato “ottimista”, con cifre simili registrate anche in Spagna (86%) e Germania (84%), mentre segue un po’ più staccata la Francia (74%). L’indagine ha evidenziato inoltre come il 42% delle PMI europee abbia manifestato l’intenzione di aumentare le assunzioni rispetto al trimestre precedente, con l’Italia in testa alla classifica: il 48% delle PMI italiane ha infatti dichiarato di voler incrementare le assunzioni a fine 2023.

Ma dove si concentrano principalmente gli investimenti?

Le imprese sembrano orientate a focalizzarsi maggiormente in assunzioni nei dipartimenti tecnologici nel corso del 2024: oltre il 40% dei business leader in Spagna e Italia, e il 30% in Germania, ha pianificato di destinare maggiori risorse finanziarie alla tecnologia rispetto ad altri settori. Le PMI francesi, al contrario, daranno priorità al Marketing & Comunicazione (30%) e al servizio clienti (28%).

La vera sfida-assunzioni è individuare personale qualificato

Secondo il bollettino mensile 2 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, nel mese di gennaio 2024 il “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro ha influenzato 250.000 delle 508.000 assunzioni pianificate (pari al 49,2%). Non è andata meglio a febbraio dove, a fronte di una ricerca di quasi 408.000 lavoratori, le difficoltà nel reperimento di personale rimangono elevate, con 201.000 profili professionali difficili da trovare a febbraio, pari al 49,3% delle assunzioni programmate, principalmente a causa della carenza di candidati (31,3%) e di una preparazione inadeguata (14,4%).

Green e digitale: le parole chiave del futuro

Riguardo alle prospettive future, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) mira a sostenere una solida ripresa economica attraverso la transizione ecologica e digitale. Si prevede che il 37% degli investimenti sarà destinato agli obiettivi climatici e il 20% alla transizione digitale. Tra il 2022 e il 2026, si stima che le imprese e la Pubblica Amministrazione richiederanno competenze green a circa 2,4-2,7 milioni di lavoratori e competenze digitali a 2,1-2,3 milioni di occupati.

In particolare, il processo di digitalizzazione coinvolgerà sempre più settori e professioni, richiedendo per le assunzioni competenze di base come l’uso di internet e strumenti di comunicazione multimediale. Questa trasformazione influenzerà ampiamente il mercato del lavoro, coinvolgendo sia figure tecniche che meno specializzate. Per farsi trovare pronti, il processo di digitalizzazione deve diffondersi attraverso due principali direttrici:

  • da un lato il passaggio al digitale di sistemi di lavoro e attività produttive (smart working, commercio online, digitalizzazione delle procedure in molti servizi alle imprese e alle persone)
  • e dall’altro una forte spinta all’innalzamento delle competenze digitali di un’ampia fascia della popolazione, con particolare riferimento agli studenti e ai professori di tutte le scuole di ogni ordine e grado.