La Sentenza del Consiglio di Stato accolta con soddisfazione dall’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), si riferisce al costo della banda larga negli anni 2015 e 2016, rivelatosi troppo alto e, quindi, favorevole solo a poche realtà e decisamente sfavorevole agli altri operatori del settore. La sentenza n. 6691 del 7 ottobre 2021 respinge infatti l’appello dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni rispetto alla precedente pronuncia del TAR Lazio che aveva accolto, parzialmente, il ricorso di AIIP avverso alla Delibera AGCom n. 78/17/CONS di approvazione delle Offerte di Riferimento per i servizi Internet bitstream, su aree servite dalla vecchia rete in rame, per i servizi bitstream NGA (c.d. New Generation Access) e servizio VULA (c.d. Virtual Unbundling Local Access).
Nello specifico, AIIP aveva contestato il costo della banda larga per gli anni 2015 e 2016 in merito al consumo medio residenziale di banda, ed il conseguente fattore di overbooking, in quanto calcolati sulla base di report risalenti al 2008 che non potevano esprimere dati consistenti e reali. AIIP auspica che a valle di detta sentenza AGCOM implementi le azioni necessarie per rideterminare il valore della banda secondo un sistema di equità e di calcolo innovativo rispondente alle evoluzioni del mercato Nazionale.
“Da sempre AIIP”, sottolinea il Presidente dell’Associazione Italiana Internet Provider, Giovanni Zorzoni, “è impegnata a garantire la concorrenza sul mercato delle telecomunicazioni, un mercato più che mai importante per arrivare a definire il processo di digitalizzazione come obiettivo primario del Governo. La Sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un ulteriore tassello in questa direzione, a vantaggio del principio di parità di trattamento, per una sana concorrenza e per l’innovazione tecnologica del Paese”.