Sono stati presentati i dati sulla smart mobility emersi dalla ricerca sulla sostenibilità digitale. Cosa e quanto sanno gli italiani in merito?

sostenibilità digitale

Continua il percorso di presentazione dei dati della ricerca realizzata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale finalizzata a definire quali siano, nella percezione degli italiani, i rapporti tra tecnologia digitale e sostenibilità. Dopo i dati riguardanti la percezione delle relazioni tra sostenibilità e digitale e quelli dedicati al punto di vista dei cittadini sui temi dello Smart Living e dello Smart Environment, è stata la volta della mobilità urbana.

Inquinamento e clima: per un italiano su quattro c’è ancora tempo per affrontare il problema

I dati ci dicono che circa un quarto del totale delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE deriva dal settore dei trasporti: un dato che basta – da solo – ad evidenziare in maniera inequivocabile la necessità di ripensare il trasporto urbano in un’ottica di sostenibilità. Tuttavia, per comprendere come ripensare il settore, non si può non partire da un dato: ben un italiano su quattro (il 26% per quanto riguarda il cambiamento climatico, ed il 24% se ci si riferisce all’inquinamento) pensa che il problema dell’inquinamento sia sì importante, ma che siano altre le priorità da affrontare.

Se a questo si aggiunge”, sottolinea Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, “che solo il 37% degli intervistati è in grado di correlare con cognizione di causa la sua visione ideologica della sostenibilità con le proprie opinioni su temi ambientali, sociali ed economici, ovvero con le conseguenze pratiche delle proprie azioni, è evidente come ci sia un problema di consapevolezza correlato a questi temi assolutamente prioritario”.

Il profilo dell’utente di Smart mobility

Donna o uomo che sia (non si rilevano differenze di genere significative) vive prevalentemente in un grande centro, è giovane ma non giovanissimo (ha tra i 25 ed i 34 anni: il coefficiente d’uso nella fascia 18-24 cala leggermente) e ritiene di avere un buon livello di competenza digitale (in particolare: il 35% di quanti si dichiarano con buone competenze digitali usa servizi di smart mobility. Percentuale che scende al 18% se si guarda a quanti ritengono che le loro competenze siano scarse). Molto significativo anche il livello di scolarizzazione: isolando il campione di quanti conoscono questi strumenti, ben quattro italiani su cinque, dotati di sola licenza media, non ne fa uso pur conoscendone l’esistenza. Rapporto che scende a 7 su 10 nel caso di chi ha un diploma di scuola media superiore e scende ancora ad uno su due per i laureati.

Smart mobility: quali sono i servizi più diffusi?

Com’era prevedibile, il servizio più utilizzato dagli utenti è quello di navigazione satellitare, ormai conosciuto dal 98% degli utenti, anche se resiste uno zoccolo duro del 14% di essi che preferisce affidarsi alla vecchia mappa cartacea. Significativo, guardando alla consapevolezza rispetto alla sostenibilità digitale come ben il 45% di quanti sanno che i principali navigatori satellitari mettono a disposizione funzioni per scegliere il percorso più sostenibile non ne faccia uso.

Altra dimostrazione del fatto, emerso in molti aspetti delle nostre ricerche, che cambiare i comportamenti consolidati è difficile, e che per farlo non basta una generica condivisione ideologica di un valore se non si comprende come tale valore debba generare un cambiamento nelle abitudini di tutti noi. Condizione necessaria perché gli obiettivi di sostenibilità che ci stiamo prefiggendo possano essere davvero raggiunti”, evidenzia Stefano Epifani. Stessa situazione per gli altri strumenti di mobilità smart: dalla ricerca sulla sostenibilità digitale emerge che, i servizi di carpooling sono conosciuti dall’82% degli italiani, ma solo il 5% ne fa un uso regolare, ed il 14% vi ricorre solo raramente. Più o meno gli stessi numeri si riscontrano per i servizi di carsharing e bikesharing. Certo è che la pandemia non ha aiutato la diffusione dei servizi di condivisione dei mezzi di trasporto. Un italiano su cinque, infine, non conosce l’esistenza di soluzioni per la mobilità dolce ed integrata, ma degli altri quattro solo l’11% ne fa un uso regolare.

Smart Mobility: un uso consapevolmente sostenibile?

Per comprendere il livello di consapevolezza degli utenti di servizi di smart mobility è significativo analizzare quanti di essi lo facciano perché li trovano semplicemente più comodi e quanti – invece – perché effettivamente interessati alla sostenibilità digitale.

Dalla ricerca emerge un aumento di diffidenza verso la tecnologia da parte di quanti dichiarano posizioni ideologicamente vicine a criteri di sostenibilità eco-centrica forte. In altri termini, continua Stefano Epifani, “chi, condivide convinzioni profondamente e radicalmente ambientaliste, è – in generale – più diffidente nei confronti della tecnologia rispetto a chi ha opinioni più moderate. Il risultato di questa tendenza è un dato che fa capire quanto gli atteggiamenti tecnofobici possano essere controproducenti. Infatti, di quanti conoscono i servizi di smart mobility, sono il 42% di coloro i quali considerano cambiamento climatico ed inquinamento problemi secondari a farne uso. Percentuale che scende al 30% se si guarda a quanti li ritengono, invece, problemi prioritari. In altri termini la diffidenza nei confronti della tecnologia è più forte del fatto che la tecnologia potrebbe essere un’alleata nell’assumere comportamenti di sostenibilità digitale”.

A consolidare il dato inerente alla scarsa attenzione da parte degli utenti di servizi di mobilità smart verso la sostenibilità, vi sono altri due fattori rilevanti. In primo luogo, l’assenza di differenze significative nel tasso d’adozione di tali strumenti da parte di chi assume comportamenti coerenti con la propria visione ideologica e chi invece non ha consapevolezza delle conseguenze dei propri punti di vista sulla sostenibilità. Dato che suggerisce una scarsa correlazione effettiva tra convinzioni e comportamenti agiti. In secondo luogo, il fatto che ben l’82% degli intervistati non abbia dubbi sul fatto che nella scelta dei servizi e dei prodotti di mobilità smart – come, ad esempio, gli strumenti di carsharing – si preferisca optare per veicoli ecologici solo a parità di prezzo rispetto a quelli più inquinanti. In altri termini, se la sostenibilità ha un prezzo, gli utenti tendono a scegliere soluzioni meno sostenibili, piuttosto che affrontarne il costo.