Nelle ultime ora è saltata sulle pagine di tutti i giornali la vicenda che ha riguardato l’attacco hacker subito da Marriott Hotel, nota catena alberghiera presente in divesi Paesi del mondo.
“Si tratta di uno dei più grandi data breach che abbiamo mai visto. Il Gruppo Marriott Hotel è una catena alberghiera molto nota a livello internazionale ma sorgono delle domande su come 500 milioni di ospiti dei loro hotel abbiano potuto essere interessati da questo cyberattacco.
Mentre cerchiamo di accertare l’entità reale dell’attacco, sembra chiaro che le precauzioni prese dal Gruppo Marriott Hotel non siano state sufficienti, dal momento che una terza parte non autorizzata è riuscita ad infiltrarsi nel sistema. I dati erano criptati, ma è possibile che gli hacker abbiano sottratto anche le chiavi di accesso, a riprova del fatto che un ulteriore livello di sicurezza sarebbe dovuto essere presente al fine di evitare una situazione simile.
Fin ad oggi questo può essere considerato uno dei più grandi data breach della storia. Non solo la mole di dati trafugati è enorme, ma la tipologia di dati personali coinvolti rappresenta un database di dati estremamente privati di milioni di persone; in alcuni casi sono stati coinvolti persino i dati delle carte di credito. Questo apre la possibilità che ulteriori minacce possano verificarsi, da attacchi di spear-phishing al cyber spionaggio. Un incidente di tale portata capitato al Gruppo Marriott Hotel potrebbe rappresentare un punto di svolta nell’adozione di policy per la privacy e di più attente abitudini personali circa i dati che condividiamo.
I clienti coinvolti dalla vicenda riceveranno un avviso, ma è preferibile che chi sospetta di essere stato vittima dell’attacco verifichi autonomamente con il Gruppo Marriott Hotel. Inoltre, consigliamo agli utenti di stare molto attenti ai tentativi di scamming che potrebbero cogliere l’occasione di quanto accaduto fingendosi il Gruppo Marriott.
Il nostro consiglio è di cambiare password e usare carte di credito virtuali invece di quello fisiche per i pagamenti online” ha spiegato David Emm, Principal Security Researcher di Kaspersky Lab riguardo all’accaduto.