I miti – negativi – da sfatare sull’approccio cloud-first

Passaggio al cloud, i 4 principali timori dei team IT

Molti responsabili IT stanno valutando il passaggio al cloud per rispondere alle nuove esigenze derivanti dall’incremento del lavoro da remoto. Tuttavia non mancano i dubbi, che frenano molte aziende ad adottare un approccio cloud-first. Ma quali sono le principali preoccupazioni che i team IT devono affrontare nella migrazione alla nuvola?

I rischi per la sicurezza esterna e interna

Sebbene oggi la maggior parte delle organizzazioni utilizzi soluzioni cloud, la sicurezza rimane la preoccupazione principale che frena le aziende dall’utilizzare maggiormente la nuvola. C’è da dire, però, che molte delle minacce derivano dall’implementazione di sistemi e soluzioni IT senza l’approvazione esplicita dell’organizzazione stessa o dalle cattive abitudini dei dipendenti nell’ambito della sicurezza informatica. Al contrario, quando una piattaforma cloud di livello aziendale è stata implementata correttamente, il 94% delle aziende segnala un miglioramento della sicurezza a seguito della migrazione, anche e soprattutto grazie ai team di prodotto e sviluppo messi a disposizioni dai provider di servizi cloud, che si concentrano sul mantenimento della security a livello aziendale. In questo modo i team interni non devono più monitorare continuamente in modo proattivo le minacce, perché queste attività vengono portate avanti dai team del cloud provider, che monitorano costantemente la sicurezza e distribuiscono le patch a tutti gli utenti non appena vengono testate.

Oltre ad affrontare le minacce esterne, il passaggio a un approccio cloud-first consente alle aziende di ridurre i rischi per la sicurezza determinate dagli errori dei dipendenti. Anziché affidarsi a questi ultimi per il mantenimento proattivo degli standard di security, grazie al cloud è possibile garantire la sicurezza IT abilitando soluzioni di autenticazione a due fattori più complesse e sicure.

Per non parlare dei regolamenti di conformità sulla protezione dei dati che devono rispettare le organizzazioni. Oggi i servizi cloud di livello enterprise soddisfano tutti i principali framework di compliance e consentono persino alle aziende di scegliere la cloud region dove ospitare i propri dati.

Gestione degli utenti che operano da remoto

Per i team IT delle PMI, così come per le aziende Enterprise, la gestione dei dipendenti è un’attività impegnativa, ma fattibile. Nel momento in cui un’azienda cresce arrivando ad avere centinaia o migliaia di risorse in tutto il mondo, il lavoro dei team IT può diventare estremamente complesso e oneroso in termini di tempo e costi. Ad esempio, il monitoraggio dei download dei software aziendali e di coloro che ne hanno gli accessi si fa più difficile e di conseguenza anche il controllo dell’archiviazione dei dati.

Alcuni manager IT potrebbero pensare che la soluzione di questo problema sia evitare di spostare ancora più sistemi in cloud, ma in realtà questa sfida si vince optando per una piattaforma cloud unificata, che offra un monitoraggio centralizzato, garantendo piena visibilità e controllo su tutta la suite di strumenti di un’azienda. Avere visibilità continua su dove e quando i dati sensibili sono stati visualizzati, copiati o scaricati è una parte fondamentale del mantenimento della sicurezza in un’organizzazione distribuita. Grazie alle soluzioni cloud, i responsabili IT possono controllare l’accesso degli utenti a documenti e progetti, migliorando la protezione dei dati, la collaborazione all’interno del team e il monitoraggio delle attività.

Ma quanto mi costi?

A prima vista, i costi mensili delle licenze utente possono far sembrare i servizi cloud più costosi rispetto all’acquisto di software per l’utilizzo on-premise, ma non è così.

Man mano che un’azienda cresce, aumenta anche la sua esigenza di garantire un servizio rapido e affidabile per i propri clienti e, a livello aziendale, qualsiasi tempo di inattività ha un costo significativo. Per questo motivo, un uptime costante è oggi imprescindibile per le organizzazioni e una soluzione cloud di livello enterprise è in grado di garantire questa continuità operativa senza ulteriori costi aggiuntivi in caso di incidenti.

Inoltre, il passaggio al cloud consente di risparmiare sul costo, sull’assistenza e sulla manutenzione del server, sulle bollette elettriche, sull’affitto e sulla gestione delle risorse.

La centralizzazione del flusso di lavoro in cloud

Organizzare il flusso di lavoro per coinvolgere i dipendenti e favorire la collaborazione fra le varie risorse è sempre una sfida. Una volta trovato il giusto equilibrio interno, le organizzazioni di piccole dimensioni possono temere di fare un salto nel buio decidendo di spostare le attività in cloud. Tuttavia, quando i team diventano più distribuiti e i dipendenti iniziano a lavorare regolarmente da remoto, i responsabili IT si rendono conto degli innegabili vantaggi della migrazione verso la nuvola.

Sebbene una piccola azienda possa implementare diverse soluzioni IT senza alcun progetto organico, si troverebbe di fonte a dei seri problemi di scalabilità nel momento in cui dovesse ampliare il proprio business. Utilizzando soluzioni cloud i problemi legati alla scalabilità si riducono sensibilmente, permettendo alle aziende di rispondere in modo più flessibile alle nuove esigenze interne.

Secondo un sondaggio realizzato da Atlassian in collaborazione con TechValidate, il 94% delle imprese intervistate afferma che il livello di innovazione e affidabilità del cloud è migliore o uguale a quello del server o del data center. Certo, come per qualsiasi cambiamento digitale, questa migrazione comporta dei rischi, ma con un piano adeguato, passare a un approccio cloud-first può aumentare la sicurezza, ridurre i costi IT e semplificare i flussi di lavoro all’interno di un’organizzazione.

A cura di Simone Pancaldi, Channel Manager Southern Europe di Atlassian