Con la realizzazione di Smart Cities la pubblica amministrazione potrà gestire al meglio la mobilità cittadina riducendo le emissioni.

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Il fenomeno delle Smart Cities, ormai in forte crescita, potrebbe essere la migliore soluzione per poter organizzare, ma soprattutto vivere, le città. Ma cosa ne pensa la pubblica amministrazione italiana?   Il Programma Operativo Nazionale (PON) Metro, che coinvolge ben 14 città italiane, e fissa interventi per lo sviluppo urbano sostenibile, è stato prolungato fino al 31 dicembre 2023, proprio per favorire questo fenomeno. In particolare, le iniziative per le città del futuro sarebbero maggiormente incentrate su app e portali web per i trasporti pubblici, sottolineando l’importanza della viabilità per le città. In aggiunta, gli studi confermano che i dati tipicamente raccolti e analizzati dalle Smart Cities sono principalmente relativi ai trasporti (64%).

Ad alimentare l’interesse verso la mobilità delle Smart Cities è anche l’impegno a contrastare le emissioni di industria e traffico. Oggi circa il 75% di tutta l’energia consumata nel mondo è utilizzata dagli abitanti delle città, che producono tre quarti delle emissioni a effetto serra. A fronte di ciò, gli interventi della pubblica amministrazione per controllare e gestire le emissioni includono incentivi per l’uso di mezzi elettrici, l’istituzione di ZTL e, ultimamente, un uso più strategico dei dati di mobilità.

Incentivi e infrastruttura per spostamenti consapevoli

Le regole di distanziamento sociale e la probabile diffidenza della popolazione nei confronti di mezzi pubblici e metro hanno spinto il Governo ad incentivare, attraverso il bonus mobilità, l’acquisto e l’utilizzo dei servizi di sharing mobility che comprendono biciclette, monopattini, hoverboard e segway. L’incentivo inserito nel Decreto Rilancio e finanziato con un massimo di 5 milioni di euro, si realizza infatti nella forma di un credito d’imposta rivolto a chi ha sostenuto spese per l’acquisto di mezzi e servizi di mobilità a zero emissioni e ha rottamato un vecchio veicolo di categoria M1.

Tuttavia, da quando si è diffuso lo sharing dei monopattini elettrici per spostarsi nelle città italiane, sono sempre più frequenti gli incidenti stradali, spesso mortali, che coinvolgono, o sono provocati, dai mezzi a due ruote. Per guidare un monopattino elettrico non serve, infatti, alcuna certificazione di conoscenza del Codice della Strada. Confrontando i dati di Istat e Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale), le morti si sono decuplicate, passando da 1 solo morto tra Maggio e Dicembre 2020 a 10 conducenti di monopattini elettrici deceduti tra Gennaio e Settembre 2021.

Un ulteriore incentivo lanciato dal governo riguarda l’installazione di colonnine di ricarica, di cui il nostro paese è, purtroppo, carente. Per accelerare su questo fronte la legge 104/2020 ha permesso lo stanziamento di 90 milioni di euro per chi acquista e installa infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici. I beneficiari possono essere sia persone fisiche che svolgono attività d’impresa, sia società, enti pubblici e privati, e trust che esercitano un’attività commerciale.

Nonostante ciò, allo stato attuale delle cose, un’elettrificazione estesa è ancora poco realistica. Questo per via della spesa che implica sia per gli automobilisti sia per la pubblica amministrazione. A causa delle batterie, che rimangono ancora piuttosto care, il costo dell’acquisto di un’auto elettrica è infatti ancora sensibilmente maggiore rispetto ad auto con motore diesel o benzina.

Premiare una guida virtuosa

Da non sottovalutare sono le innovazioni in ambito IoT e dei sistemi di comunicazione automotive, come la tecnologia Vehicle to Everything (V2X) che permette un flusso costante di dati e informazioni tra veicoli e Smart Cities. I sistemi V2X combinano le comunicazioni veicolo-network, veicolo-veicolo, veicolo-infrastruttura e veicolo-pedone e promettono di migliorare sicurezza stradale, risparmio energetico e gestione del traffico urbano. Una delle strategie già maggiormente diffuse per combattere le emissioni urbane è l’introduzione delle Zone a Traffico Limitato attuate dalla pubblica amministrazione, che tuttavia possono portare a tensioni sociali se non gestite correttamente. Con l’implementazione della Mobilitech e l’introduzione delle cosiddette “black box”, sistemi per la raccolta di dati installabili sulle vetture, le amministrazioni locali hanno la possibilità di intervenire raggiungendo i loro obiettivi di riduzione delle emissioni, pur rispettando le politiche sociali inclusive. I dati anonimizzati derivati dai veicoli su strada permettono infatti di individuare aree urbane con un maggior livello di inquinamento, i tragitti tipici dei veicoli più problematici, e di agire premiando una guida virtuosa indipendentemente dalla classe del veicolo. Grazie all’analisi del comportamento di guida dei singoli, si valorizza una guida a basso consumo, depenalizzando così cittadini che, seppur proprietari di veicoli più inquinanti, sono attenti alle problematiche ambientali.

Queste misure, implementate dalla pubblica amministrazione, rendono la pianificazione e la gestione delle città più efficiente ed efficace. Per accedere al titolo di Smart City, tuttavia, non basterà promuovere una singola misura, ma sarà necessario effettuare valutazioni di insieme sulla mobilità avvalendosi degli strumenti più avanzati per l’analisi dei dati oggi offerte dalla mobilitech.

di Paolo Cappello, General Manager Air-Connected Mobility