Dalla pandemia SiteGround ha visto un cambio di trend del pubblico di riferimento. Sempre più PMI affrontano un processo di digitalizzazione.

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Un recente studio della European Investment Bank ha evidenziato un incremento generalizzato degli investimenti aziendali in ottica di trasformazione digitale. Non mancano però differenze regionali e nazionali, con l’Europa che rimane indietro rispetto agli Stati Uniti (65% contro 71%), e l’Italia che si conferma purtroppo nelle retrovie del vecchio continente – diciannovesima su 28 nazioni prese in esame.
Il trend è però positivo, con un crescente interesse verso la digitalizzazione, testimoniato dai provider che operano in questo ambito. Come riporta Luca Rodino, Responsabile del mercato italiano di SiteGround: “Dal 2019 al 2021 abbiamo riscontrato una straordinaria crescita dei clienti PMI, sempre più interessati a servizi per lo sviluppo di e-commerce e siti vetrina per le proprie aziende.”

Possono essere le PMI il motore della digitalizzazione dunque? Luca Rodino non lo esclude: “A chiusura del 2021 le piccole e medie imprese per la prima volta in 18 anni di attività hanno superato freelance e blogger come clienti principali di SiteGround. Oggi rappresentano un terzo di tutti i nostri clienti (32,9%). Se a queste, inoltre, aggiungiamo anche le piccole imprese digitali per natura come le agenzie web e di design, la percentuale arriva fino al 48,7%”. Fino ad oggi, il pubblico di riferimento di SiteGround sono sempre stati i freelance, poiché hanno competenze e bisogni tecnologici avanzati. Questo nuovo trend, invece, deve far ripensare le strategie di ingaggio e offerta, tutte in favore delle PMI italiane.

Altro dato interessante è che tra le PMI che hanno scelto di affrontare il loro processo di digitalizzazione con SiteGround, il 30,2% opera nel retail, a dimostrazione che la pandemia ha generato grande fermento tra le aziende che operano nel settore, con una spinta significativa verso i canali digitali, visti non solo come un modo per superare l’emergenza ma anche come un canale di sviluppo futuro.

“Possiamo intravvedere un futuro di crescita per la digitalizzazione, perché lo stop forzato del 2020 e di parte del 2021 ha messo in luce le carenze in questo ambito del nostro tessuto produttivo e ha portato molti imprenditori a rivalutare la propria strategia, in modo da essere preparati per le sfide future”, spiega ancora Luca Rodino.